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Riforma fiscale: il taglio dell’Irpef entra nel programma. Ecco le ultime novità

Riforma fiscale, tra gli obiettivi primari resta il taglio del cuneo e lo stop all’Iva. Ecco tutte le novità targate Governo giallo rosso

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All’interno del nuovo programma targato Governo giallo-rosso, entra a pieno titolo anche la questione relativa al taglio dell’Irpef. Tante le altre novità, come la “manutenzione” di Quota 100, strumenti più efficaci per la lotta all’evasione fiscale, il Bonus Ue. La priorità resta comunque il taglio del cuneo ed evitare l’aumento dell’Iva. Vediamo le ultime novità in materia di tasse e riforma fiscale.

riforma fiscale

La riforma fiscale e le ultime novità

Nel programma del nuovo Governo giallo rosso, entra la questione relativa all’Irpef, anche se con dei tempi e delle modalità tutte nuove e da definire al più presto. Le priorità assolute della manovra relative alla riforma fiscale, prevedono il taglio del cuneo e soprattutto lo stop all’Iva. Non ci si può permettere un ulteriore aumento dell’Iva nella situazione attuale. Per tale motivo, il Governo farà di tutto per evitarlo e per mettere a punto, nel minor tempo possibile, strumenti e strategie ottimali ed efficaci. Ed ancora, bisognerà occuparsi anche della questione salario minimo orario, oltre che all’introduzione di misure a sostegno delle famiglie, per incentivare le nascite e sostenere le persone disabili, anche dal punto di vista delle assunzioni di soggetti appartenenti alle Categorie Protette. Inoltre, anche la revisione della legge elettorale ed il taglio dei parlamentari sono questioni rilevanti a cui bisognerà dare una soluzione. Tanti buoni propositi, bisogna solo capire come metterli in atto.

Riforma fiscale e politica economica, la questione Quota 100

Punto caldo che si discute nei vari tavoli tecnici è anche la politica economica. Resta la questione connessa ad una “manutenzione” di Quota 100, la misura che potrebbe vedere apportare delle modifiche nel corso del tempo. Si partirebbe con una graduale riduzione della potenziale platea a cui si riferisce tale misura, il tutto già a partire dall’anno prossimo. Inoltre, non si esclude uno stop anticipato della sua sperimentazione per il 2020. Contemporaneamente si punta anche allo sviluppo di nuove misure anti-evasione fiscale in modo da combattere il grande problema legato a tasse e contributi. In questo quadro, diventa importante estendere gli scontrini e le fatture elettroniche anche a tutte quelle categorie che oggi non sono coinvolte nella misura. Intanto al ministero dell’Economia si lavora già ad un nuovo piano relativo alla spending review, in risposta agli scarsi successi ottenuti negli anni passati.

La questione Irpef

La questione relativa al taglio dell’Irpef resta ben salda all’interno del programma di riforma fiscale, tuttavia con delle tempistiche e modalità che devono ancora essere definite e discusse. Sembra alquanto impossibile che questa trovi il suo spazio già all’interno della prossima manovra, considerando anche la questione stop all’Iva e la Flat Tax. Appare più fattibile introdurre il taglio Irpef in un orizzonte temporale più lungo, dato il fatto che lo stesso M5S e PD devono ancora accordarsi e confrontarsi sulla questione. Se da una parte il M5S punta a tre aliquote da finanziare attraverso la revisione della tax expenditures, dall’altra il PD è intenzionato a puntare sull’aumento del reddito disponibile per quanto riguarda i ceti medi e le famiglie in situazione di difficoltà.

Ed ancora, una mossa prioritaria nella riforma fiscale è quella del taglio al cuneo, attraverso tre possibili formule: estensione degli 80 euro, interventi studiati su misura per i giovani, una notevole sforbiciata ai contributi, il tutto per agevolare anche il decollo del salario minimo.

Riforma fiscale ed Europa

Per quanto riguarda la posizione italiana nei confronti bi Bruxelles, lo stesso Conte sostiene: “in Europa saremo in prima fila per contribuire ad adeguare il Patto di stabilità e crescita al nuovo ciclo economico”. Questo significa che l’Italia punta ad ottenere un bonus non inferiore i 10 o 12 miliardi tra la flessibilità vecchia e la flessibilità nuova. Tuttavia, il nuovo Governo deve essere in grado di presentare all’Europa un programma ben strutturato e studiato, in modo da poter garantire la crescita nella nostra economia, pur rispettando gli obblighi con l’Ue. Vedremo cosa succederà nel corso dei prossimi mesi.

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