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Come diventare consulente aziendale: formazione, requisiti e offerte di lavoro

Come si diventa consulente aziendale? Quali sono le sue responsabilità e quali i guadagni? Formazione, requisiti e tutto quello che c’è da sapere su questa professione.

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Il successo di un’impresa dipende spesso dalle scelte e dalle strategie che questa mette in atto per raggiungere determinati obiettivi. Questa consapevolezza, oggi, porta sempre più aziende a rivolgersi ai consulenti aziendali, dei veri e propri esperti del settore che, tramite un piano ad hoc, hanno come unico obiettivo quello di far accrescere il benessere economico dell’ente. La crescente domanda, quindi, ha portato ad un interessante incremento delle opportunità lavorative nel settore della consulenza. Ma come si diventa consulente aziendale? Quali sono le sue responsabilità e quali i guadagni?

consulente aziendale

 

Consulente aziendale: chi è e cosa fa

Il consulente aziendale è colui che si occupa dello studio e dell’analisi delle varie dinamiche (economiche e non solo) che contraddistinguono una o più realtà strutturate affidate alla sua gestione e/o supervisione. Quello che fa, in pratica, è individuare punti di forza e debolezze di un sistema, organizzando un piano d’azione che miri ad esaltare i primi e ad eliminare le seconde. Ad un consulente d’impresa non ci si rivolge solo quando l’azienda è in crisi, anzi, sempre più spesso a questo professionista ci si affida anche, e soprattutto, per evitare che un’azienda vada incontro a momenti di stallo e/o di recessione economica.

Il suo lavoro, quindi, è quello di fornire alla direzione centrale gli strumenti necessari per acquisire consapevolezza e per agire con cognizione di causa. Chi vuole diventare consulente d’azienda, infatti, deve essere un esperto di economia e management delle imprese, poiché è questo l’ambito in cui sarà chiamato ad intervenire. La consulenza aziendale non può essere infatti lasciata nelle mani di un inesperto, giacché si tratta di un campo d’azione aperto e limitato solo a chi è in grado di dimostrare le proprie competenze e la propria preparazione personale. E questo vale sia per un libero professionista (che svolge la professione di consulente autonomamente) sia per un lavoratore dipendente (magari chiamato a ricoprire il ruolo di consulente di management a capo della direzione di una determinata impresa).

Skill e competenze

Un consulente d’impresa, per arrivare a ricoprire ruoli di un certo prestigio, deve sicuramente possedere tutta una serie di competenze e abilità specifiche. Salvo le conoscenze teoriche, che chiunque può acquisire e far proprie grazie ad un percorso di studi preciso e mirato, vi sono delle qualità e delle attitudini individuali che senza dubbio aiutano molto in questo settore. Chi punta a diventare consulente aziendale, infatti, deve:

Essere dotato di forti capacità di leadership.

Un consulente di management, responsabile quindi della direzione di una o più aziende, deve infatti essere in grado di imporsi all’interno di un contesto e di far prevalere la propria voce rispetto a quella altrui. Le sue idee e le sue proposte, oltre che comunicate e apprese dall’utenza di riferimento, devono essere rispettate in toto. E tutto questo, di fatto, risulterebbe impossibile a chi dimostra di non avere un carattere forte o una personalità predominante.

Essere sicuro e consapevole.

Il consulente aziendale si troverà spesso nella posizione di dover prendere delle decisioni e, per ovvi motivi, questo compito non potrà mai essere svolto correttamente da una persona sprovveduta o indecisa. Se è vero che determinate certezze si acquisiscono col tempo e con lo studio, è anche vero che chi di carattere è  una persona debole o tentennante, di certo troverà molto più difficoltoso e snervante affermarsi in questo campo.

Essere una persona organizzata e precisa.

Tutto quello che un consulente di gestione aziendale fa (o raccomanda di fare) è il frutto di un’attenta e dettagliata analisi. Il modo in cui lavora e/o si approccia ad un problema deve seguire uno schema preciso che, in caso di dubbi o richieste di chiarimento, permetta di ripercorrere a ritroso il ragionamento fatto e valutare pro e contro di ogni decisione presa. Una buona pianificazione, quindi, permetterà al consulente di riflettere e agire molto più velocemente, evitando di perdere tempo prezioso e distribuendo bene tutte le energie, sia mentali che fisiche, all’interno di un progetto.

Quanto guadagna un consulente d’azienda

I guadagni mensili e/o annuali di un consulente d’impresa sono spesso legati alle responsabilità che lo stesso si prende nell’accettare determinati incarichi piuttosto che altri. Il concetto che sta alla base di questo ragionamento, dunque, è molto semplice: più alto è il rischio che si decide di correre e più saranno gli impegni a suo carico e, di conseguenza, maggiori saranno i profitti. Quanto detto, ovviamente, vale sia per i consulenti che lavorano con partita Iva sia per quelli che sono a tutti gli effetti dipendenti di un’azienda.

Se nel primo caso, tuttavia, sarà il consulente a fissare un tariffario e a stabilire a monte il prezzo della prestazione, nel caso del lavoratore subordinato, invece, la retribuzione corrisponderà al netto percepito in busta paga (che a sua volta dipenderà dall’inquadramento assegnatogli). I consulenti, però, sia come lavoratori autonomi che come subordinati, sono generalmente chiamati a ricoprire ruoli di prestigio all’interno di un’impresa. La loro attività, difatti, si affianca spesso a quella dirigenziale e, occupandosi di management e amministrazione, talvolta il loro intervento si pone addirittura al di sopra di quello dei vertici. L’ammontare esatto di quanto guadagna un consulente aziendale, dunque, può variare da caso a caso ma, in linea di massima, si colloca in una fascia retributiva superiore rispetto a quella di un impiegato classico. Se lo stipendio di quest’ultimo, infatti, si aggira intorno ai 1.200 / 1.500 euro, quello di un consulente aziendale affermato, mediamente, va dai 1.800 ai 2.500 euro (e in alcuni casi anche di più).

Consulente aziendale: studi

Essendo quello del consulente d’impresa un ruolo di particolare prestigio e responsabilità, è difficile affermare oggi che determinati livelli e obiettivi di carriera possano essere raggiunti in questo caso senza un’adeguata formazione. Per diventare consulente aziendale e per affermarsi come professionista del settore, infatti, è consigliabile prima dedicarsi ad uno studio approfondito dell’economia, dell’amministrazione d’impresa e di tutte quelle materie che, ora come ora, è fondamentale conoscere e comprendere per fare questo mestiere.

Lavorare come consulente aziendale senza laurea, tuttavia, è comunque possibile. Non esiste infatti una legge che impone il possesso di determinati titoli per esercitare questa professione. Pensare che si possa fare carriera in questo modo senza aver completato alcun corso di studi universitario, però, è forse un po’ ingenuo. Al di là della cultura personale e del perfezionamento professionale e intellettuale che, per che no, possono essere coltivati singolarmente e al di fuori dalle istituzioni, potrebbe essere difficile risultare credibile in questo settore senza aver prima acquisito una qualifica tale da attestare le proprie competenze. Iscriversi all’Università e portare a termine gli studi accademici, quindi, rappresenta sicuramente il primo passo da compiere per affermarsi come consulente di management. A chi vuole fare questa professione, generalmente, viene consigliato di iscriversi ad un corso di laurea in Economia aziendale e management. Frequentare la facoltà di economia, infatti, permetterà ai futuri consulenti aziendali di approfondire (a livello teorico e pratico) materie e argomenti che, un domani, faranno parte sicuramente del loro quotidiano a lavoro.

Offerte di lavoro come consulente aziendale

Maggiore la preparazione pratica e teorica di un consulente aziendale e maggiori, soprattutto all’inizio, saranno le opportunità di inserimento per lui nel mondo del lavoro. Per iniziare a muovere i primi passi in questo mondo, difatti, è fondamentale riuscire ad offrire al futuro datore di lavoro qualcosa che non sempre gli altri candidati hanno. Conoscenze e competenze sono quindi il principale biglietto da visita di un consulente d’impresa. Per lavorare però, in questo settore come in altri d’altronde, bisogna prima di tutto farsi notare proponendosi nella maniera giusta.

Per chi non ha esperienza, per esempio, uno stage all’interno di uno studio professionale specializzato nella consulenza aziendale potrebbe essere un ottimo trampolino di lancio. Un’altra idea, invece, potrebbe essere quella di rivolgersi ad agenzie specializzate nella ricerca del lavoro. Questi enti, infatti, oltre ad aiutare nella ricerca di lavoro, offrono anche servizi di orientamento professionale che possono davvero fare la differenza in questi casi. Una volta perfezionato e arricchito il proprio curriculum, poi, sarà più semplice proporsi alle grandi aziende come consulente. Le strade da percorrere, come anticipato sopra, a questo punto diventano due:

  • rispondere agli annunci di lavoro come consulente inviando la propria candidatura;
  • iniziare a lavorare sul proprio portfolio clienti iniziando a prendere i primi lavori come libero professionista.

In entrambi i casi, comunque, il trucco sta nel far sì che domanda e offerta si incontrino al momento giusto, evitando di perdere tempo e cercando di cogliere al volo ogni buona occasione che il mercato del lavoro offre.

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