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Renault: 7500 posti in meno entro fine 2016

L’accordo per la produttività siglato da Renault con le parti sociali francesi prevede un taglio di 7500 posti di lavoro entro la fine del 2016. La notizia appare drammatica, ma fortunatamente, la grande maggioranza di questi tagli, non deriveranno da licenziamenti veri e propri, ma da operazioni di mancata sostituzione di lavoratori uscenti e prepensionamento …

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L’accordo per la produttività siglato da Renault con le parti sociali francesi prevede un taglio di 7500 posti di lavoro entro la fine del 2016. La notizia appare drammatica, ma fortunatamente, la grande maggioranza di questi tagli, non deriveranno da licenziamenti veri e propri, ma da operazioni di mancata sostituzione di lavoratori uscenti e prepensionamento per dipendenti oltre i 58 anni di età.  E’ questa forse la parte più significativa dell’accordo che garantirà a Renault la possibilità di non chiudere nessuno dei suoi cinque stabilimenti francesi. Parallelamente è stato previsto anche il congelamento dell’aumento salariale per il 2013 e un aumento dell’orario di lavoro del 6,5%.

Tali misure, almeno nelle previsioni della dirigenza Renault, dovrebbero garantire al marchio la possibilità di riprendere gli investimenti, attraverso una riduzione di spesa di circa 500 milioni di euro l’anno. Renault ha quindi dato il via libera all’aumento di produzione in territorio francese. Il numero di auto dovrebbe raggiungere le 710.000 unità entro il 2016, suddivise in 630.000 di Renault e 80.000 dei gruppi associati. L’equilibrio però è molto difficile, anche perché l’intera operazione è “soggetta” all’andamento del mercato  dell’auto nei prossimi anni. Il tutto potrà essere portato a compimento solamente se le previsioni fatte si avvereranno.

Anche se i 7500 tagli potrebbero indurre a pensare il contrario, va detto che l’accordo tra Renault e sindacati è stato siglato a garanzia dell’occupazione. Se è vero che in tre anni il numero di dipendenti della casa francese verrà ridotto significativamente, è anche vero che licenziamenti veri e propri non dovrebbero verificarsi. E’ inoltre ancora più vero che la chiusura di uno o più stabilimenti alimenterebbe un circolo vizioso per il quale ad andarci di mezzo sarebbe, oltre all’occupazione in Renault, anche tutta quella dell’indotto di riferimento.

Certo è che, la perdurante crisi economica non aiuta. L’aumento di produttività, in se stesso elemento positivo in quanto favorisce per prima cosa proprio l’occupazione (se non l’aumento, almeno la sua mancata riduzione), se poi non è supportato dalle vendite (ostacolate appunto dalla crisi) rischia di rivelarsi una sorta di boomerang. Per scongiurare questo rischio, o comunque arginarlo il più possibile è necessario produrre modelli innovativi a tutti i livelli, frutto della ricerca più avanzata, ma la ricerca ha un costo ed è quindi necessario trovare i fondi per poter investire adeguatamente. L’accordo siglato da Renault con i sindacati di categoria va sicuramente interpretato in quest’ottica.

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