L’ultimo rapporto Unioncamere mette in luce come nel 2014 le imprese artigiane abbiano previsto circa 92.000 nuovi contratti, tra dipendenti e atipici.
Secondo l’ultimo rapporto Unioncamere, le imprese artigiane italiane stipuleranno qualcosa come 92mila contratti di lavoro nell’arco del 2014, suddivisi per 42.100 aziende. Una cifra decisamente rilevante, soprattutto per il periodo non certo roseo relativo all’occupazione in generale. Il problema lavoro è senza dubbio enorme. Va detto però che il “movimento” dei nuovi artigiani (tra cui inseriamo a pieno titolo anche quelli che hanno saputo rinnovarsi), se così vogliamo chiamarli per pura semplicità, ha dato un impulso in avanti. Un impulso di cui mai come ora si sentiva il bisogno. I “nuovi”, per dirla con maggior precisione, sono quelli che “hanno portato, all’interno di mestieri antichi, una nuova cultura”, quella digitale. Sono anche quelli che dialogano e fanno affari con l’estero, magari anche quotidianamente.
Tra i 92mila contratti previsti, 77.600 riguarderanno assunzioni stagionali o non stagionali, poco più di 5000 saranno i collaboratori a progetto (in calo del 21%), 4900 i contratti interinali (anch’essi in calo, -11%) e oltre 4000 saranno invece i contratti “non alle dipendenze” (+5%), come ad esempio quelli riguardanti le partite iva o gli occasionali. Per avere un quando più chiaro della situazione bisogna tenere presente che nel 2013 la totalità dei contratti per dipendenti stipulati aveva raggiunto quota 76.000. Insomma, un balzo in avanti c’è indubbiamente stato. Purtroppo però il saldo rimarrà negativo. Infatti il numero di uscite previsto si attesta a 118.600. Insomma 41.000 in più delle assunzioni previste se si considera solo il dato relativo alle assunzioni stagionali e non stagionali.
Ma quali sono le figure più ricercate dalle imprese artigiane? Secondo il rapporto Unioncamere vi sono delle professioni “tradizionali” che mantengono “percentuali di introvabilità” elevate. E’ il caso ad esempio dei valigiai, oppure dei lattonieri e dei falegnami giusto per citare alcune di queste figure storiche. A queste ultime però se ne affiancano altre di figure, come quelle relative alle professioni intellettuali, che godono di un vero e proprio boom di richieste da parte delle imprese artigiane (+ 22% tra contratti a tempo determinato e indeterminato) e quelle degli operai specializzati (+0,8%, una percentuale bassa che però va stratificata, tenendo presente che le assunzioni di operai specializzati saranno il 38% del totale delle assunzioni nel settore artigiano) e generici (+10,4%).
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