La bozza di decreto legge contro lo sfruttamento della manodopera vuole apportare delle norme severe ed urgenti contro il lavoro nero. Da una parte il provvedimento presenta un chiaro inasprimento delle sanzioni per l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro (l’arresto diventa obbligatorio, contro la facoltatività prevista oggi), mentre dall’altra parte si prevede l’introduzione di alcune circostanze attenuanti al fine favorire la trasparenza del settore, abbattendo il muro di omertà che spesso riesce a rendere difficoltosi i controlli.
Le norme puntano pertanto a contrastare il triste fenomeno del c.d. “capolarato“, con datori di lavoro che sfruttano le condizioni di bisogno e di necessità dei lavoratori. Un fenomeno che, stando a quanto appena ricordato, non può che essere esploso durante il periodo della crisi economica, riguardando un crescente numero di immigrati, e una buona quota di italiani.
Il reato di riferimento è naturalmente quello di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro“, previsto dall’art. 603 bis del cp, secondo cui è da sanzionare colui che “svolga un’attività organizzata d’intermediazione, reclutando manodopera o organizzandone l’attività lavorativa caratterizzata da sfruttamento, mediante violenza, minaccia, o intimidazione, approfittando dello stato di bisogno o di necessità dei lavoratori”.
Per la fattispecie di cui sopra, la sanzione è la reclusione da 5 a 8 anni più la multa da 1.000 a 2.000 euro per ciascun lavoratore reclutato; nel caso in cui il numero di lavoratori sia superiore a tre o il reclutamento riguardi soggetti minori in età non lavorativa o abbia esposto i lavoratori a situazioni di grave pericolo, la pena è aumentata da un terzo alla metà.
Tra le novità della normativa, spicca l’arresto obbligatorio nei casi di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, per il quale oggi si applica facoltativamente. Contemporaneamente, viene estesa anche ai già ricordati casi di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro la confisca obbligatoria, allo scopo di rafforzare gli strumenti di repressione per evitare la formazione di patrimoni criminali.
Dunque, prevede la normativa, “saranno sottratte obbligatoriamente all’autore del reato le cose che servirono o furono destinate a commettere il delitto e i proventi da esso derivanti, nonché i beni o le altre utilità risultanti di valore sproporzionato rispetto al suo reddito e di ingiustificata provenienza”.
Infine, la bozza prevede una riduzione della pena (da un terzo alla metà) per chi collabora, ovvero per colui che “si sia efficacemente adoperato per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per l’individuazione degli altri responsabili ovvero per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite”.
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