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Canone Rai: chi deve pagarlo, a quanto ammonta ed a cosa serve

Canone Rai: chi deve pagarlo, chi ne è esentato, come richiedere la disdetta, a cosa serve

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Il Canone Rai – denominazione con cui si individua il canone televisivo italiano – è un’imposta sulla detenzione di apparecchi “atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive” in Italia. Il Canone Rai si rifà espressamente al regio decreto-legge 21 febbraio 1938 n. 246, convertito poi nella legge 4 giugno 1938 n. 880, riguardante la Disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni. Dispone che «Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto.»

Chiamata ad esprimersi sulla legittimità del Canone Rai, più volte messa in discussione nell’ultimo ventennio, la Corte Costituzionale ne ha ribadito la prestazione tributaria fondata sulla legge. Anche la Corte di Cassazione ha diradato ogni dubbio in materia. Vediamo di seguito chi deve pagare il Canone Rai, chi ne è esentato, a quanto ammonta, come funziona e a cosa serve, come chiederne la disdetta.

Tipologie di Canone Rai e chi deve pagare

Il Canone Rai deve essere diviso in Canone ordinario e Canone speciale, in base ai soggetti che sono tenuti a pagarlo.

Canone ordinario

Il Canone Rai è un tributo di tipo nominale e grava sul detentore dello o degli apparecchi televisivi (alias il titolare). Riguarda quindi tutti gli apparecchi televisivi da lui posseduti sia nella propria residenza che in abitazioni secondarie. Ma anche da altri membri facenti parte dello stato di famiglia. Al tributo sono soggetti anche gli stranieri, pure se solo turisti. Sui quali potrebbero gravare anche le operazioni doganali relative all’importazione, anche se solo temporanea, degli apparecchi.

Canone speciale

Si distingue dal precedente in quanto dovuto per il possesso di apparecchi televisivi e radiofonici in esercizi commerciali. Quindi al di fuori dell’ambito famigliare. Si pensi a negozi, ristoranti, Hotel, ecc. La sua entità invece varia in base al tipo di impresa, ente o associazione; e al loro numero. Le società sono tenute ad indicare nella dichiarazione dei redditi il numero di abbonamento speciale alla radio o alla televisione per la detenzione di apparecchi “atti o adattabili” alla ricezione delle trasmissioni. La Rai, in un comunicato stampa del 2012, ha poi chiarito che per essi non si intendono computer, tablet e smartphone; anche se collegati ad Internet. La legge di stabilità ha stabilito che sia il Canone ordinario che quello speciale, non possono più essere cessati per suggellamento.

Chi non deve pagare il Canone Rai

Sono esentati dal pagamento dell’abbonamento TV in bolletta elettrica i seguenti soggetti:

  • Soggetti di età pari o superiore a 75 anni con un reddito annuale inferiore a Euro 6.713,98.
  • Possessori di seconda casa, in quanto pagheranno il Canone RAI nella bolletta dell’energia elettrica della prima casa.
  • Ospedali militari, Case del soldato e Sale convegno dei militari delle Forze armate.
  • Militari di cittadinanza straniera appartenenti alle forze armate della Nato di stanza in Italia.
  • Agenti diplomatici e consolari stranieri accreditati in Italia.
  • Rivenditori e riparatori TV.

A quanto ammonta Canone Rai in bolletta

Con la sua introduzione nella bolletta della Luce tramite Legge di stabilità, il Canone Rai nel 2016 è passato dai precedenti 113,50 euro a 100. Per poi scendere a 90 euro nel 2017. L’addebito avviene nei primi dieci mesi dell’anno solare, ovvero da gennaio ad ottobre. Le rate sono addebitate sulle fatture con scadenza del pagamento successiva alla scadenza. Il canone semestrale 2017 costa invece 45,94 euro, quello trimestrale 23,93 euro.

Come funziona e a cosa serve il Canone Rai

Le entrate derivanti dal tributo del Canone Rai viene devoluto dal governo italiano alla Rai (acronimo di Radiotelevisione Italiana S.p.A.). Quest’ultima è una società per azioni a partecipazione pubblica, che ha avuto la concessione per la produzione e la trasmissione dei programmi del servizio pubblico. Vige quindi tra la Rai e lo Stato italiano un contratto, pena una eventuale revoca della concessione. La Rai svolge una funzione di servizio universale di pubblica utilità, alla quale è stata imposta una precisa disciplina a differenza delle emittenti commerciali. Si pensi alle fasce protette per i minori, la trasmissione obbligatoria di programmi culturali anche di basso audience, un minimo di ore di sport, ecc. Sebbene anche il servizio pubblico, con l’incalzare delle reti private concorrenziali, badi molto di più all’audience. E dia maggiore spazio alle forme pubblicitarie commerciali.

Alla luce di alcune critiche sollevate, il Canone Rai viene giustificato al fine di preservare proprio i programmi culturali. La sua introduzione in bolletta, già pensata dal Governo Prodi II nel 2006, è stata invece imposta poiché tale tributo risulta essere il più evaso in Italia. Toccando punte di evasione pari al 25%. I frutti si sono già verificati a fine 2016, primo anno del Canone Rai nella bolletta della luce. Con un gettito da esso proveniente maggiore di 300 milioni di euro, malgrado sia stato anche come detto abbassato.

Come disdire il Canone Rai

Sul sito dell’Agenzia delle entrate si specifica che la disdetta del Canone Rai può essere richiesta qualora l’utente non detenga più apparecchi televisivi in alcuna dimora. Essi devono presentare la dichiarazione sostituiva di non detenzione (Quadro A) compilando e inviando il presente modulo. Come detto in precedenza, la disdetta non può più essere eseguita tramite suggello dell’apparecchio.

La dichiarazione di non detenzione deve essere presentata a partire dal 1° luglio dell’anno precedente ed entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento. La dichiarazione invece presentata dal primo febbraio ed entro il 30 giugno dell’anno di riferimento ha effetto solo per il tributo che si deve per il semestre luglio-dicembre dello stesso anno solare. Si ricorda che la richiesta di esenzione va presentata ogni anno.

Diversa invece è la dichiarazione di presenza di altra utenza elettrica per l’addebito (Quadro B). infatti, rispetto alla precedente, può essere presentata in qualsiasi momento dell’anno e solo una volta.

Come non pagare il Canone Rai se non dovuto

Chi non deve il Canone Rai, deve agire come descritto nel paragrafo precedente. Il modello può essere inviato tramite raccomandata, e in questo caso c’è tempo fino al 20 dicembre. Se invece si predilige la via telematica, la scadenza è il 31 dicembre. Nel primo caso occorre inviare un plico senza busta allegando la copia di un documento d’identità valido, indirizzato a  Sat – c.p.22 Torino. Nel secondo caso, dovrà collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate se si è registrati, oppure facendosi aiutare da un Caf. Per chi possiede la firma digitale è possibile anche l’invio per posta certificata, inviandola alla Pec Rai: cp22.sat@postacertificata.rai.it.

Chi supera i termini, può evitare di pagare il canone presentando il modello entro il 31 gennaio dell’anno successivo (quello per il quale non si deve pagare). Dovrà però chiedere il rimborso della prima rata, che comunque scatterà in automatico sulla prima bolletta dell’anno. Chi invia la dichiarazione entro il 30 giugno, invece, dovrà comunque pagare il primo semestre, ma potrà essere esonerato per quello successivo. Per tutte le dichiarazioni presentate dal 1° luglio in poi, l’esenzione riguarderà invece l’anno successivo.

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