A bocciare il sistema formativo italiano che non fornisce le competenze digitali necessarie per affrontare, in maniera efficace, un colloquio di lavoro sono stati i 2.161 under 35 intervistati dalla Randstad Italia in un’indagine commissionata dalla Fondazione Sodalitas. Lo studio, intitolato “Generazioni digitali al lavoro” ha, infatti, messo in evidenza i “guasti” di un’istruzione che, dalle scuole all’università, non tiene il passo con le evoluzioni della tecnologia. E lascia i giovani in balia di lacune che devono colmare da soli o quando entrano nel mercato del lavoro.
Il campione, interpellato a settembre, risulta costituito più da uomini (52,9%) che da donne (47,1%); più da diplomati (54,8%) che da laureati (36,3%) e da persone che, nell’82,2% dei casi, svolge un lavoro o ha almeno un’esperienza lavorativa alle spalle. Il 49,2% dei giovani che ha dichiarato di non aver proseguito gli studi, dopo il diploma, ha precisato di non averlo fatto più per mancanza di risorse economiche (35,5%) che per reale disinteresse verso lo studio (19,8%). Un dato significativo che documenta come l’accesso all’università resti ancora una chimera per troppi giovani. Per quanto vada aggiunto che la situazione per i diplomati italiani sembra essere migliorata, visto che la quota di coloro che hanno trovato un lavoro, dopo l’esame di maturità, è passata dal 26,2% del 2014 al 32,9% del 2015. Ma veniamo al “cuore” dell’indagine che si prefiggeva di interrogare gli under 35 sulle competenze digitali spendibili al lavoro. Gli intervistati hanno parlato di capacità di navigare su Internet, di utilizzare il pacchetto Office, di sfruttare i social network in chiave lavorativa e di usare specifici programmi tecnici. Competenze che, per il 57,2% degli intervistati, vengono acquisite direttamente al lavoro e, per il 58,8%, in totale autonomia. E la scuola? E’ stata promossa solo dal 35,4% dei giovani italiani, mentre il 39,3% ha dichiarato di aver perfezionato la propria formazione “digitale” frequentando specifici corsi. Di più: ciò che viene maggiormente rimproverato alle scuole e alle università italiane è la mancanza di una strumentazione tecnologia adeguata (denunciata dal 59% del campione) e delle competenze messe a disposizioni di insegnanti e professori (segnalata dal 53,7%). Mancanze che finiscono per rendere più difficile la vita dei giovani che sperano di trovare lavoro, visto che, nel 62% dei casi, in sede di colloquio, i selezionatori puntano molto sulle loro competenze digitali.
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