Il congedo straordinario retribuito è stato introdotto dalla legge 151 ed ha una durata di 2 anni durante l’arco di tutta la vita lavorativa. Possono beneficiarne i lavoratori che si trovano a dover assistere familiari colpiti da gravi handicap certificati e riconosciuti.
Indice
Periodi di congedo straordinario retribuito
L’articolo 42 del Decreto Legislativo 26 marzo 2011 n.151 ha introdotto la possibilità di richiedere ed usufruire di periodi retribuiti di congedo straordinario. Possono richiedere tale congedo i lavoratori dipendenti che si trovano a dover assistere familiari colpiti da gravi handicap o disabilità a livello fisico, psichico sensoriale, disabilità stabile o di carattere progressivo.
Tale congedo ha una durata di 2 anni in tutta la carriera lavorativa del soggetto stesso. Una misura studiata per aiutare i familiari di soggetti disabili che hanno bisogno di una continua assistenza. Questi lavoratori possono dunque assentarsi dal lavoro per un massimo di due anni, senza perdere il posto e senza che il tutto possa influire negativamente sul futuro calcolo della pensione. Infatti, i periodi di congedo in questione, sono coperti da contributi figurativi Inps.
Cosa è garantito al lavoratore?
Il congedo straordinario fornisce la possibilità al lavoratore dipendente che ha la necessita di assistere un familiare colpito da handicap o invalidità (riconosciuta dalla legge 104), di beneficiare della misura e dunque assentarsi dal lavoro per un periodo di massimo 2 anni (in tutta la carriera lavorativa). Il tutto senza rischiare di perdere il posto di lavoro, senza avere conseguenze negative sul futuro calcolo della pensione e senza perdere la paga mensile. La legge prevede dunque, la conservazione del posto di lavoro e delle proprie mansioni, pur assentandosi dal lavoro per un determinato periodo di tempo.
Il lavoratore può conservare gli stessi colleghi e la stessa postazione?
Se la legge tutela il lavoratore, il quale può beneficiare di congedo straordinario retribuito senza perdere il posto di lavoro, dall’altra parte non garantisce al lavoratore, nel momento del suo rientro che, possa lavorare con la stessa squadra di colleghi e nella sua ordinaria postazione. Cosa significa e perché? Quando il lavoratore si assenta dal lavoro, l’azienda deve per forza di cose sopperire alla mancanza di quel soggetto, assegnando la sua postazione a terzi. Ovviamente si creano delle nuove squadre e nuovi equilibri che perdurano nel tempo. Ad oggi non c’è legislazione che possa garantire, una volta che il lavoratore rientra al lavoro, di riprendere la stessa postazione lavorativa e con gli stessi colleghi. Unica cosa garantita è il posto di lavoro e le stesse mansioni.
Congedo straordinario retribuito: chi può richiederlo
L’Inps fa sapere attraverso una delle sue tante circolari, i lavoratori che possono beneficiare della misura sopra citata. Possono richiedere periodo di congedo straordinario i seguenti soggetti, elencati in ordine di priorità
- Il coniuge o il convivente in unione civile del soggetto colpito da handicap
- Nel caso in cui non sia presente il coniuge o convivente in unione civile, possono fare domanda di congedo i genitori (anche adottivi) del soggetto con disabilità.
- Uno dei figli conviventi della persona disabile, nel caso in cui il coniuge, il convivente ed i genitori non siano presenti oppure affetti essi stessi da gravi patologie.
- Uno dei fratelli o sorelle conviventi della persona disabile, nel caso in cui i soggetti sopra menzionati non siano presenti oppure colpiti da gravi patologie invalidanti.
- Un parente entro il terzo grado, convivente con la persona disabile, sempre e solo nel caso in cui i soggetti sopra elencati non siano presenti, perché deceduti oppure colpiti da invalidità e gravi malattie.
E’ richiesta la convivenza con il disabile, ossia la residenza nello stesso stabile.
Chi non può richiedere il congedo straordinario retribuito
Non tutte le tipologie di lavoratori possono beneficiare della misura a sostegno dei parenti di soggetti disabili. Di fatti, questa non spetta a determinati lavoratori ed in determinate situazioni:
- Lavoratori nel settore domestico e cura familiare
- Lavoratori a domicilio
- Lavoratori agricoli giornalieri
- Lavoratori autonomi
- I lavoratori parasubordinati
- Nel caso specifico di contratto di tipo part time verticale, durante le pause sospensione contrattuale
- Nel caso in cui la persona colpita da handicap a cui si deve prestare assistenza sia ricoverata a tempo pieno presso una struttura
- Per le stesse giornate di fruizione dei permessi retribuiti, secondo l’ex art.33 L.104/1992
Dunque avere la possibilità di assentarsi dal lavoro, senza perdere il posto, in quanto si ha la necessità di assistere un familiare con disabilità è una misura davvero importante e di sostegno a chi ha una situazione familiare difficile da gestire.
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