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Taglio, raccolta e vendita legna da ardere: come avviare un’impresa boschiva

Come si avvia un’attività di taglio, raccolta e vendita di legna? Ecco qualche semplice indicazione per iniziare.

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Il mestiere del boscaiolo? Rimanda alle favole ascoltate da bambini: quelle in cui le principesse in fuga si perdevano tra gli arbusti più fitti imbattendosi in taglialegna dall’aspetto rude. Un cliché letterario destinato a tramontare per cedere il passo alla realtà dove si registra una crescente tendenza a considerare quello del taglio, della raccolta e della vendita della legna da ardere (e non solo) un business redditizio e interessante. Ecco perché abbiamo pensato di informarci e informarvi meglio su questa attività che – in tempi di crisi come i nostri, che invogliano a risparmiare su tutto (anche sul riscaldamento) – promette di concedere grandi soddisfazioni.

Avviare attività di vendita legna da ardere: un’opportunità redditizia

Diciamolo subito: il legno è una risorsa preziosissima, sfruttata dalla notte dei tempi per i più diversi scopi. C’è chi lo usa nell’edilizia, per costruire mobili o strutture di vario tipo e chi in campo energetico. E poi c’è la legna da ardere: quella che, per intenderci, finisce nei camini e nelle stufe che servono a riscaldare le stanze delle nostre abitazioni, conferendo un tocco di romantica magia all’ambiente. Il taglio, la raccolta e la vendita della legna da ardere possono rappresentare una valida opportunità lavorativa, ma occorre informarsi in maniera scrupolosa su cosa fare perché improvvisarvi taglialegna è un’opzione da non prendere in considerazione. Prima di ogni cosa, occorre capire qual è la tipologia di legno più adatta alla combustione domestica. Il discorso richiederebbe molti approfondimenti, ma quel che è indispensabile sapere  è che il legno “duro” è preferibile a quello “tenero”. Qualche esempio? Il legno di faggio, di rovere e di noce, ma anche quello di frassino, betulla, acero e carpino hanno un alto potere calorifico e vanno quindi benissimo. Mentre i legni più teneri come quelli dell’abete, del larice e del pino sono più adatti a cucinare e vengono, infatti, solitamente impiegati nei barbecue.

Impresa boschiva, parola d’ordine: sicurezza

Una volta individuata la tipologia di legno su cui si intende investire, occorre passare al lato pratico prendendo le mosse dall’abbattimento degli alberi. Si tratta, ovviamente, della fase più delicata: quella che necessita delle maggiori accortezze. Avviare un’attività finalizzata alla vendita di legna da ardere significa essere a capo di un’impresa boschiva che deve essere regolarmente iscritta alla Camera di Commercio e all’Albo regionale di categoria. E significa, più di ogni altra cosa, essere in possesso di un “patentino” che certifica l’idoneità a svolgere un’attività tanto affascinante quanto impegnativa e rischiosa. I corsi per diventare “operatore forestale” non possono, infatti, essere bypassati e rappresentano, anzi, il primo step per chi vuole fare questo mestiere. Dimenticatevi, insomma, i boscaioli muscolosi che tagliano i tronchi a braccia nude, con il solo ausilio di un’ascia. Per abbattere un albero – dopo aver fatto i necessari sopralluoghi e aver ottenuto tutte le concessioni del caso – occorre rispettare norme di sicurezza rigidissime. Partendo dalle indicazioni dei più esperti che, per esempio, sostengono che il periodo migliore per abbattere gli alberi sia l’inverno poiché, in quella stagione, il legno risulta più poroso e più povero di linfa.

Prima di iniziare a tagliare, bisogna:

  • Ripulire tutte le vie di fuga intorno all’albero, per evitare che quando questo cada impatti con elementi che potrebbero danneggiarlo
  • Accertarsi che non ci siano persone nella zona in cui si sta operando
  • Prendere tutte le dovute precauzioni indossando caschetti e occhiali per proteggersi da eventuali schegge, cuffie a protezione delle orecchie, guanti imbottiti e pantaloni e scarponi anti-taglio

Commercio legna da ardere: l’abbattimento e la stagionatura

Gli attrezzi del mestiere sono rappresentati dalle motoseghe e dalle falci e dalle seghe manuali che possono essere utilizzate per tagliare i rami più sottili. Saperle maneggiare è uno degli aspetti più importanti e delicati della professione: ecco perché chi è alle prime armi, non può fare tutto da solo, ma deve farsi seguire da chi ha imparato, nel tempo, a schivare gli incidenti tra gli alberi. Con tutta l’attrezzatura del caso, si potrà quindi procedere al taglio vero e proprio cui seguirà la “sramatura” (ossia la rimozione dei rami dal tronco), la raccolta e l’accatastamento. Il legno andrebbe sempre tagliato in porzioni facili da trasportare (anche se gli strumenti in grado di risolvere le situazioni più complicate non mancano: si pensi, ad esempio, alle gru a cavo che riescono a raggiungere i boschi situati nelle zone più alte delle montagne) e condotto in un luogo adatto alla sua conservazione. La legna appena tagliata, che contiene circa il 50% di umidità, deve infatti essere essiccata. Il tempo della stagionatura varia da legno a legno: si va da un minimo di 6 mesi a un massimo di 2 anni durante i quali la legna destinata ad alimentare il fuoco dei camini e delle stufe raggiunge le sue condizioni ottimali. A questo punto, il prodotto può considerarsi finito e pronto alla commercializzazione.

Quello del boscaiolo è un mestiere che, dopo anni di oblio, è stato recentemente riscoperto e rivalutato. Anche per via delle crescenti competenze tecniche che vengono richieste a chi decide di intraprenderlo. L’operatore forestale non si limita, infatti, a tagliare gli alberi, ma provvede a “sanare” il bosco perché tende ad eliminare le piante più vecchie (quelle che assorbono poca acqua e rischiano di far franare il terreno) a tutto vantaggio di quelle giovani. Si tratta, insomma, di un “manutentore” del patrimonio boschivo, capace di intervenire nel rispetto dell’ambiente senza rinunciare al proprio guadagno personale. Chi è stanco di trascorrere le sue giornate in ufficio potrebbe prendere in seria considerazione l’idea di dedicarsi a questa attività alternativa, a stretto contatto con la natura. Ma dovrà – lo ripetiamo – informarsi per bene su tutto, magari partendo dalle associazioni di imprese boschive presenti nella sua regione di residenza che potranno dargli le prime preziose indicazioni sul da farsi.

Supporto per avviare un’attività di taglio, raccolta e vendita legna da ardere

Per chi volesse un supporto per avviare un’attività di taglio, raccolta e vendita legna da ardere e ricevere info e consigli per avere finanziamenti, contributi a fondo perduto e agevolazioni pubbliche, segnaliamo il Kit Creaimpresa: Come aprire un’attività di taglio, raccolta e vendita di legna da ardere  (da noi valutato e ritenuto veramente valido).

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