Poca fiducia, ma anche e forse soprattutto ragioni culturali. Così il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi ha commentato il risultato dello studio effettuato dall’associazione da lui presieduta: 15 milioni di italiani sarebbero privi di un conto corrente bancario. A termine di paragone, in Germania sarebbero poco più di un milione. Secondo Bortolussi, le ragioni di …
Poca fiducia, ma anche e forse soprattutto ragioni culturali. Così il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi ha commentato il risultato dello studio effettuato dall’associazione da lui presieduta: 15 milioni di italiani sarebbero privi di un conto corrente bancario. A termine di paragone, in Germania sarebbero poco più di un milione. Secondo Bortolussi, le ragioni di una tale situazione sono diverse: “Non possiamo disconoscere, ad esempio, che molte persone di una certa età e con un livello di scolarizzazione molto basso preferiscono ancora adesso tenere i soldi in casa, anziché affidarli ad una banca”, ha infatti spiegato il segretario della Cgia. In pratica, i classici soldi nascosti sotto il materasso.
Altre ragioni risiedono nella forte propensione degli italiani a pagare tutto o quasi in contanti. La necessità conseguente è quella di avere sempre una certa cifra a disposizione nell’immediato, riducendo così di molto l’utilità di un conto in banca, che a quel punto può anche diventare una spesa indesiderata. Ed un altro motivo per il quale quasi il 30% degli italiani (dato calcolato sugli over 15) sarebbe senza un conto corrente è proprio quello riguardante le eccessive spese di gestione, influenzando la fiducia negli istituti di credito. Le banche, ha spiegato ancora Bortolussi, respingono da sempre tale accusa, controbattendo che “l'elevato costo sia da attribuire al livello di tassazione raggiunto in Italia. Un peso che non è riscontrabile in nessun altro Paese d’Europa”.
Va però detto che, ragionando, se si parte dal fatto che il costo dei conti correnti è troppo alto, allora la conseguenza prescinde dall’attribuzione di colpa; infatti, se decido che mi costa troppo tenere aperto un conto corrente posso, sbagliando visto che la colpa sarebbe del fisco (stando a quanto sostenuto dalle banche), attribuire la responsabilità dell’esborso eccessivo alla banca, ma anche incappando in un tale errore, riterrò comunque quell’esborso una spesa che non voglio affrontare e chiuderò il conto (o comunque non lo aprirò), andando a posizionarmi all’interno di quei 15 milioni calcolati dalla Cgia.
Seguiti quantitativamente da Romeni e Polacchi, gli italiani senza conto corrente, soprattutto quelli che hanno raggiunto l’età della pensione, pare utilizzino in maniera assidua anche il libretto di risparmio delle Poste. Un’altra pratica molto diffusa, sarebbe poi quella di appoggiarsi al conto corrente di un familiare, evitando così di aprirne uno in proprio. Come accennato sopra la Germania vanta il minor numero di “non correntisti”, poco più di un milione (il 2% del totale). Francia e Regno Unito registrano invece circa un milione e mezzo di “Unbanked”. La Romania e la Polonia, entrambe con oltre 9 milioni di persone senza un conto corrente, restano comunque lontane dai 15 milioni dell’Italia, ma in percentuale, stando ai dati della Commissione Europea, rielaborati dalla Cgia, gli abitanti che non utilizzano il principale servizio bancario sono di più: in Polonia sono infatti il 30% (contro il 29% dell’Italia), in Romania addirittura il 55%.
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