Oggi dovrebbero arrivare importanti novità sul reddito di cittadinanza, sull’anticipo TFR di quota 100 e sull’assunzione dei Navigator.
Sarà probabilmente un vertice di maggioranza (oggi?) a risolvere alcuni dei principali dubbi intorno al reddito di cittadinanza e a quota 100. E, magari, a rimuovere uno degli scogli maggiori, ovvero gli emendamenti che la Lega vorrebbe usare come strumento per modificare il reddito, e che il Movimento Cinque Stelle non sembra voler ricevere di buon grado.
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Le proposte della Lega
Se inglobale, infatti, le proposte della Lega avrebbero come conseguenza quella di determinare una profonda variazione alla struttura originaria del reddito. Si pensi, ad esempio, alla possibilità di rinnovare tale forma di sussidio per una sola volta, o ancora al divieto di cumulo degli incentivi per le aziende che assumono nel Mezzogiorno, o ulteriormente all’incremento da 8 a 36 del numero di ore da destinare ai lavori sociali per i Comuni, o alla riduzione dell’assegno per chi ha debiti fiscali.
Come cambierà il reddito
È più probabile che le proposte della Lega diano sfogo a una revisione di alcuni aspetti tecnici, piuttosto che a stravolgimenti che rivoluzionerebbero l’approccio del reddito di cittadinanza e l’anticipo di quota 100, l’altro grande tema all’ordine del giorno. Peraltro, proprio in riferimento a questo secondo aspetto, il governo sembra essere intenzionato a incrementare fino a 45 mila euro il tetto per l’anticipo del TFR per i dipendenti pubblici, con tassi favorevoli, e con garanzia dello Stato.
Tra le altre novità che potrebbero emergere in giornata, anche la possibilità di consentire il riscatto della laurea a condizioni agevolate a lavoratori che hanno più di 45 anni, con rateizzazione che passerà da 60 a 120 rate, ovvero da 5 a 10 anni. È altresì in discussione la possibilità di inserire un’altra “pace fiscale”, con pagamento di un minimo per i contributi mancanti, al fine di far entrare nel pensionamento quei lavoratori che hanno oltre i 62 anni di età ma meno di 38 anni di contribuzione, e che sono rimasti “bloccati” dalla riforma attuata dal governo Monti con la legge Fornero.
Assegni di ricollocamento: a chi?
Tornando al reddito di cittadinanza, un altro tema che sembra essere prioritario per le parti è legato alla possibilità di sciogliere il nodo su chi saranno i beneficiari dell’assegno di ricollocazione, ovvero quello strumento di supporto che dovrebbe consentire ai disoccupati di potersi pagare un percorso di formazione in strutture convenzionate o presso gli stessi centri per l’impiego. Il decreto sembra lasciar intendere che il supporto possa essere utilizzato solo da chi percepisce il reddito, ma il governo vorrebbe ora cercare di non limitarne l’utilizzo.
Infine, altro aspetto che nelle prossime ore dovrebbe trovare chiarimento è quello dell’assunzione dei 6.000 Navigator, ovvero quei tutori che sosterranno i disoccupati nella ricerca di un’occupazione e nella definizione personalizzata di un percorso formativo.
La questione è annosa: le politiche attive sono costituzionalmente attribuite alle Regioni, e dunque serve un’intesa per reclutarli e farli entrare nei centri per l’impiego. Venerdì scorso i governatori regionali hanno mandato al Ministero del Lavoro una proposta per la quale i 6.000 Navigator non verranno assunti più da Anpal Servizi, ma dalle stesse Regioni mediante concorsi.
La via di mezzo che si sta cercando di predisporre in quel di via Veneto è procedere a una prima parte di assunzioni di Navigator da parte dell’Anpal e, solo dopo, procedere all’assunzione presso le Regioni, a cui verranno dunque trasferiti i fondi per poter organizzare i concorsi ed effettuare il reclutamento di tali professionisti. A proposito di enti territoriali, ai sindaci dei Comuni sarà chiesto di gestire i processi di inclusione per i nuclei familiari più numerosi.
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