La Tares, nuova tassa sui rifiuti già in vigore, si preannuncia come una mezza mazzata per le attività produttive. Secodo la Cgia, rispetto alla vecchia Tarsu o alla Tia, gli aumenti saranno considerevoli. A dirla tutta, non è una sorpresa. In ogni caso, per un capannone di 1200 mq, si arriverà a pagare fino a 1.133 euro in più rispetto al 2012 (22,7% in più). Questo, solo per il 2013, perché l’appena avvenuta abolizione dell’Imu, come conseguenza avrà l’introduzione dal 2014 della cosiddetta “service tax” (tassa concettualmente preannunciata qualche mese fa, con un altro nome). Una misura quest'ultima che il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha presentato come di nuova concezione e che toccherà appunto i servizi locali, tra cui quello sui rifiuti e perciò anche la Tares (che dovrebbe venire inglobata).
Per negozi e abitazioni, gli aumenti saranno minori, ma saranno pur sempre aumenti, che per giunta si scontrano con un dramma occupazionale in continua espansione. Un negozio di 70 mq arriverà a pagare quasi 100 euro in più, un’abitazione di 114 mq (misura media nazionale), 73. Di contro, almeno per il 2013 l’Imu, effettivamente, non si pagherà più. L’esecutivo in carica ha cancellato l’Imposta municipale unica sulla prima casa e, cosa molto importante, sui fabbricati con destinazione d’uso agricola, per loro natura quasi sempre di dimensioni importanti. Non solo raffiche di aumenti quindi, ma anche qualche buona notizia. Un nostro articolo di pochi giorni fa metteva però in luce la drammatica questione legata al costo della vita in costante crescita. In questo, un aggravio di spesa causato dalle tasse certo non alimenta quel clima di fiducia necessario alla ripresa dei consumi e quindi dell’economia reale.
In tal senso vanno anche le dichiarazioni del presidente della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, per il quale, “con la crisi economica e il conseguente calo dei consumi, le famiglie e le imprese hanno prodotto meno rifiuti. Inoltre, grazie all'aumento della raccolta differenziata avvenuto in questi ultimi anni un po’ in tutta Italia, il costo per lo smaltimento degli stessi è diminuito”. Insomma, in parole povere, la quantità di rifiuti da smaltire nell'attuale momento storico è minore e per giunta farlo costa anche meno rispetto a qualche anno fa, grazie allo sviluppo del sistema della differenziata. A fronte di questo però, la Cgia ha stimato gli aumenti di cui sopra; “una situazione – ha sentenziato Bortolussi – che rasenta il paradosso”.
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