Bonus affitti per immobili ad uso non abitativo con sconto fino al 60%. Ecco le novità e chi può beneficiare di questo sostegno economico
Il Decreto Rilancio è diventato una legge effettiva, con tante misure contenute al suo interno. Tra queste anche il bonus affitti 2020 con un credito d’imposta fino al 60% per i canoni d’affitto di immobili ad uso non abitativo, relativi alle mensilità di marzo, aprile e maggio. Tuttavia, questa particolare agevolazione economica non coinvolge tutti, ma solamente alcune categorie rientranti in specifici requisiti. Vediamo di cosa si tratta e chi può accedere alla misura in questione.
Indice
Che cos’è il bonus affitti?
Sono tante le misure contenute nel Decreto Rilancio ormai diventato legge. Si tratta di una serie di agevolazioni ed aiuti alle imprese, lavoratori, famiglie ed in generale alle realtà colpite dalla crisi Coronavirus. Tra queste ricordiamo il bonus affitti, ossia un’agevolazione fiscale con lo sconto fino al 60% che si traduce in credito d’imposta, per le mensilità di marzo, aprile e maggio 2020. Infatti, questi sono stati i periodi di maggiore criticità causate della pandemia da Covid-19. Il credito d’imposta al 60% del canone mensile di locazione, leasing o concessione di immobili ad utilizzo non abitativo è destinato ad attività commerciali, artigianali, industriali, agricole, turismo all’esercizio di lavoro autonomo. Tuttavia, non tutti possono accedere al bonus affitti, dipende dal soddisfacimento dei requisiti richiesti.
Requisiti per accedere al bonus affitti
Il credito d’imposta al 60% previsto dal bonus affitti per immobili ad uso non domestico, necessita del soddisfacimento di particolari requisiti. Questa misura in relazione al canone di locazione versato per i mesi di marzo, aprile e maggio, si rivolge a chi esercita attività d’impresa, arte o professione, con dei ricavi non superiori i 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente a quello in corso. Differente la situazione per le strutture alberghiere. Per queste il credito è previsto in maniera indipendente al volume degli affari avuto nel periodo d’imposta precedente.
Ed ancora, per contratti di servizi e prestazioni complesse o affitto d’azienda, che comprendono almeno un immobile ad uso non abitativo, adoperato per attività industriali, di artigianato, commerciali, agricole, lavoro autonomo ed interesse turistico, il credito d’imposta spettante è del 30%. Ricordiamo che questo vale anche per enti non commerciali, come ad esempio quelli del settore terziario, enti religiosi riconosciuti civilmente.
Il bonus affitti per negozi con fatturato superiore i 5 milioni di euro
Le novità non finiscono, in quanto è stato introdotto un bonus affitti anche per i negozi con ricavi oltre i 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente a quello attualmente in corso. Non è tutto, in quanto il Fondo per sostenere le locazioni affitti è stato incrementato ulteriormente di 160 milioni di euro. Si prevede anche un rimborso per i canoni d’affitto versati dagli studenti universitari fuori sede, nel periodo di emergenza sanitaria, con un Isee uguale o inferiore il valore di 15 mila euro. Una misura davvero interessante che sicuramente sarà di aiuto a tanti contribuenti duramente colpiti dalla crisi Covid-19 gli scorsi mesi. La ripartenza inizia anche da queste misure a sostegno delle realtà più deboli che non devono essere assolutamente abbandonate al loro destino.
Il Decreto Rilancio è legge
Il Decreto Rilancio con tutte le misure che contiene è diventato finalmente una legge effettiva, con il consenso definitivo dei senatori, 159 voti favorevoli e 121 contrari, nessun astenuto. Il testo di tale provvedimento era stato approvato il 13 maggio dal Consiglio dei Ministri con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Successivamente è arrivato in Parlamento per iniziare l’iter di conversione in legge, approvato dalla Camera il 9 luglio. L’ultimo step è stato quello in Senato che ha accordato la maggioranza su tale decreto, con una serie di interventi del valore di 55 miliardi di euro per risollevare l’economia, le imprese, i lavoratori, gli autonomi, partite Iva, settore terziario e le famiglie dopo la crisi da Coronavirus.
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