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Reddito di cittadinanza, ecco le modifiche apportate al decreto legge

Arrivano le prime modifiche al decreto sul reddito di cittadinanza e sulla quota 100: ecco in che cosa consistono e cosa cambia.

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Il reddito di cittadinanza cambia forma, ma non struttura. Ad accertarlo sono le prime modifiche che si stanno apportando al decreto legge su Reddito e Quota 100, già approvate dalla Commissione Lavoro senato e, dunque, in grado di modellare tali strumenti in misura più dedicata e attenta. Ma in che modo?

reddito di cittadinanza e quota 100 novità

Reddito di cittadinanza e divorzio

Cominciamo con uno sguardo ai controlli per i “furbettidel reddito. In particolar modo, chiara è l’intenzione di elevare ulteriori controlli nei confronti di coloro che desiderano accedere al reddito di cittadinanza e, tra essi, verso coloro che risultano essere separati o divorziati successivamente al 1 settembre 2018. La polizia locale avrà la necessità di verificare (e rilasciare apposito verbale) l’effettiva variazione di residenza del marito / moglie separata o divorziata.

Retribuzione minima lavoro reddito di cittadinanza

Una novità arriva anche nei confronti della retribuzione minima per i lavori proposti ai percettori di reddito di cittadinanza, che saranno obbligati ad accettare l’occupazione che viene loro proposta solamente se questa è superiore a 858 euro. In particolar modo, la modifica al decreto legge stabilisce che l’assegno dovrà essere superiore del 10% alla misura massima del beneficio fruibile dal singolo individuo e comprensiva della quota affitto. Considerato che tale misura massima può giungere fino a 780 euro, l’incremento del 10% conduce lo stipendio minimo del lavoro proposto a quota 858 euro.

Reddito di cittadinanza per gli immigrati

Come largamente annunciato, arriva anche la stretta sugli immigrati che desidereranno accedere al reddito di cittadinanza. Costoro saranno infatti obbligati a produrre una certificazione che dovrà essere rilasciata dalle autorità competenti nello Stato di provenienza, sui requisiti di reddito e patrimoniali, oltre che sulla composizione del nucleo familiare.

La certificazione che gli immigrati dovranno fornire dovrà essere presentata in una versione già tradotta in lingua italiana, con traduzione legale certificata dall’autorità consolare italiana, alla quale sarà dunque demandata la necessità di attestarne la conformità all’originale.

Anticipo TFS fino a 45 mila euro

Altra novità attesa e già preannunciata è legata all’anticipo della liquidazione per coloro che accedono a Quota 100. In particolare, l’anticipo potrà giungere fino a un massimo di 45.000 euro, contro i 30.000 previsti dal decreto. I dipendenti statali che attendono di ricevere la liquidazione potranno dunque ottenere la quota del trattamento di fine servizio (TFS) subito, come anticipo. Coloro che invece decidono di andare in pensione senza avvantaggiarsi delle finestre di uscita anticipata potranno accedere alla liquidazione dopo 3 mesi dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.

Limiti e interruzione del reddito di cittadinanza

Tra le modifiche apportate al decreto vi è anche la previsione secondo cui l’esclusione dal reddito di cittadinanza sarà limitata alle persone che si sono licenziate nei 12 mesi precedenti la domanda. Per il calcolo del reddito del nucleo familiare di cui fa parte chi ha presentato le dimissioni volontarie, l’indicatore sarà ridotto di 0,4 punti nella scala di equivalenze.

Ulteriormente, è introdotto un limite di distanza territoriale per l’accettazione dei lavori proposti in seno al reddito di cittadinanza. È così previsto che le famiglie con figli minori potranno fruire di limiti di distanza per le proposte di lavoro che verranno stabilite in misura equivalente a quelle dei nuclei di famiglia in cui sono presenti componenti con disabilità.

Per tutte le offerte, e dunque non solamente per la prima proposta, viene poi stabilito che la “congrua distanza” non debba essere superiore a 100 chilometri o, in alternativa, a 100 minuti di raggiungimento del luogo di lavoro attraverso l’uso dei mezzi di trasporto pubblico. Per i primi 24 mesi, inoltre, la terza proposta di lavoro sarà ritenuta congrua solamente se la distanza non è superiore a 250 chilometri.

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