Pochi conoscono la figura e l’importanza del redattore di una casa editrice. Quando prendiamo in mano un libro siamo abituati a soffermarci sul nome dello scrittore, della casa editrice, dell’eventuale traduttore citato nelle prime pagine. Spesso però dimentichiamo il lavoro e il tempo che servono per far arrivare un libro sullo scaffale di una libreria. Durante l’ultimo Salone Internazionale del Libro di Torino, attraverso una serie di incontri, si è parlato dei mestieri che contribuiscono alla creazione e alla diffusione dei libri in Italia. Domenica 17 maggio, nella sezione Officina – Editoria di Progetto, dedicata agli editori indipendenti, è stato descritto quello meno conosciuto e meno blasonato: il redattore editoriale.
Come si diventa redattore editoriale?
Riccardo Trani, redattore della casa editrice Nutrimenti e Margherita Trotta, redattrice per Mondadori, che da anni svolgono questo lavoro, hanno raccontato di questo mestiere e dei loro percorsi. Entrambi laureati in lettere, si sono affacciati al mondo delle redazioni editoriali tramite corsi specifici ed esperienze in varie case editrici. Qui hanno imparato a leggere ed esaminare con occhio critico i testi che vi giungono, a lavorare al fianco dell’autore per migliorare la qualità delle opere e preparare l’uscita del libro.
Secondo Trani “Il redattore si può definire come il primo lettore ideale di un testo che lavora per renderlo più perfetto possibile in vista della sua pubblicazione”. La fase di lavorazione redazionale è molto delicata: il redattore non deve cedere al proprio gusto personale e giudicare così i testi sulla base di questo, ma deve instaurare un dialogo e un rapporto costruttivo con l’autore. Bisogna infatti evidenziare quali sono i punti deboli del testo e migliorarli in accordo con l’autore. Il redattoreeditoriale perciò non si limita alla sola correzione di bozze ma si impegna affinché un testo originale diventi un libro appetibile per un determinato pubblico di riferimento. Questo lavoro spesso può portare via settimane, ma di frequente le tempistiche imposte dalla casa editrice, da ragioni organizzative e di marketing sono molto più strette.
Casa editrice che vai, redattore che trovi
Le differenze tra le modalità di svolgimento di questa professione sono da rintracciare prevalentemente nella diversità di grandezza tra le case editrici in cui si opera. Nella più piccola, Trani ha raccontato di essere impegnato su vari fronti poiché il redattore editoriale è chiamato ad occuparsi del rapporti con l’ufficio stampa per la promozione successiva l’uscita del libro, di aggiornare i contenuti del sito web e di lavorare contemporaneamente su più testi. Mentre in una casa editrice più grande si finisce sempre per dedicarsi a un solo libro per volta, curandone molteplici aspetti ed a volte anche la stessa impaginazione nel caso di opere narrative, come raccontato dalla redattrice di Mondadori.
Per chi volesse avvicinarsi a questo mestiere è bene sapere sin da subito che purtroppo non porta riconoscimenti ufficiali e pubblici, poiché, come ricordato durante l’incontro, il nome del redattore editoriale non compare mai sulle copertine. Non bisogna però dimenticare che è di importanza fondamentale per la pubblicazione e la riuscita di un libro.
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