La guida di un buon mentore può fare la differenza, ma l’obiettivo finale deve essere raggiunto da soli
Trovare lavoro, si sa, non è facile. Nel mare magnum di offerte e domande che spesso non si incrociano, i giovani disoccupati fanno molta fatica a orientarsi da soli e a comprendere quale sia la strada giusta da imboccare. E’ a loro che hanno pensato i ricercatori di Adapt (associazione specializzata nell’elaborazione di studi e ricerche che riguardano il mondo delle relazioni industriali e del lavoro) quando hanno dato vita a “Mentee”. Ovvero alla piattaforma in cui giovani studenti in cerca di un impiego possono entrare in contatto con mentori altamente qualificati.
“Mentee nasce per facilitare la transizione dei giovani studenti al lavoro – si legge sul sito dedicato al progetto – proponendo un approccio al mentoring libero e non convenzionale. Alla base di Mentee ci sono due convinzioni: qualunque sia il loro campo di specializzazione, il primo bisogno dei giovani è ricevere ascolto, conoscere esempi positivi, essere incoraggiati e non sentirsi soli nelle scelte decisive per il proprio futuro professionale. Dall’altro lato – prosegue il manifesto – molti professionisti, top manager e imprenditori hanno un’attitudine spiccata al trasferimento delle conoscenze“. “Mentee vuole avvicinare queste due dimensioni – si legge ancora sul sito – il bisogno di guida e orientamento dei giovani studenti con un futuro professionale tutto da costruire e il commitment di una community di professionisti che, con vocazione e passione, si dedica alla formazione e all’orientamento dei leader di domani”.
Come funziona? Gli studenti e i mentori interessati dovranno partire dalla compilazione di un semplice form con tanto di lettera motivazionale. E attendere che i ricercatori procedano con la giusta “combinazione” che dovrebbe favorire l’incontro tra chi è in cerca di un aiuto e chi si dichiara ben disposto a concederglielo. “Ci siamo limitati a creare il luogo virtuale dell’incontro – ha spiegato uno degli autori del progetto – I giovani si iscrivono alla piattaforma e attendono di essere abbinati a professionisti o imprenditori che hanno dato la disponibilità a svolgere la funzione di guida”. “Studiando come funziona la transizione dei giovani al mondo del lavoro – ha aggiunto la responsabile dell’iniziativa, Giulia Rosolen – ci siamo resi conto di quanto sia importante avere una guida solida, una persona di riferimento, anche solo per le cose più semplici, come ad esempio scrivere un curriculum o gestire un colloquio di lavoro”. E già perché aderire al progetto non vuol dire avere la garanzia di trovare un impiego. “L’obiettivo del mentore non è quello di trovare un’occupazione al proprio Mentee – hanno messo in chiaro i ricercatori – ma di fare buon orientamento“. Come dire: la guida di un buon mentore può fare la differenza, ma l’obiettivo finale deve essere raggiunto da soli.
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