Le violenze subite da un lavoratore mentre fa ritorno a casa dal luogo della propria occupazione sono riconosciute dall’Inail come “infortunio sul lavoro“. La drammatica vicenda di una signora 40enne di Milano, vittima di violenza sessuale al ritorno dal lavoro, ha indotto l’Inail a riconoscere anche il danno biologico. E’ il primo caso in italia di questo genere, anche se va detto che l’orientamento a riconoscere l’infortunio sul lavoro a causa di violenze nel tragitto casa/lavoro è oramai da tempo in fase di consolidamento. La signora, addetta alle pulizie in una struttura alla periferia del capoluogo lombardo, oltre un anno fa, mentre tornava a casa dal luogo di lavoro, fu aggredita da un uomo che agì con atti di violenza sessuale.
Le lesioni. Nei giorni successivi allo sconcertante evento, la donna ha dovuto fare i conti con lesioni fisiche e traumi psicologici, non potendosi recare al luogo di lavoro. La vittima dell’aggressione si è quindi rivolta ad un patronato e al Centro donna della Camera del lavoro di Milano: è stato proprio il patronato a segnalare l’episodio all’Inail, affinchè potesse essere riconosciuto l’infortunio sul lavoro che – come noto – comprende anche ciò che occorre durante il normale percorso di andata e di ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro (il c.d. “infortunio in itinere”). In seguito a tale richiesta, l’Inail ha riconosciuto l’indennizzo per la mancata retribuzione nel periodo in cui si è assentata dal lavoro.
Indennizzi. Tuttavia, la vicenda non si è conclusa qui, considerato che la donna – come era d’altronde ben prevedibile – ha subito gli effetti dei danni causati dalla violenza nel medio e nel lungo termine, sfociando in attacchi di panico e crisi depressive che l’hanno condotta a intraprendere un percorso presso un centro psico-sociale (dove i medici hanno riscontrato una menomazione dell’integrità psicofisica). Sempre attraverso il ricorso ai servizi del patronato, è stato quindi presentato un ricorso all’Inail per ottenere il riconoscimento del danno biologico subito dalla signora: un mese fa l’Inail ha finalmente accolto il ricorso, riconoscendo alla donna un indennizzo di 10 mila euro.
Le novità. A costituire una vera novità da parte dell’approccio Inail non è stato dunque il riconoscimento dell’infortunio in itinere conseguente all’episodio di violenza sessuale, quanto l’accertamento del danno biologico. Il caso della donna milanese è dunque il primo, in Italia, in cui l’Inail riconosce la violenza sessuale come infortunio sul lavoro con durature conseguenze a livello psicofisico.
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