Bollo auto dimezzato, perché l’abolizione non sarà immediata: tutto sulla proposta di legge dopo l’annuncio del Ministro Luigi Di Maio e il ruolo delle Regioni dopo l’intervento della Corte di Cassazione.
Si sta discutendo tanto sulla nuova proposta di legge che punta a dimezzare e/o abolire del tutto il bollo auto. Il Vicepremier Luigi Di Maio ha fatto conoscere le intenzioni politiche del M5s. Di seguito un quadro generale della situazione e tutte le alternative possibili in ballo.
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Bollo auto abolito: l’annuncio del Ministro Luigi Di Maio
Il Vicepremier Luigi Di Maio, durante una delle sue recenti ospitate televisive, ha dichiarato di aver in cantiere una proposta di legge che ha come obiettivo l’abolizione del bollo auto. Le ultime dichiarazioni del Ministro del Lavoro, per ovvi motivi, hanno attirato non poco l’attenzione di contribuenti e rappresentanti in Parlamento. Da un lato, infatti, c’è chi ha reagito con entusiasmo alla notizia (i contribuenti), mentre dall’altro c’è chi ha iniziato a guadare a questa eventualità studiando pro e contro della proposta (i politici).
“Vogliamo eliminare il bollo auto, fare in modo che entro la fine dell’anno ci sia una consistente riduzione o l’abolizione del bollo”, ha affermato Di Maio a Unomattina. Quello che il M5s ha intenzione di fare, come si evince dalle sue parole, è partire da una riduzione della tassa che, gradualmente, porti alla totale eliminazione della stessa. Inutile dire che, come accennato sopra, fin da subito i più interessati hanno iniziato ad interrogarsi sulla fattibilità della proposta di legge.
Prima di tutto, come ogni annuncio politico, bisogna capire se alle intenzioni seguiranno i fatti. Questo vale per qualsiasi partito o rappresentante in Parlamento e, quindi, anche per il Ministro Luigi di Maio e il Movimento 5 Stelle. In secondo luogo, ed è su questo punto che i più critici stanno insistendo, è fondamentale guardare con occhio critico ogni nuova proposta, per capire se la stessa sia effettivamente sostenibile (sia a livello economico che sociale).
Ci sono le risorse finanziarie per farla approvar? Che impatto avrà sulle casse dello Stato? A livello sociale quali saranno gli effetti sulla vita dei contribuenti? Miglioreranno o peggioreranno le condizioni vigenti con l’attuale sistema? Queste le domande che in molti si stanno facendo negli ultimi giorni.
Bollo auto: perché l’abolizione non sarà immediata
Ogni riduzione delle tasse, per ovvi motivi, viene accolta positivamente dai contribuenti. Una diminuzione della pressione fiscale, che spesso ha messo in ginocchio i cittadini più deboli e messo a dura prova le finanze delle imprese (specie di quelle più piccole), non può che essere vista di buon occhio in questo preciso momento storico.
Gli introiti fiscali derivanti da imposte e tasse, tuttavia, hanno uno scopo preciso, ovvero: quello di far fronte ai bisogni dei cittadini. Il gettito economico che da queste deriva, infatti, serve per finanziare i vari servizi pubblici e previdenziali, impedendo alla macchina statale di incepparsi o arrancare. È scontato dunque che, quando un’entrata viene a mancare, la prima cosa da fare è sostituirla con un’altra fonte altrettanto redditizia. Se non si può più contare sul denaro proveniente dall’applicazione di una tassa come quella del bollo auto, quindi, lo Stato che ha intenzione di tagliare quella spesa per i cittadini deve prima trovare le coperture finanziare adeguate per farlo.
Fatte queste premesse, dunque, diventa facile capire come mai l’abolizione del bollo auto non sarà immediata ma – molto probabilmente – graduale. Luigi Di Maio, infatti, ha parlato prima di una diminuzione e, poi, ha tirato in ballo anche l’ipotesi dell’abolizione. Adesso, quindi, al M5s spetterà presentare la proposta in Parlamento, individuare le risorse finanziarie per far approvare la legge e, successivamente, aspettare (e sperare) di ricevere l’approvazione da parte degli organi di rappresentanza, controllo e vigilanza. È probabile inoltre che, al fine di perfezionare il sistema, prima di arrivare al taglio totale si proceda ad una graduale deduzione della tassa (fino a perfezionare un sistema di tassazione fattibile e sostenibile per le casse dello stato).
Si evince chiaramente che, da quanto appena detto, che i tempi per la riduzione/abolizione del bollo auto non saranno rapidi.
Bollo auto dimezzato: la palla passa alle Regioni
Sulla riduzione e/o abolizione del bollo auto, è bene precisarlo, un ruolo fondamentale giocheranno le regioni. Una sentenza emessa dalla Corte Costituzionale (la n. 122/2019 del 20 maggio 2019), ha stabilito che le Regioni sono libere di introdurre esenzioni relativi al bollo auto. Questo, in pratica, vuol dire che se e qualora si decidesse di puntare alla totale abolizione di questa tassa, saranno le singole realtà regionali a doversi muovere per prime in questo senso.
Ad oggi gli introiti delle regioni derivanti dal bollo auto sono pari a circa 6 miliardi di euro all’anno. Un taglio di queste entrate, ovviamente, non può non avvenire senza trovare prima le risorse finanziarie adeguate. La volontà politica, quindi, non basta, poiché la decisione più importante spetterà poi alle regioni (che dovrebbero introdurre nuove tasse per “rimpiazzare” quelle abolite). Un’alternativa possibile all’introduzione di nuove tasse regionali, comunque, potrebbe quella di chiedere e/o ottenere da parte dello stato un trasferimento di fondi, tali da far fronte alle minori entrate.
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