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Andare all’università costa sempre di più: ecco cosa dicono i dati Eurostudent

Il rapporto tra il portafoglio degli studenti e l’università è cambiato, in peggio. Andare in “uni” costa sempre di più, lo dicono gli ultimi dati eurostudent.

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Stando a quanto afferma la nuova indagine Eurostudent, promossa e cofinanziata dal ministero dell’Istruzione, andare all’università, in Italia, costa sempre più caro. In tre anni le tasse sono infatti aumentate dell’8%, e la laurea continua ad essere considerata come uno strumento fondamentale per ottenere una maggiore speranza di carriera, inducendo pertanto gli studenti in una strada pressochè obbligata, e altamente costosa se relativizzata a quanto accadeva fino a non troppi anni fa.

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Ad ogni modo, a influenzare la strada “obbligata” non sono solamente le evidenze del mercato del lavoro, quanto anche il livello di istruzione dei genitori che, si legge nel dossier, rappresenta un fattore rilevante nelle scelte successive al conseguimento del diploma, considerando che è cresciuta del 7% la percentuale di studenti provenienti da famiglie di diplomati, o laureati e di ceto impiegatizio, da cui deriva almeno un iscritto su tre.

Cresce inoltre anche il fenomeno del pendolarismo: se 3 studenti su 4 vivono con la famiglia d’origine, è anche vero che tra questi 3, per almeno 2 andare all’università significa sostenere un continuo avanti e indietro tra casa e luogo di studio. Dall’indagine è inoltre emerso che circa la metà degli intervistati (un campione di 5.400 unità) preferisce andare a specializzarsi in un’altra città, continuando però a vivere nella famiglia di origine.

Sempre in relazione al rapporto tra fruizione dell’Università e costi, l’indagine sottolinea come la crisi abbia impattato anche gli universitari in cerca di un’occupazione per poter incrementare il budget a disposizione. Coloro i quali studiavano e vantavano un posto e uno stipendio erano infatti pari al 39% nell’ultima edizione dello studio, e ora sono calati del 26%. Ovvero, un passo indietro di un terzo laddove – viene indicato nel dossier – “la contrazione del lavoro studentesco rispecchia le caratteristiche del mercato giovanile. E ne riproduce le dinamiche territoriali: spicca sia la situazione critica del Mezzogiorno, sia la crisi dell’area del Nordest, caratterizzata in precedenza da una quota particolarmente alta di studenti con un impiego e che registra un calo record del 40%”.

Infine, l’aspetto più annoso. Eurostudent sottolinea come l’importo medio delle tasse dichiarate da coloro che frequentano gli atenei italiani sia pari a 1.213 euro l’anno, con un incremento del 13% negli ultimi 6 anni. Una media che è tuttavia frutto di un corposo incremento nel Nord Ovest (+ 45,7%) rispetto alla media nazionale, piuttosto che la Sud (- 37,7%).

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