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Dati informatici allo Stato: l’emendamento Quintarelli

Dietro proposta di Stefano Quintarelli un emendamento alla Costituzione trasferisce allo Stato la proprietà dei dati informatici degli enti.

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Approvato in Parlamento nella giornata di ieri, 11 febbraio, l’emendamento che trasferisce allo Stato tutti i diritti e le competenze relativi ai dati informatici degli enti pubblici, anche regionali e comunali. La proposta era arrivata da Stefano Quintarelli, e in un primo momento era stato bocciato dalla Camera dei Deputati. Nonostante ciò, è arrivata a sorpresa la vittoria a seguito di un discorso per il quale lo stesso Quintarelli aveva preso la parola con l’unico obiettivo di scusarsi e ritirare il suo progetto di emendamento, che alfine è stato votato all’unanimità, senza più alcun voto contrario: i parlamentari sembrano esser stati convinti proprio dalle ultime parole accorate di Quintarelli che si credeva ormai sconfitto e perorava la causa delle proprie ragioni di buona fede.

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Approvato l’emendamento che trasferisce allo Stato i dati informatici

Il nuovo emendamento avrà ripercussiioni sull’articolo 117 della Costituzione con l’aggiunta del punto r, dal quale leggiamo: “Lo Stato detiene il diritto di legislazione esclusiva sul coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale”. Inoltre, tale diritto statale si estende non soltanto sui nudi dati, ma anche sui processi e sulle relative infrastrutture e piattaforme informatiche. Come specifica Quintarelli sul suo blog, infatti, attraverso una arguta metafora calcistica: “Oggi, nel secolo della rete, limitare il coordinamento informatico ai soli dati è come accordarsi su dimensione del pallone e del campo, ma non su come funzionano rimessa laterale e fuorigioco, e, non prima di festeggiare la sua vittoria politica e concettuale su Twitter, aggiunge anche: Sono convinto che, in un’epoca in cui internet rende il mondo un punto, rinunciare al coordinamento informatico equivalga a rinunciare ad una leva importante per l’efficacia della macchina amministrativa, di riduzione di duplicazioni, sprechi e inefficienze a beneficio di cittadini ed imprese.

Vero è che l’emendamento va a modificare, anche se in modo molto marginale, la Costituzione italiana, ma a ben guardare il progresso delle tecnologie e dell’ambito informatico coinvolge anche lo Stato e la vita pubblica, che non possono essere esenti da modifiche a regolamenti che per forza di cose non erano al passo con l’odierna situazione quando sono stati scritti. Dati informatici e relative piattaforme e infrastrutture sono di sicuro un moderno problema su cui si rendeva necessario mettere il punto. Abbiamo già trattato, peraltro, su queste pagine il tema dei dati informatici sempre più dettagliati che lo Stato intende acquisire anche per combattere l’evasione fiscale.

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