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Migranti: in Finlandia lavoro e integrazione grazie a una startup

In Finlandia l’integrazione dei migranti passa attraverso il lavoro, grazie ad una startup.

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L’idea portante è questa: dal momento che il numero di migranti presenti nei nostri Paesi è destinato ad aumentare, perché non rendere la loro permanenza dignitosa e funzionale alla crescita di tutti? E’ venuta in mente alla GimmeyaWallet Productions Ltd, che nello scorso mese di settembre ha dato vita a “Startup Refugees”. Di cosa si tratta? Di un network no-profit che mira a trovare un lavoro ai richiedenti asilo puntando sulle loro attitudini imprenditoriali. Il progetto – made in Finlandia – sta prendendo sempre più piede e promette di trasformarsi in un valido modello di integrazione per tutti.

richiedenti asilo

Al centro dell’iniziativa ci sono i centri di accoglienza ai quali – secondo i promotori del network – non bisogna guardare come luoghi di alienazione sociale, ma come fucine di risorse e potenziali talenti. E’ lì che deve essere agevolato l’incontro tra i rifugiati e i formatori, attraverso l’organizzazione di workshop, corsi e laboratori tesi a valorizzare le competenze lavorative degli stranieri. Fino a renderli – se lo desiderano – imprenditori. “Alla fine dell’estate – ha spiegato la coordinatrice del progetto, Camilla Nurmiil numero dei richiedenti asilo arrivati in Finlandia ci ha sorpreso tutti. Il procedimento per fare richiesta è diventato drammaticamente più lento: era presumibile che i migranti avrebbero aspettato nei centri di accoglienza per vari mesi (o anche un anno) senza fare nulla. Molti richiedenti asilo hanno fatto studi specialistici, conoscono un mestiere e rappresentano un grande potenziale per il nostro mercato del lavoro”. Per questo, secondo i promotori di Startup Refugees, non si poteva non cogliere l’occasione. 

Le attività sono già iniziate e hanno portato all’inaugurazione di lavanderie, scuole, asili nido, di un laboratorio di tessitura tappeti e di un media center. E a breve dovrebbero partire anche un ristorante e un salone da barbiere completamente gestiti da alcuni richiedenti asilo. A conclusione degli incontri con i mentori e i formatori, gli stranieri riceveranno un diploma che renderà le loro candidature più referenziate. Insomma: il periodo di permanenza nei centri di accoglienza potrebbe trasformarsi, per i rifugiati arrivati in Finlandia, in un’inattesa occasione dal punto di vista lavorativo. Al progetto hanno già aderito 300 soggetti tra aziende, “business angels” (investitori di piccolo e medio calibro), istituti di ricerca e associazioni che lavorano con i migranti. E non si trascuri il fatto che l’espansione del network potrebbe rappresentare una preziosa occasione anche per gli “autoctoni”: in special modo per i formatori che parlano la lingua araba e per tutti quegli artigiani e professionisti disposti a trasmettere il loro know-how ai richiedenti asili.

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