Quella della Cgia sembra ormai una vera e propria campagna stampa a sostegno di qualche nobile causa. Invece è solo la descrizione della realtà. Da tempo l’associazione di Mestre lancia mirati allarmi, corredati da dati ben poco equivocabili, sulla necessità di ridurre le tasse sul lavoro. L’ultimo studio effettuato dimostra come pensionati e dipendenti del Sud Italia siano più tartassati dei loro "colleghi" del Nord. A pesare, in questo senso, sono le addizionali regionali e comunali Irpef. La Cgia ha preso in esame quattro tipologia “campione” e ha fatto tutti i conti del caso.
Un pensionato con reddito pari a 16mila euro (circa mille euro al mese netti); un operaio con reddito di 20mila euro (poco più di 1.200 euro al mese ); un impiegato che guadagna 36mila euro (più o menoi 2mila euro) e un quadro con un reddito di 59mila euro (3mila euro al mese). In tutti e quattro i casi si nota come siano i soggetti residenti in Calabria ad essere i più tartassati, seguiti a ruota da quelli del Molise. Infatti, le addizionali irpef sui pensionati , nel 2013 “raggiungeranno” quota 449 euro, contro i 448 del Molise. Importo che, rispetto al 2010 è cresciuto nel primo caso di 135 euro e nel secondo di 110. Al terzo posto, se così si può dire, il Lazio con 417 euro ( e più 112). La media nazionale si attesta significativamente più in basso, a 340 euro.
Analogo discorso per la figura dell’operaio (562 e 560 euro rispettivamente in Calabria ed in Molise, a fronte di una media nazionale di 428) e quella dell’impiegato, categoria, quest’ultima sulla quale l’importo delle addizionali Irpef arriva a varcare la soglia dei 1000 euro (1020 in Calabria e più 305 rispetto al 2010, 1016 in Molise, con una maggiorazione di 254 euro rispetto a tre anni prima). Ovviamente gli importi crescono anche in base all’entità dello stipendio. Più si guadagna più il peso dell’Irpef si fa sentire. Va detto però che la media nazionale calcolata dalla Cgia in riferimento a tutti e quattro i casi (considerando quindi anche la categoria dei quadri), viene abbondantemente superata nelle Regioni più tartassate. Rispetto ai 1020 euro della Calabria, la media nazionale per gli impiegati è infatti di 820 euro. Un quadro calabrese sborserà quest’anno 1668 euro (500 euro in più rispetto a tre anni prima), 1663 quello molisano (più 410 euro rispetto al 2010), a fronte di una media nazionale di 1374.
La ragione di queste differenze non certo trascurabili risiederebbe, secondo la Cgia, nella “cattiva situazione in cui versano moltissime regioni del Sud in materia di sanità. Le Regioni in disavanzo sanitario sono state obbligate a elevare l'aliquota base, pari allo 0,9% fino al 2010, di 0,5 punti percentuali, raggiungendo così quota 1,4%". Dal 2010, poi, "quelle in disavanzo sanitario che non avevano rispettato i piani di rientro sono state costrette a innalzare ulteriormente l'aliquota di altri 0,3 punti percentuali, arrivando a toccare la soglia dell'1,7%”.
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