Sistema duale, ovvero l’alternanza scuola lavoro: siglati i protocolli d’intesa tra Stato e Regioni. Sperimentazione ai nastri di partenza.
Lo scorso 13 gennaio presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Sottosegretario di Stato On. Luigi Bobba e gli Assessori Regionali alla Formazione hanno siglato dei protocolli di intesa per iniziare la sperimentazione del Sistema Duale (alternanza scuola-lavoro). Questa misura è volta a promuovere la formazione dei giovani e a favorirne il passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro. Viene così data piena attuazione all’art. 1, comma 7, lettera D della legge n. 183/2014 che prevedeva l’adozione di provvedimenti da parte del Governo per il “rafforzamento degli strumenti per favorire l’alternanza tra scuola e lavoro”, e dei decreti attuativi del Jobs Act n. 81/2015 e n. 150/2015.
Con tutte queste norme è stato perseguito l’obiettivo di rilanciare il contratto di apprendistato, contrastare il fenomeno dell’abbandono della scuola, ampliare l’offerta formativa e avvicinare il mondo scolastico e quello lavorativo.
“La sperimentazione del Sistema Duale consentirà in un biennio a circa 60 mila giovani di poter conseguire i titoli di studio con percorsi formativi che prevedono, attraverso modalità diverse, una effettiva alternanza scuola-lavoro. Per una parte dei giovani studenti l’apprendimento in impresa avverrà tramite un contratto di apprendistato di primo livello, mentre per l’altra parte avverrà attraverso l’introduzione dell’alternanza “rafforzata” di 400 ore annue a partire dal secondo anno del percorso di istruzione e formazione professionale. Mediante l’apprendistato formativo e l’alternanza “rafforzata” si potranno conseguire gli stessi titoli di studio acquisibili nei percorsi ordinari a tempo pieno: qualifica e diploma professionali, diploma di istruzione secondaria superiore, titoli di laurea triennale o magistrale, master e dottorato.” Così il comunicato stampa diramato dopo la conferenza. Inoltre bisogna ricordare che il rilancio dell’apprendistato passa anche dagli sgravi e benefici riconosciuti ai datori di lavoro ed elencati nell’art. 32 del D.Lgs. 150 del 2015.
Sistema duale e Buona Scuola
Ma l’obiettivo di avvicinare studenti e mondo del lavoro non era previsto solo nel Jobs Act. È stato infatti perseguito anche con la legge n. 107/2015 (legge Buona Scuola) che ha previsto per tutti gli studenti del secondo biennio e dell’ultimo anno delle scuole superiori, un percorso obbligatorio di orientamento in vista della scelta da compiere al termine degli studi. Questo periodo di alternanza scuola-lavoro è di 400 ore per gli istituti tecnici e 200 ore per i licei.
L’alternanza, secondo la legge, si può realizzare con attività di orientamento da svolgersi all’interno della scuola e al di fuori di essa. Potranno essere svolti percorsi di stage, i cui termini e modalità dovranno essere disciplinati tramite apposite convenzioni da siglare con imprese, associazioni di rappresentanza, con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati.
L’istituzione scolastica dovrà collaborare con i tutor esterni, nominati dalla struttura ospitante per certificare le competenze che gli studenti acquisiranno durante il percorso. Queste competenze saranno considerate crediti utili per l’ottenimento del diploma.
Un po’ di numeri sull’apprendistato
L’apprendistato di primo livello, come accennato, è uno degli strumenti per l’attuazione del progetto alternanza scuola-lavoro. Questa tipologia contrattuale, utile per conseguire il diploma o la qualifica professionale, è stata introdotta nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 276/2003. Eppure la diffusione nel nostro Paese di questa forma di apprendistato, così come quella di terzo livello per l’alta formazione o la ricerca, è rimasta marginale, nonostante ci siano circa 2,4 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti neet.
Nel XV Rapporto di monitoraggio sull’apprendistato, realizzato dall’Isfol su incarico del Ministero del Lavoro, presentato lo scorso luglio, è evidenziata una crescita di questa forma contrattuale tra le assunzioni, che è aumentata del 4,4% nel 2014 rispetto all’anno precedente.
Dalla ricerca si evince che l’apprendistato di tipo professionalizzante è quello più utilizzato (91% nel 2013), al contrario dell’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale e dell’apprendistato di alta formazione e ricerca, la cui percentuale di diffusione si attesta sul 9%. Probabilmente dopo le novità del “sistema duale”, questi numeri sono destinati a cambiare.
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