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Cresce il lavoro stabile, parola dell’Inps

Nei primi otto mesi dell’anno, è sceso il numero dei contratti in apprendistato e salito quello delle assunzioni a tempo indeterminato. E’ merito del Jobs Act? Al Sud, sembrerebbe di sì

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L’Osservatorio sul precariato dell’Inps ha fornito ieri un’approfondita istantanea dello stato delle cose nel settore privato. Snocciolando numeri che sembrano certificare il successo del Jobs Act in termini di stabilizzazione del lavoro. Almeno in alcune parti dell’Italia. L’indagine, che prende in considerazione il periodo che va da gennaio ad agosto del 2015, ha infatti rilevato che le assunzioni a tempo indeterminato sono aumentate di quasi 300 mila unità in un anno. E non solo.

lavoro stabile
image by Minerva Studio

Meno apprendistato per i giovani

A crescere sono state anche le assunzioni a tempo determinato (+29.377 in un anno), mentre i rapporti di lavoro in apprendistato sono diminuiti di 11.744 unità. Nel totale, nei primi 8 mesi del 2015, l’Inps ha contato 1.164.866 contratti a tempo indeterminato (il 34,6% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e 276.658 trasformazioni di contratti a termine o di apprendistato in contratti a tempo indeterminato (+17,4% in un anno) concludendo che il 38,1% del lavoro del settore privato risulta stabile (era il 32,3%, nei primi 8 mesi del 2014). L’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato ha interessato soprattutto le regioni del Nord come il Friuli Venezia Giulia (+84,5%) e il Piemonte (+52,7%) e le regioni del Centro come l’Umbria (+61,6%) e le Marche (+53,1%). Mentre percentuali più basse sono state rilevate nelle regioni del Sud come la Calabria (+17,3%), la Puglia (+16,3%) e soprattutto la Sicilia (+11%). Ma c’è di più: l’Osservatorio ha evidenziato come la quota dei contratti a tempo indeterminato sia aumentata soprattutto tra i giovani under 25 (+45,6% in un anno) e tra i 25-29enni (+44%) coinvolgendo settori come quello dell’attività estrattiva, della manifattura, della fornitura di acqua, gas ed elettricità, del trattamento dei rifiuti, ma anche del commercio all’ingrosso e al dettaglio, della riparazione di autoveicoli e della ristorazione. 

In aumento anche il lavoro pieno

In crescita è risultato anche il lavoro full time, passato dai circa 2 milioni e 37 mila nuovi avvii del 2014 agli oltre 2 milioni e 272 dei primi 8 mesi dell’anno in corso. E qualche oscillazione è stata rilevata anche sul fronte delle retribuzioni. Nel dettaglio: l’incidenza dei nuovi contratti a tempo indeterminato con un compenso mensile inferiore ai mille euro è passata dal 6,4 del 2014 al 5,5% del 2015, così come è scesa quella dei contratti con compenso tra i mille e i 1.250 euro, passata dall’8,8 all’8%. Sostanzialmente invariata la percentuale di assunzioni con compenso mensile compreso tra i 1.250 e i 1.500 euro, mentre la quota dei nuovi rapporti retribuiti con una cifra che va dai 1.500 ai 1.750 euro è salita, in un anno, dello 0,8%. In crescita, dal 12,6 al 13,3%, anche l’incidenza dei nuovi contratti con compenso mensile tra i 1.750 e i 2 mila euro, mentre quelli retribuiti con cifre superiori ai 3 mila euro è risultata in leggera flessione. Infine: le assunzioni a tempo indeterminato che, nei primi 8 mesi del 2015, sono state avviate grazie all’esonero contributivo previsto dal Jobs Act hanno interessato soprattutto il Sud dove l’Inps ha contato 160.112 nuovi rapporti di lavoro.

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