La temuta seconda ondata di coronavirus è ormai arrivata e fa sentire il suo peso in Italia e nel mondo. Nuove misure restrittive all’orizzonte per cercare in tutti i modi di contenere il numero dei contagi per non mandare in affanno gli ospedali e tutto il sistema sanitario. Intanto, il Premier Conte non esclude più un possibile lockdown e misure restrittive regionali. Bisogna salvaguardare la salute a tutti i costi. Necessaria la collaborazione di tutti ed il continuo rispetto delle regole.
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La curva dei contagi da coronavirus sta aumentando ogni giorno di più sia in Italia che nel mondo. Dati abbastanza preoccupanti che spingono i governi a correre ai ripari prima che la situazione sfugga di mano. Stando al bollettino di ieri 14 ottobre 2020 che è stato puntualmente reso noto dal Ministro della Salute, abbiamo raggiunto il record di contagi, in 24 ore sono arrivati a 7.332. Si tratta del dato più alto da inizio pandemia. Infatti, lo scorso 21 marzo si ebbero 6.557 contagi in un giorno. Sale anche il numero delle vittime (+43) così come quello dei tamponi fatti (+152.196). Una realtà con cui bisogna fare i conti intervenendo in maniera tempestiva e decisiva. Nessuna esitazione ma solo nuove misure restrittive ed il rispetto delle regole. Intanto il Premier Conte non esclude più un possibile lockdown.
Possibilità di un nuovo lockdown
Conte non esclude più la possibilità di un nuovo lockdown. Tutto dipende dall’andamento dei contagi e dal comportamento della gente. Alcuni virologi hanno sottolineato la necessità di un nuovo stop generalizzato per 2 o 3 settimane nel periodo natalizio. Conte: “io non faccio previsioni per Natale, faccio previsioni delle misure più idonee, adeguate e sostenibili per prevenire un lockdown però dipenderà molto dal comportamento della comunità nazionale”. La strategia attualmente adoperata è quella di un continuo aggiornamento con le Regioni, perché solamente con la collaborazione reciproca sarà possibile tenere a bada il virus. Ed ancora, Conte ricorda che per i presidenti delle Regioni c’è la possibilità di introdurre nuove misure restrittive se fosse necessario per controllare la situazione. Per quanto riguarda le misure di allentamento bisogna necessariamente avere un’intesa con il ministro della Salute.
Se le Regioni possono predisporre ulteriori misure restrittive ed all’occorrenza dei blocchi locali, a livello nazionale tutto dipenderà dalla curva dei contagi. Per evitare il rischio di un lockdown generalizzato bisogna rispettare costantemente le regole. Questa è l’unica arma che abbiamo a disposizione per frenare la pandemia, senza sovraffollare e mettere in difficoltà il sistema sanitario e gli ospedali. Conte ricorda che gli italiani hanno dato dimostrazione di collaborazione e serietà durante la prima ondata di contagi. Ora è nuovamente richiesta la collaborazione di tutti, in quanto questa battaglia deve essere combattuta e vinta tutti insieme. Lo scopo principale resta quello di arrestare la curva dei contagi prima che gli ospedali e le terapie intensive possano andare in difficoltà come avvenne lo scorso marzo.
La situazione all’estero
La situazione è preoccupante anche nel resto del mondo, con contagi da coronavirus in continuo aumento. In Francia ci sarà il coprifuoco dalle 21.00 alle 6 del mattino a Parigi ed in altre 8 città per ben quattro settimane, mentre nel Regno Unito si sono registrati più di 17 mila contagi in un giorno. In Germania annunciate nuove misure restrittive e contagi che in 24 ore hanno raggiunto più di 6 mila casi. La situazione sembra più calma in Cina, dove nelle ultime 24 ore si sono avuti 11 contagi, di cui dieci casi di viaggiatori provenienti dall’estero ed uno è un contagio locale.
Intanto continuano le ricerche per un possibile vaccino, anche se Soumya Swaminathan, ricercatrice capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che una persona giovane ed in buona salute potrebbe non ricevere il vaccino per il Coronavirus fino al 2022. Non è possibile pensare ad una vaccinazione di massa, bisognerà dare la precedenza a determinate categorie come gli operatori sanitari, gli anziani e chi ha particolari patologie ed è quindi considerato soggetto a rischio.
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