Non è ancora arrivata in Italia, ma Netflix è comunque già nota anche da noi per i servizi di trasmissione di contenuti multimediali negli Stati Uniti, dove è tutt’oggi uno dei massimi leader nella fornitura di film e serie TV on demand. Tuttavia, oggi parliamo di Netflix non per il suo apprezzato servizio (in corso di espansione in altri mercati, tra qui quello tricolore), quanto per il fatto che la società ha introdotto per i suoi dipendenti il congedo parentale illimitato.
Ma come funziona?
A spiegare di che si tratta è stato uno dei massimi dirigenti di Netflix, Tawni Cranz, che attraverso un post ha dichiarato che l’azienda vuole che i propri dipendenti “abbiano la possibilità e la libertà di provvedere ai bisogni delle loro famiglie senza preoccuparsi del lavoro o dei soldi“. Dunque, prosegue Cranz, “i genitori possono tornare per un part-time, per un full-time, o andarsene quando ne hanno bisogno. Noi continueremo a pagarli normalmente“. Tradotto in termini più pragmatici, significa che per l’intero primo anno di vita del bambino o della bambina, i genitori potranno scegliere quanti mesi di congedo parentale prendersi: la società continuerà a pagarli regolarmente.
Ad ogni modo, e come diverse volte abbiamo avuto modo di sottolineare nelle nostre pagine, Netflix non è certamente il precursore in simili trattamenti di “favore” (per lo meno, rispetto alle legislazioni nazionali) nei confronti dei propri dipendenti. Uno dei casi più noti del comparto è Twitter, che offre fino a 20 settimane di congedo retribuito, o Facebook, che invece offre 4 mesi di congedo retribuito, in aggiunta a 4 mila dollari alle neomamme. Google attualmente propone un congedo parentale di 18 sesttimane (erano “solo” 12 nel corso del 2007). Senza dimenticare la recente iniziativa su scala mondiale di Nestlé.
Tuttavia, Netflix sembra voler andare oltre e, per certi versi, fungere da fonte di ispirazione per altre aziende (la stessa Virgin di Richard Branson ha affermato esplicitamente di essersi ispirata proprio a Netflix per la propria nuova policy). Nell’azienda, infatti, è già possibile scegliere autonomamente quante vacanze fare in un anno. Il tutto, nella convinzione che solleticare il più possibile il senso di responsabilità dei dipendenti possa portare a dei frutti straordinari. “Se credi nelle persone e le metti in condizione di assecondare le più alte aspettative, la maggior parte di loro sarà all’altezza del compito” – ha dichiarato Sam Stern, analista per Forrester Research.
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