Si riorganizza l’assetto del Governo, che prende in carico una sfida importantissima, il lavoro. Attraverso un cofinanziamento nazionale e dalle risorse economiche che provengono dall’Europa, presto si darà il via al programma operativo nazionale per la riduzione della piaga dei Neet. Sono oltre 2,2 milioni di giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano, non sono a scuola né in attività di formazione. Gli strumenti messi a disposizione per cominciare ad affrontare questo enorme problema, sono: Garanzia giovani, bonus assunzioni under 29 e rilancio dell’apprendistato. A questo punto l’Italia non ha solo bisogno di un “piano sul lavoro” proposto dal neo segretario democratico Matteo Renzi. Ciò che ora diventa indispensabile è la cooperazione tra tutte le forze politiche in carico, a nessuno più importa delle polemiche interne dei partiti, il paese attende ormai da troppo tempo una risposta concreta ed efficace.
La Youth Guarantee, promossa dall’UE è una (Garanzia per i giovani) e prevede che ogni Stato Membro assicuri ad ogni persona al di sotto dei 25 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale. Il piano nazionale prevede dunque una dotazione complessiva di 1,5 miliardi da spendere in due anni (2014-15), con il coinvolgimento dello Stato e delle regioni. Gli obiettivi del piano sono offrire ai ragazzi a quattro mesi dalla fine della scuola o dalla condizione di senza lavoro sei tipi di opportunità: un contratto anche con un bonus d’assunzione, un contratto di apprendistato, un tirocinio retribuito, un’opportunità di servizio civile con borsa, un percorso formativo integrativo, un percorso per mettersi in proprio e favorire l’autoimprenditorialità.
Lo Youth Guarantee programme riceverà un finanziamento di sei miliardi di euro, a partire dal 2014 per sei anni (un miliardo all’anno), fondi destinati a tutti i Paesi dell’UE. Tre miliardi dei quali provengono dal Fondo Sociale Europeo e i restanti da uno stanziamento di bilancio. Dal primo gennaio 2014 quindi scatta ufficialmente in Italia l’avvio al programma, che poggia sulla nascente rete dei servizi al lavoro, che comprende: centri per l’impiego pubblici, agenzie private ed enti accreditati a livello regionale. Il bonus assunzioni, potrebbe essere infine un punto importante in ausilio alla manovra, ma che nei mesi precedenti ha mosso non poche critiche per la sua mancata efficacia. Attualmente sta assegnando 800 milioni di euro, di cui 500 per il sud, per sollecitare la domanda di lavoro da parte delle imprese.
Ma chi sono i giovani che questo programma cercherà di inserire nel mondo del lavoro? Innanzitutto devono avere tra 18 e 29 anni, senza impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi e/o privi di un diploma di scuola media superiore o professionale. Tale misura prevede uno sgravio di un terzo dello stipendio e dei contributi fino a 650 euro al mese. Per assunzioni a tempo indeterminato spetta per 18 mesi, per 12 mesi in caso di trasformazione a tempo indeterminato di un rapporto a termine. Dal 2014 ci sarà anche un rilancio dell’apprendistato, che prevede tre tipologie differenti: per l’acquisizione di una qualifica o di un diploma, professionalizzante o contratto di mestiere, in alta formazione e ricerca. A supporto del piano nazionale per i giovani è previsto il rafforzamento della rete dei servizi coordinata da una struttura di coordinamento: l’Agenzia nazionale per il lavoro, che dovrà garantire l’utilizzo delle risorse messe in campo.
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