Recentemente il Parlamento Ue si è espresso nuovamente sulla questione auto elettriche, confermando il 2035 come data ultima per la vendita delle auto nuove ad alimentazione endotermica, ovvero i motori a scoppio, quelli benzina e diesel. La decisione ha alimentato delle polemiche che già c’erano, in quanto secondo molti la cosiddetta transizione elettrica sarà impossibile a meno di pagare un costo in termini socio-economici devastante.
Ma cosa vuol dire esattamente tutto ciò. Cerchiamo di capirlo un po’ meglio. Lo stop alla vendita delle auto endotermiche significa sostanzialmente che si potranno continuare ad usare, ma in Europa non saranno più vendute auto nuove con quel tipo di alimentazione (nessun problema invece per l’usato) e che invece, se la decisione non cambierà negli anni, verranno commercializzati veicoli di nuova fattura solamente ad alimentazione elettrica.
I problemi dell’elettrico
Se è vero che mancano ancora diversi anni, c’è comunque chi sostiene da sempre che l’auto a motore elettrico abbia dei limiti non superabili e che comunque non è che sia così poco inquinante, semplicemente viene spostato il problema. Se per le auto a benzina e gasolio la questione dell’inquinamento sta nei gas di scarico, per le auto elettriche il problema è la produzione prima, con l’estrazione di minerali e terre rare e lo smaltimento delle batterie dopo. Unitamente a quest’ultimo bisogna parlare anche della durata delle batterie stesse, attualmente variabile tra i 7 e i 10 anni. Dopo questa data andrebbe sostituito l’intero pacco batterie, ma il problema di quest’ultima operazione, anche a prescindere dallo smaltimento di quelle vecchie, è il costo, che consta in diverse migliaia di euro. Cifra che non tutti possono permettersi.
Altri problemi derivano dall’autonomia dell’auto, ancora piuttosto limitata. Inoltre va detto che essa viene ancor più messa a dura prova dall’utilizzo dei dispositivi dell’auto, come ad esempio l’aria condizionata. E’ pur vero che le auto elettriche, ma anche quelle ibride vantano dispositivi di recupero dell’energia durante il viaggio, ma per ora essi sembrano non essere sufficienti ad eguagliare l’autonomia di un motore endotermico, che tra l’altro si “ricarica” in pochi minuti facendo rifornimento, diversamente da un veicolo elettrico che ha bisogno di diverse ore, colonnine e parcheggi dedicati e via dicendo. Un altro problema dell’auto elettrica è, attualmente, il costo. E’ infatti solitamente significativamente più cara di una sua pari endotermica, anche se vanta generalmente prestazioni maggiori.
Un altro problema ancora è quello di poter riuscire a produrre tutta l’elettricità necessaria a mantenere decine di milioni di veicoli, cosa non certo facile né tantomeno immediata. Ma allora l’elettrico ha solo difetti? Beh, no. Ovviamente, negli anni tutti questi problemi miglioreranno, anche se non è dato sapere fino a dove l’elettrico potrà arrivare. In ogni caso, l’abbattimento delle polveri sottili è un grande vantaggio a favore delle elettrificate e sicuramente ci sono varie situazioni in cui un’auto elettrica può essere la scelta giusta rispetto ad una endotermica. Infatti, il problema non è certo avere un veicolo a trazione elettrificata, ma l’imposizione di averlo. Spieghiamoci meglio.
La questione della diversificazione del mercato
Il vero progresso non passa quasi mai da un obbligo. Avere un mercato con un monopolio elettrico (ma anche di un altro tipo) difficilmente porterà vantaggi alla generalità delle persone. Differente, molto differente, sarebbe il caso di una vera diversificazione del mercato delle alimentazioni delle auto. A parte gli studi sull’auto ad energia solare, esistono almeno quattro tipi di propulsione che possono essere tranquillamente utilizzati da qui all’eternità: l’auto attuale più diffusa, ovvero quella ad alimentazione endotermica: benzina gasolio (e con i carburanti sintetici in arrivo), gpl (sia benzina che diesel) e metano. L’auto ibrida, che è un mix tra un’auto endotermica e una elettrica, la cosiddetta full electric, ovvero un’auto a propulsione completamente elettrica e quella ancora poco sviluppata ma con molte potenzialità ad idrogeno.
Semplicemente tutte queste dovrebbero pacificamente convivere in un mercato veramente diversificato, che possa mettere al centro il consumatore, che sarebbe così in grado di scegliere davvero la soluzione più utile ed economica (o gradita, a seconda delle possibilità) rispetto al suo tipo di mobilità prevalente. L’imporre un solo sistema potrebbe infatti, tra le altre cose, generare un esponenziale aumento dei costi, a causa della mancata concorrenza di un altro tipo di energia. Potrebbero quindi obbligare a pagare un prezzo molto alto per l’energia utilizzata, detto in soldoni. Una coesistenza di auto a diversa propulsione invece scongiurerebbe il più possibile un’eventualità di questo tipo, proiettando l’intera Europa in un mercato incredibilmente performante e vantaggioso per tutti.
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