Il colloquio di lavoro mette un po’ di ansia a tutti. Al di là della storia professionale di ognuno, che si tratti di un novellino alle prime armi o di un esperto che ne abbia più volte sostenuto uno, di certo tutti cominciano a manifestare forme di ansia e di agitazione in prossimità di un colloquio. E per questo può capitare che nonostante la motivazione, la ferrea volontà di riuscire e tutti i buoni propositi del caso in realtà si arrivi già scoraggiati e poco convincenti.
Indice
Essere autorevole durante il colloquio: consigli
È importante invece concentrarsi e mantenersi professionali e autorevoli. Ricordando soprattutto che una dose di stress e di agitazione in questi casi è fisiologica, può favorire l’attenzione e acuire i sensi. Ecco 5 consigli che potranno esserti utili.
Fai un buon ingresso
Non entrare nella stanza sgattaiolando in un angolo, con lo sguardo abbassato e le braccia penzoloni. Per essere autorevole durante il colloquio, entra con un passo deciso ma non affrettato, incurante di quanto possa sentirti nervoso. Se il colloquio si svolge con più selezionatori, assicurati di salutare con un sorriso e di avere un contatto visivo con tutti i membri della commissione. Inoltre quando il recruiter ti invita a sederti all’inizio del colloquio di lavoro, stai eretto ma non troppo rigido sulla sedia. Questo indica che sei a tuo agio e ti senti sicuro. Rannicchiarsi sulla sedia darà l’impressione di nervosismo e bassa autostima.
Sii cortese e autentico
Certo, il colloquio di lavoro è incentrato sulle esperienze e sulle competenze professionali dell’aspirante candidato ma ciò non vuol dire che non sia importante anche conoscerne la personalità (e quelle caratteristiche personali che fanno la differenza). Essere te stesso, mostrarti per ciò che sei ti aiuterà ad essere autorevole durante il colloquio, ad avere una conversazione più fluida, evitando di costruire risposte ad hoc per compiacere il selezionatore e ottenere la sua approvazione.
Imposta bene la voce e sii sintetico
È molto facile cadere nella tentazione di essere prolissi o di abbassare il proprio tono di voce fino a farlo diventare quasi un bisbiglio. E nel momento in cui te ne renderai conto ciò non farà altro che aumentare l’agitazione e la frustrazione. Impara invece ad impostare la voce, ad avere un dialogo e un confronto reale con il recruiter in un equilibrato scambio di domande e risposte, rispettando i tempi della conversazione e senza avere paura dei momenti di pausa e dei silenzi. Respira e fai una piccola pausa prima di rispondere a una domanda, questo ti darà il tempo di reagire in modo ponderato e ti garantisce che l’intervistatore abbia finito di porre la sua domanda.
Niente panico
Di sicuro il tuo potenziale datore di lavoro (o il selezionatore del personale) ti rivolgerà domande difficili ma non sarà mai ingannevole né cercherà di farti cadere in qualche tranello. Il contenuto della risposta ha la sua notevole importanza è ovvio ma spesso l’attenzione è focalizzata sulla tua gestione delle situazioni sotto pressione. Prenditi il tempo di rispondere, non si tratta di un “botta e risposta” da battere in velocità. Mantieni il controllo.
Poni domande nel corso del colloquio
La trappola nella quale potresti cadere invece è quella di limitarti a rispondere alle domande che ti vengono rivolte senza mai prendere l’iniziativa né rivolgerne una a tua volta; ancora peggio lasciandole tutte alla fine quando una precisazione su un argomento trattato mezz’ora prima apparirà fuori luogo e banale (ecco alcuni esempi di quali domande fare). La grande differenza tra un candidato inesperto e un professionista che vuole essere autorevole durante il colloquio è quello di cercare e instaurare un vero e proprio dialogo con il suo interlocutore, mostrandosi attivo e intraprendente, curioso quanto basta e sveglio.
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