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Stretta di mano: 5 consigli per fare una buona impressione ad un colloqui di lavoro

Strette di mano, tipologie e suggerimenti per fare una bella figura: 5 consigli utili per avere successo in occasioni importanti come un colloquio di lavoro.

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Nella mia vita ho stretto migliaia e migliaia di mani! Clienti, fornitori, partner commerciali, persone a colloquio di lavoro, etc… Uomini, donne, anziani, italiani, stranieri, etc… Almeno 10 mani al giorno, per anni. Un’ampissima gamma di differenti strette di mano quando, tanto da potermi qualificare come esperto del settore (ma non metterò “stringitore di mani” nel biglietto da visita, tranquilli! In questa pagina ti illustrerò quindi le varie tipologie di stretta di mano e ti darò qualche consiglio per fare bella impressione. Ma per prima cosa sappi che non devi sottovalutare l’argomento, anche se può sembrare banale! La stretta di mano infatti presenta te, la tua persona, il tuo modo di interfacciarti con gli altri!

Stretta di mano, le varie tipologie

stretta di mano donna uomo

Il modo in cui ci presentiamo ad un interlocutore è fondamentale in ambito lavorativo. Saluto e stretta di mano, infatti, sono i nostri biglietti  da visita. Per questo motivo ho pensato di mettere insieme 5 consigli utili per fare bella figura in queste occasioni importanti. Prima di passare ai consigli su come fare belle figura ad un colloquio di lavoro, a partire appunto dalla presentazione e – quindi – dalla stretta di mano, è utile fare una panoramica su questo gesto tanto banale quanto importante. Esistono diversi tipi di stretta di mano:

La decisa

La stretta di mano decisa è quella dove colui che porge il saluto si porge nei confronti dell’interlocutore in maniere sicura e senza esitazione. È breve ma intesa, non accompagnata da esitazione e in grado di trasmettere sicurezza.

La trita-ossa

La stretta di mano trita – ossa è quella accompagnata da un’eccessiva forza, talvolta fuori luogo. Questa, oltre che ad infastidire, ad un colloquio di lavoro potrebbe avere l’effetto opposto di quello sperato. Invece di trasmettere sicurezza si potrebbe addirittura sembrare minacciosi, tanto da mettere a disaggio l’altra persona.

Quella a pinza

La stretta di mano a pinza è quando si stringe la mano dell’interlocutore in maniera veloce, quasi a scatto, senza prende per intero il palmo della mano. In questo caso l’impressione che si potrebbe dare è quella di poco interesse, il contrario di quello che una bella stretta decisa (ma non troppo) è in grado di trasmettere.

Il pesce morto

Nella categoria delle strette di mano a pesce morto (che è una variante dell’Olandese) rientrano tutte le “strette” accompagnate da mani sudate e saluto rigido. Questo genere di presentazione può non mettere a proprio agio e, quindi, far partire male fin da subito l’incontro.

Quella a chiave

La stretta di mano a chiave è quella in cui al saluto deciso, quasi prepotente, segue una spinta altrettanto forte. È quando uno dei due interlocutori spinge verso di sé la persona con cui si sta confrontando, quasi come a strattonarla o – comunque – riducendo le distanze fissate da quest’ultima. Si tratta di una stretta di mano che spesso implica confidenza e che, quindi, è sconsigliata ad un colloquio di lavoro.

La clericale

La stretta di mano clericale è quando i due interlocutori si scambiano il saluto, allungando la mano ma non stringendo il palmo dell’altro. È formale, non decisa e poco colloquiale.

La stretta doppia

La stretta di mano a doppia presa è quella in cui, al primo contatto ne segue un secondo. Si tratta di una stretta a due mani appunto, dove alla presa con la sinistra segue la chiusura con la destra, e viceversa. Anche in questo caso il saluto implica confidenza.

Consigli utili sulla stretta di mano

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Ad un colloquio di lavoro, o comunque ad un incontro importante, presentarsi bene e presentarsi decisi e sicuri vale sicuramente la buona riuscita. Una stretta di mano decisa e confidente, dunque, è il miglior modo per iniziare la conversazione. Attenzione, però, a non esagerare. Vi è infatti una convinzione diffusa secondo la quale una stretta di mano forte corrisponda a sicurezza e, quindi, ad una bella figura. La verità, però, è che essere decisi va bene, stritolare la mano dell’interlocutore e non calibrare bene le forze no. La stretta di mano “trita-ossa”, citata sopra, mette a disagio, può infastidire e, quindi, dare fin da subito una cattiva impressione.

Mantenere il contatto visivo

Quando ci si presenta ad una persona, specie quando si tratta di un recruiter che deciderà sull’esito del colloquio di lavoro, è importante mascherare eventuali paure ed ansie. Una stretta di mano decisa aiuta in questa missione, ma deve essere accompagnata anche da altro. A tal proposito, dunque, è fondamentale mantenere il contatto visivo, non abbassare lo sguardo o apparire intimoriti. Il saluto deve essere accompagnato da gesti del corpo altrettanto decisi e sicuri che non tradiscano il candidato.

Cordialità accompagnata da un bel sorriso

Un atteggiamento positivo e cordiale aiuta sicuramente a fare una bella impressione sul recruiter. Ad un colloquio di lavoro non bisogna solo preoccuparsi di apparire sicuri di sé e delle proprie doti ma, allo stesso tempo, è molto importante anche non sembrare troppo rigidi. Una stretta di mano decisa, dunque, deve essere accompagnata da un bel sorriso, uno sguardo sveglio e una postura elegante, dritta ma non troppo rigida. Serve per sembrare più confidenti e per non far trasparire alcuna insicurezza. Il messaggio che si darà è quello di voglia di mettersi in gioco ed entusiasmo.

L’importanza di essere disinvolti, ma non troppo

La stretta di mano decisa, ad un incontro importante come un colloquio di lavoro, non deve essere accompagnata da un atteggiamento rigido o teso (ed il perché lo abbiamo spiegato ampiamente sopra). Bisogna mostrarsi professionali, certo, ma riuscire anche a far trasparire una certa confidenza. Chi sostiene il colloquio deve dimostrare di non avere timore, di essere consapevole delle proprie doti e di non essere troppo nervoso, perché sa di essere la persona adatta a ricoprire quel ruolo. La stretta di mano, quindi, deve essere decisa e disinvolta, ma non troppo. Il recruiter non è un amico, quindi sono solitamente sconsigliate le strette doppie, a pinza o a chiave.

Calcolare bene i tempi

Una stretta di mano appropriata e che non metta in imbarazzo è una stretta di mano dove chi si presenta e/o saluta calcola bene i tempi. Stringere troppo al lungo o, al contrario, tirarsi indietro in fretta può azzerare i benefici di un saluto deciso. Tutti i tentativi per evitare di fare una cattiva impressione, dunque, potrebbero essere così vanificati. Una buona idea è quella di provare a prevedere la mossa dell’interlocutore, evitando di mollare la presa quando ancora quella dell’altro è ferma e cercando di non restare fermi quando le mosse delle persona che si ha di fronte suggeriscono l’intenzione di voler interrompere quel momento.

Come visto, non esistono strette di mano perfette, ma vi sono dei modi per ridurre al minimo i rischi di fare brutta figura.

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