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Come attirare candidati passivi in 4 mosse

La risorsa che state cercando potrebbe non comparire nella lista dei candidati canonici. Scovatela, facendo leva su alcune strategie mirate

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La domanda potrà sembrare poco interessante, ma dal punto di vista di un reclutatore – che deve impegnarsi a scovare la persona più rispondente alle esigenze dell’azienda per cui lavora – ha, invece, una certa rilevanza: è meglio puntare su candidati attivi o su candidati passivi? Prima di procedere, cerchiamo di fare chiarezza: i candidati attivi sono quelli che si propongono, rispondendo agli annunci di lavoro e inviando la loro candidatura (cv, lettera di presentazione ed eventuale portfolio) agli addetti alle Risorse Umane. Mentre i candidati passivi sono quelli che non cercano lavoro – perché, presumibilmente, ne hanno già uno – ma potrebbero fare al caso dell’azienda in cerca di nuovi talenti da assumere.

4 cose da fare per attirare candidati passivi

La questione ha appassionato alcuni “addetti ai lavori” che hanno, alla fine, concluso che non esiste un valido motivo che incoraggi a credere che i candidati passivi siano migliori di quelli attivi (e viceversa). Chi ha già un lavoro non è necessariamente più bravo e affidabile di una persona che è, invece, alla ricerca di un impiego. Le cose vanno indagate con più attenzione e vagliate con un certo scrupolo, evitando di “inciampare” in automatismi e pregiudizi che lasciano il tempo che trovano. Appurato, dunque, che un reclutatore dovrebbe tenere nella stessa considerazione sia i candidati attivi che quelli passivi, cerchiamo di focalizzare la nostra attenzione sui secondi (di cui si parla e si sa molto di meno) e di individuare le strategie che possono aiutare gli addetti alla selezione del personale ad attirare i migliori candidati passivi presenti sul mercato.

#1. Curate l’employer brand. Di cosa stiamo parlando? Dell’opportunità di puntare su una strategia di marketing tesa a far passare l’azienda  per il posto migliore dove andare a lavorare. Detta in altri termini: il management dovrebbero impegnarsi a potenziare il brand della struttura che dirige, rendendola desiderabile e attrattiva agli occhi di tutti. Anche dei candidati passivi. Che, una volta contattati dai reclutatori per un colloquio conoscitivo, dovrebbero avere le idee sufficientemente chiare in testa per valutare se l’offerta meriti di essere presa in considerazione o meno. In pratica: più un’azienda cura il suo “employer brand”, può ha chance di attirare talenti di tutti i tipi. Come si fa? Come già detto, è essenziale curare l’immagine e fare in modo che l’azienda abbia una certa visibilità (anche online): evidenziare i punti di forza e dare valore alle peculiarità che la distinguono dai competitors può essere un ottimo punto di partenza.

#2. Partecipate agli eventi giusti. Un altro modo per entrare in contatto con candidati passivi, che non manifestano alcun interesse a lasciare il loro lavoro, è partecipare a fiere ed eventi. Durante questi raduni, si avrà la possibilità di parlare della propria azienda e di spiegare, a chiunque si avvicini al vostro stand, cosa si fa e in cosa consiste il lavoro dei vostri dipendenti. Se la fortuna vi assisterà, potrebbe capitarvi di intercettare anche un valido candidato passivo. Che potrebbe chiedere maggiori informazioni sul vostro conto. Non lasciatevi scappare l’occasione: se la persona vi convince a sufficienza (o se siete addirittura portati a credere che si tratti della risorsa che stavate cercando da tempo) convocatelo in azienda. Non tanto per “sottoporlo” al canonico colloquio di lavoro, ma per fargli tastare con mano cosa succede nella vostra impresa e cosa sarebbe chiamato a fare. Se rimarrete chiusi nei vostri uffici e non manifesterete alcun interesse a partecipare (o sponsorizzare) eventi di questo tipo, la possibilità di intercettare candidati passivi si ridurrà al lumicino.

#3. Affidatevi ai social e ai siti specializzati. Linkedin è indiscutibilmente un valido strumento di reclutamento. Il social dei professionisti concede, infatti, ai selezionatori la possibilità di passare in rassegna i profili di un numero elevatissimo di candidati passivi. E di individuare le persone che, a loro giudizio, potrebbero portare un valore aggiunto importante in azienda. Ma Linkedin non è l’unico portale in grado di aiutare gli addetti alle Risorse Umane. Tra i tanti siti specializzati, ricordiamo: TalentBin (il più grande database al mondo di candidati passivi), che trova i candidati sui siti che frequentano di più, selezionandoli sulla scorta delle loro competenze, dei loro interessi e delle loro attività.

#4. Scommettete sui dipendenti. Preparatevi a scoprire che, nonostante gli sforzi profusi in ogni ambito, a procurarvi i migliori candidati passivi potrebbero essere i vostri dipendenti. Chi lavora in azienda può fare ottima pubblicità e innescare un passaparola virale, in grado di stuzzicare l’attenzione anche di chi, fino a quel momento, non aveva preso in considerazione la possibilità di lasciare il suo attuale impiego. Se i dipendenti continueranno a ripetere a parenti, amici e conoscenti quanto è bello lavorare nella loro azienda, è più che probabile che, se tra di essi c’è il candidato passivo dei vostri sogni, una volta contattato, risponderà positivamente alla vostra manifestazione di interesse. I dipendenti-promoter (così come quelli inviperiti coi capi) possono incidere moltissimo. Tenete nella giusta considerazione questo fattore ed impegnatevi a creare un ambiente positivo al lavoro. Se i vostri dipendenti sono felici e soddisfatti, non potranno che derivarne cose buone per tutti.

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