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Pubblicità norvegese: come non diventare un bamboccione come gli italiani

Nel 2000 ho passato sei mesi in Norvegia, studiando per un master post-laurea e lavorando nel folkloristico mercato del pesce di Bergen (le nostre lire erano carta straccia a fronte delle loro corone ed i soldi della borsa di studio bastavano giusto per l'abbonamento dell'autobus…). Già all'epoca era pieno nei supermercati di prodotti simil-italiani, come …

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Nel 2000 ho passato sei mesi in Norvegia, studiando per un master post-laurea e lavorando nel folkloristico mercato del pesce di Bergen (le nostre lire erano carta straccia a fronte delle loro corone ed i soldi della borsa di studio bastavano giusto per l'abbonamento dell'autobus…).

Già all'epoca era pieno nei supermercati di prodotti simil-italiani, come in tutta Europa vero, ma lì di più. Si andava dalla mozzarella con la bandiera italiana (a forma di parallelepipedo) alla pizza “grandiosa”, alla pasta “Squisita” (che secondo loro è la più consumata in Italia), al caffè solubile "Alfredo".

Anche in TV non mancavano le pubblicità con l'Italia ed i suoi stereotipi, ne ricordo una in particolare con un medico-playboy italiano che aveva la fila di vecchiette innamorate che andavano da lui fingendosi malate o un'altra con chiari riferimenti alla “pizza e mandolino” per pubblicizzare un “olio d'oliva”.

Devo tuttavia ammettere che era sempre qualcosa di “simpatico”, mai si disprezzava o offendeva ed anzi l'Italia ed i suoi prodotti erano sempre molto ben visti.

Ecco qui il video della nuova pubblicità che in questo periodo passa per le TV norvegesi. Sono passati 12 anni ma il “pallino” per noi italiani pare lo abbiano sempre…. Consigli ai giovani norvegesi per non diventare bamboccioni come gli italiani.

Godevelo e poi torno giù a commentare:

Devo ammettere che da italiano, avendo conosciuto la cultura norvegese ed il loro modo di pensare, mi sono divertito a vedere il video e certamente non risentito o offeso…

Perchè lo ripropongo su Bianco Lavoro? Pone molti spunti di riflessione che vorrei condividere con voi.

Devo anche dire che in Norvegia è impensabile che i giovani dopo i 18 anni vivano con i genitori. Ma come fanno? Semplice, colleghi di lavoro e compagni di università mi spiegavano (e stiamo parlando di 12 anni fa, ora le cose pare siano addirittura migliorate), che finite le scuole superiori si va tranquillamente a lavorare, la disoccupazione è praticamente nulla e gli stipendi permettono sempre una vita indipendente e dignitosa. E chi vuole fare l'università? Tenetivi forte perchè questo per noi è il “colpo di grazia”: lo Stato norvegese concede agli studenti un prestito (all'epoca era l'equivalente di 50/70 mila euro, ora sarà di più) per studiare e vivere in autonomia per tutto il periodo universitario… senza garanzie e senza alcun requisito particolare. I soldi saranno restituiti dopo la laurea e con i futuri stipendi (a quanto pare abbastanza certi).

Detto questo quello che a mio parere i norvegesi non capiscono (pur in bonafede) è: vero che gli italiani spesso vivono in famiglia e diventano autonomi molto ma molto più grandi, ma non sempre (o quasi mai) è una scelta.

Quando costa un affitto a Roma, a Milano, a Firenze? Quanto è lo stipendio? (o meglio: quando arriva lo stipendio…?).

A proposito (per chi non capisse il norvegese) la pubblicità è riferità ad Obos, una società edilizia che propone appartamenti ai giovani per vivere indipendenti e felici.

A vostro parere, se le condizioni socio-economiche italiane fossero simili a quelle norvegesi, ci sarebbero lo stesso i mammoni?

editoriale di Marco Fattizzo, direttore di Bianco Lavoro

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