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Come riconoscere i falsi annunci di lavoro

Come riconoscere gli annunci di lavoro falsi? Esistono, e solitamente sono fatti in serie. Quindi serve usare una serie di strumenti in grado di riconoscerli.

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Il web è costantemente inondato da annunci di ogni tipo. Tra siti delle agenzie del lavoro, portali specializzati, portali che riprendono altri portali, aggregatori e via dicendo, tutti i santi giorni possiamo leggere decine di migliaia di annunci di lavoro. Letteralmente, potremmo passare la vita a farlo. Ma questi annunci sono tutti reali? Per essere più chiari, ognuno corrisponde davvero ad un’offerta di lavoro? C’è un’azienda reale dietro quel testo accattivante? Beh, no, non sempre almeno. Alcuni annunci sono effettivamente falsi, creati per tutt’altre ragioni rispetto al trovare un posto di lavoro a qualcuno che lo cerca. Delle vere e proprie trappole che risucchiano dati e riempiono i database, costruiti con nessun’altro scopo che questo. Ma come distinguerli da quelli veri? Non è facile ed a volte è letteralmente impossibile, ma qualcosa per ridurre il rischio di non incappare nel cosiddetto “annuncio civetta” si può sicuramente fare.

Le regole da seguire

La prima regola per evitare il più possibile di essere travolti dal vortice degli annunci fasulli è quello di affidarsi a chi è affidabile. Agenzie e portali con nomi molto noti, che sono sul mercato da anni (come Bianco Lavoro), che non si fanno remore a spiegare come lavorano e che sono il più trasparenti possibile. Nemmeno tutto questo garantisce la veridicità dell’annuncio al 100%, ma è scontato che se un’azienda ha già buoni clienti, sarà molto difficile che se li inventerà rischiando di fare una pessima figura nel caso venisse scoperta ed essere magari tagliata fuori dal giro. Attenzione, questo non vuole assolutamente dire che un nuovo arrivato del settore non sia affidabile. Ciò dipende da molte cose: dalla sua grandezza ad esempio ed anche dal suo metodo di lavoro. E’ però innegabile che ci possa essere una certa spinta a forzare la mano per crescere velocemente da parte di alcune realtà più piccole.

Andiamo ora più nel dettaglio, come riconoscere tecnicamente un annuncio di lavoro fasullo? Detto che saperlo con certezza è quasi impossibile, alcune operazioni sono decisamente consigliate. A parte la già citata scelta della fonte, un’altra strada da seguire è quella di leggere molto bene l’annuncio. Ognuno a seconda del lavoro che cerca dovrebbe sempre conoscere esattamente le caratteristiche di quello stesso lavoro, in modo da essere piuttosto ferrato anche nello scegliere gli annunci a cui rispondere. Un testo standardizzato, con pochi particolari, senza nessuna caratteristica precisa, dove non c’è l’azienda di riferimento, non c’è retribuzione e non sono richieste competenze specifiche, potrebbe essere fasullo ed essere stato messo lì solamente per raccogliere curriculum da inserire in banca dati e fare bella figura coi clienti.

Potrebbe, non è detto ovviamente. Ma se si cerca veramente una figura di un certo tipo, si tenderà a specificare esattamente ciò che si cerca, pena il non trovarlo, o perlomeno il fare una straordinaria fatica a reperire il candidato giusto. Questo perché lo si dovrà scegliere in mezzo ad altre decine o centinaia non adatti, che però data la vacuità dell’annuncio avranno comunque risposto. Ecco, è da capire che nessuno vuole questo, anzi; la volontà è esattamente contraria, quindi un annuncio costruito in quel modo, o è stato fatto da una persona molto inesperta (e allora bisogna vedere se sia il caso di rivolgersi a lei) oppure c’è la reale possibilità che dietro non ci sia una vera azienda che cerca candidati.

Per quanto riguarda i portali di recruiting c’è un altro criterio importante da tenere presente: il tempo. Da quanti giorni o settimane l’annuncio è online? Se ad esempio in due mesi non si è ancora trovato nessuno e l’annuncio non è stato aggiornato, c’è da fare un pensierino sul perché quell’annuncio sia ancora lì. Possibile non ci siano lavoratori adatti? E possibile che nessuno abbia mai fatto la minima modifica, nonostante l’insuccesso dell’annuncio stesso? La data di pubblicazione insomma è importante, va guardata e tenuta presente. Soprattutto bisognerebbe riuscire a ricordarsi quali annunci si sono già visti in passato e quali no, per capire quali potrebbero essere online per ragioni diverse dal permettere alle persone di candidarsi. Chiaramente è questo un criterio che va incrociato anche con quelli sopra elencati. Un annuncio online da due mesi sulla sua fonte originale ma che è ben specificato, dove c’è il nome dell’azienda, la retribuzione e le caratteristiche richieste ben definite, può essere stato dimenticato lì, ed anche quello è un discorso da fare, ma ben difficilmente sarà fasullo. Detto questo però, anche la manutenzione del sito non è un criterio trascurabile. Se all’interno di un portale di annunci di lavoro ve ne sono di troppo vecchi, questo genererà confusione ed una maggiore difficoltà a scegliere gli annunci giusti. Se anche fossero tutti veri, molti sarebbero comunque scaduti, quindi inservibili. Invece un buon portale si aggiorna costantemente e li toglie, in modo da rendere il servizio migliore possibile. Se non lo fa, una riflessione sul fatto che possano esserci anche annunci civetta va maggiormente fatta, pur se a onor del vero sono due problemi del tutto differenti. Si torna quindi al discorso della scelta delle fonti.

E’ giusto conoscere questi problemi in quanto chi cerca lavoro affida a quegli annunci il suo futuro ed è quindi sacrosanto dargli strumenti che permettano di discernere il più possibile quando poter contare su di essi e quando invece può essere una scelta saggia non perderci tempo. In ogni caso, come già detto, un criterio che possa distinguere in maniera inequivocabile un annuncio vero da uno falso non esiste. E’ letteralmente impossibile sapere se chi ha messo online un testo lo abbia fatto in buona fede o meno. Però, è chiaro che l’utilizzo di tutti gli strumenti elencati, incrociati costantemente tra loro, riducono di molto il rischio di restare, per così dire, fregati, avendo riposto speranze in un qualcosa che non avverrà mai a causa della non veridicità dell’annuncio. Riassumendo, possiamo stilare una lista di gruppi di domande in ordine cronologico da farsi nel momento in cui si cerca lavoro e si scorrono gli annunci.

  1. Dove sto guardando l’annuncio? L’agenzia o il portale sono affidabili? Da quanto tempo sono sul mercato? So come lavorano? Le loro informazioni sono accessibili? E’ un’azienda trasparente (so chi c’è dietro)?
  2. Come è strutturato l’annuncio? E’ specifico o è standardizzato? Sono elencate le competenze richieste? C’è il nome dell’azienda che dovrebbe assumermi? C’è la retribuzione?
  3. Da quanto tempo è online? E su quanti siti lo posso trovare? Le date di pubblicazione dello stesso annuncio sono diverse tra i vari siti?

Incrociando tutte queste domande, escono dei modelli che possono essere utili a capire se l’annuncio in questione sia vero oppure no. Facciamo alcuni esempi:

  1. “Ho trovato un annuncio su un portale che non conoscevo. Mi sono informato, ma non è molto noto, ha pochi annunci e quello che ho letto non richiede nulla di specifico. Per giunta è online da molto tempo”. In questo caso è consigliabile almeno inizialmente cercare qualcosa che risulti più concreto e presente. Potrebbe essere un annuncio civetta.
  2. “Ho appena letto un annuncio su un portale molto noto e affidabile, c’è il nome dell’azienda e la retribuzione ed è appena stato pubblicato, ma le competenze richieste sono poche. Come mai?” In questo caso ci si può dedicare del tempo, è vero che le competenze richieste sono poche, ma potrebbe tranquillamente essere un annuncio rivolto a lavoratori non molto specializzati. Visto che gli altri criteri ci sono tutti è plausibile che dietro ci sia un’azienda vera.
  3. “Ho visto questo annuncio più volte negli ultimi mesi, è piuttosto specifico, con tutti i dati del caso, ma il lavoro non è troppo complicato. Possibile che nessuno si candidi mai?” In questo caso, si può anche preferire un annuncio più giovane, però diventa una questione di priorità. Se ci sono tutti i dati utili a comprendere esattamente la posizione offerta, può semplicemente essere che in quel determinato tempo e luogo non ci sia il candidato adatto. E quest’ultimo quindi potresti essere proprio tu. Di conseguenza tenerlo in una certa considerazione non è certo sbagliato.

Questi tre modelli (ce ne possono essere molti altri) sono un esempio di come si dovrebbe ragionare per riuscire a distinguere in maniera piuttosto affidabile gli annunci di lavoro veri da quelli almeno potenzialmente falsi. Ciò che andrebbe compresa è quindi la logica da utilizzare, più che il modello in se stesso che, appunto, può essere soggetto ad una serie di variazioni nemmeno del tutto calcolabili e come tali essere indefinite. L’importante è insomma, detto in soldoni, capire come pensare e di conseguenza cosa fare, per evitare il più possibile fregature che comunque possono essere sempre dietro l’angolo.

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