Quante assunzioni sono state programmate dalle imprese nel corso del terzo trimestre dell'anno? Quali sono i settori che beneficeranno della maggiore “generosità” dei datori di lavoro in termini di variazione positiva delle risorse umane? A questa e altre domande ha contribuito a rispondere una recente e interessante ricerca condotta da Manpower, che ha fatto il punto sul mercato del lavoro italiano, e sulla sua evoluzione nel brevissimo termine.
Un confronto storico. Iniziamo a scorrere la ricerca statistica di Manpower partendo da un raffronto storico e dal dato attuale. Stando a quanto afferma l'analisi, dal mese di luglio a quello di settembre, l'83% delle aziende non ha intenzione di effettuare alcuna assunzione, né alcuna riduzione di personale. Se a tale percentuale si aggiunge anche l'8% delle aziende che ha scelto di procedere lungo la strada dei licenziamenti, ne consegue che in oltre 9 imprese su 10 il numero delle risorse umane non subirà alcuna variazione positiva. Tuttavia, a livello di macro sistema, il numero dei dipendenti dovrebbe rimanere più o meno lo stesso, visto che a fronte dell'8% di aziende che ha già deciso di ridurre i propri organici, vi è anche un 7% di società che invece ha scelto di incrementare l'organigramma con inserimento di nuovi dipendenti. L'impatto netto è così pari a – 1%, esattamente quanto avveniva nel secondo trimestre dello stesso attuale anno.
La situazione mostra così un piccolo segnale di stabilizzazione. Si aggiunga infatti che nel primo trimestre la percentuale di aziende che sceglieva di licenziare era pari al 13%, ed era addirittura il 16% alla fine del 2011. L'impatto netto, considerando la scarsissima propensione all'assunzione, era pari a – 8 punti percentuali nel primo trimestre del 2012, e a – 11 punti percentuali nel quarto trimestre 2011. Per poter rilevare il primo impatto netto utile, a ritroso, occorre risalire fino al primo trimestre 2011 (+ 2%) e, ancor più indietro, la quarto trimestre del 2008.
Rispetto allo stesso periodo di un anno fa, il numero delle aziende che non intende fare alcuna variazione è rimasto stabile intorno all'83%. Di contro, di questi tempi, nel 2011, era pari al 10% il numero di imprese che aveva scelto di dar seguito a procedure di riduzione delle risorse umane, ed era pari al 6% la percentuale di imprese che sceglieva di assumere, con un impatto netto percentuale del – 4%.
Settori. Stabilito che la situazione, in termini di variazioni macrosistemiche, si sta stabilizzando, rimane da comprendere in che modo i singoli settori economici si comporteranno nel prossimo trimestre in merito alla propensione netta all'occupazione.
Nel corso del terzo trimestre del 2012 il settore che dovrebbe poter beneficiare di più della bella stagione è ovviamente quello dei ristoranti e degli alberghi, dove si pensa che circa un'azienda su quattro dovrà procedere a nuove assunzioni, prevalentemente a tempo determinato. Più sorprendente è invece il bonus delle imprese occupate nei servizi finanziari, con una progressione della propensione netta all'occupazione pari all'11%, contro il calo di 5 punti percentuali del secondo trimestre.
Al di là dei due macro settori appena accennati, Manpower non rileva alcun altra area economica italiana in grado di poter garantire una propensione netta occupazionale positiva. I soli settori dell'elettricità, gas e acqua, e del pubblico e sociale, dovrebbe poter avere un impatto nullo, mentre tutti gli altri, dalle attività manifatturiere (- 2%) al commercio (- 9%), passando per trasporti e comunicazioni (- 8%), agricoltura e pesca (- 4%), costruzioni (- 8%), chiuderanno il periodo in negatività. Il record della propensione netta occupazione con il segno meno spetta tuttavia al settore minerario ed estrattivo, con un passo indietro di 11 punti percentuali.
Aree geografiche. Stabilito l'andamento macrosistemico e quello dei singoli settori, cerchiamo ancora di comprendere in che modo saranno distribuite territorialmente le assunzioni durante il terzo trimestre dell'anno. Grazie alla spinta relativa al settore turistico (e ai collegati segmenti delle ristorazioni e delle strutture ricettive), le Isole e il Sud dovrebbero poter garantire una propensione netta occupazionale in positivo per 4 punti percentuali, contro la flessione di 8 punti percentuali del secondo trimestre dell'anno).
In territorio positivo, come ci si attendeva, anche il Nord Ovest, che rafforza il trend di propensione netta occupazionale con un passaggio dai precedenti 2 punti percentuali agli attuali 4 punti percentuali. Sorprende lo scivolone del Nord Est Italia, con una propensione netta occupazionale già negativa nel corso del II trimestre 2012 (- 3%), che andrà a peggiorare nel III trimestre dell'anno (- 4%). Ribaltone nel Centro, dove dalla propensione netta occupazionale positiva per 4 punti percentuali nel secondo trimestre 2012, si passa a una contrazione di 5 punti percentuali nel terzo periodo.
Uno sguardo all'estero. Con i dati sopra esposti, l'Italia, insieme all'Irlanda, alla Spagna e ai Paesi Bassi, occupa gli ultimi posti della classifica mondiale per propensione netta occupazionale. In cima alla lista, Singapore (+ 23%), Canada (+ 18%), Cina (+ 17%), Nuova Zelanda (+ 16%), Stati Uniti (+ 15%) ed Hong Kong (+ 15%). Per trovare i primi Paesi europei occorre scorrere la lista sotto la doppia cifra, con le pur buone progressioni di Belgio (+ 9%) e Svezia (+ 8%).