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Riforma Giustizia Alfano, cosa cambia?

Bozza Alfano sulla riforma della Giustizia, cosa prevede? E’ da anni, dal lontano 1994, che Berlusconi annuncia la riforma della Giustizia. Da tempo e senza alcuna adeguata discussione in Parlamento, la riforma del sistema giudiziario italiano viene invocata da più parti, spesso annunciata a mò di spot (elettorale e non). E dopo ben 21 anni, …

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Bozza Alfano sulla riforma della Giustizia, cosa prevede?

E’ da anni, dal lontano 1994, che Berlusconi annuncia la riforma della Giustizia. Da tempo e senza alcuna adeguata discussione in Parlamento, la riforma del sistema giudiziario italiano viene invocata da più parti, spesso annunciata a mò di spot (elettorale e non).

E dopo ben 21 anni, in un periodo tormentato per il Presidente del Consiglio impiegato a difendere se stesso da accuse gravissime, assistiamo ad una sorte di accelerazione che, seppur legittima, non sembra arrivare in un periodo davvero favorevole per qualsivoglia tipologia di riforma.

Il Governo sembra voler andare avanti nonostante il parere negativo di Pd ed Idv e in barba ai dubbi del Presidente Napolitano e di numerosi costituzionalisti. Ma cosa prevede la bozza Alfano sulla riforma della Giustizia? Cosa cambierà se il testo verrà approvato? Bianco Lavoro prova, senza alcuna pretesa, a fornirvi le principali novità della bozza del Guardasigilli Alfano.

SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PUBBLICI MINISTERI

Punto nodale della bozza di riforma della Giustizia è la completa separazione della carriera fra giudici e pubblici ministeri. Non più un’unica carriera né unico concorso: i giudici costituiranno, secondo la bozza del testo, un organo autonomo ed indipendente soggetto soltanto alla legge (ndr). I pubblici ministeri, invece, costituiranno un vero e proprio “ufficio” autonomo la cui indipendenza dovrebbe essere garantita dalle norme dell’ordinamento giudiziario. Molte critiche si sono mosse su questo provvedimento: c’è chi accusa che modificando così il sistema si rischia che i giudici siano soggetti all’esecutivo e che il pubblico ministero possa rappresentare una figura autoreferenziale.

DUE CONSIGLI SUPERIORI DELLA MAGISTRATURA

Altra novità della bozza Alfano è la suddivisione del Consiglio Superiore della Magistratura in due entità separate: una per i giudici, probabilmente presieduto dal presidente della Repubblica, e l’altro per i pubblici ministeri, il cui Presidente, probabilmente, sarà il Pg della Cassazione. Come saranno composti i due Csm?

Il Csm giudicante sarà composto per metà da giudici votati nel sorteggio fra gli eleggibili e per metà da membri laici eletti dal Parlamento in seduta comune (tra professori universitari ed avvocati che abbiano almeno 15 anni di servizio alle spalle).

Il Csm della Magistratura requirente, invece, potrebbe essere composto da due terzi dei componenti laici e da un terzo di membri togati. Così verrebbe sovvertito d’un tratto l’attuale composizione del Csm (con maggioranza di toghe).

E le funzioni? I Csm potranno promuovere ed effettuare trasferimenti ma non più elaborare atti di indirizzo politico. Sarà costituito anche un ordine esterno al Csm, la Corte di disciplina, con il compito di garantire l’autonomia, l’indipendenza e il giusto processo.

OBBLIGATORIETA’ AZIONE PENALE

Il punto più controverso della riforma, apertamente osteggiato dalle opposizioni politiche, dai magistrati e da autorevoli costituzionalisti, è la modifica al principio di obbligatorietà dell’azione penale. Se verrà modificato infatti, come previsto dal Ministro della Giustizia Alfano, l’art. 112 della Costituzione, i pubblici ministeri saranno obbligati all’azione penale ma solo secondo le modalità stabilite dalla legge. Quindi ci sarà una legge ordinaria che deciderà le priorità da seguire!Intelligenti pauca…

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