Come diventare pilota d’aereo, consigli utili per iniziare: scuole, formazione, requisiti richiesti, competenze, offerte di lavoro e guadagni.
Lavorare come pilota d’aereo continua ad essere il sogno di molti bambini e giovani adolescenti. Riuscire a fare carriera in questo settore potrebbe sembrare a molti difficile (o addirittura impossibile) ma, in realtà, con una buona dose di impegno e la giusta formazione niente è impossibile.
Indice
Come diventare pilota d’aereo: scuole e formazione
Quella del pilota è una professione che comporta delle responsabilità e, in questo tale, per avere accesso alla stessa bisogna essere altamente preparati e qualificati. Vi sono diverse scuole in Italia e all’estero che permettono ai giovani in età di formazione di poter acquisire il brevetto di pilota.
Prima di poter pensare di iniziare a fare carriera in questo settore, ovviamente, bisogna partire dalle basi, ovvero da una buona formazione. Il primo brevetto che un aspirante pilota deve ottenere, propedeutico all’ottenimento delle licenze che poi danno accesso alla professione, è il brevetto per pilota privato, ovvero il certificato PPL(A), la licenza base per iniziare questo percorso.
I brevetti da pilota e le licenze
I corsi che rilasciano il brevetto di pilota privato devono essere organizzati da scuole ed enti riconosciute o autorizzate dall’ENAC, ovvero l’Ente Nazione per l’Aviazione Civile (che è anche l’autorità italiana di regolamentazione tecnica, certificazione e vigilanza nel settore dell’aviazione civile sottoposta al controllo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti). Per essere ammessi ai corsi di formazione è necessario:
- aver portato a termine il percorso di studi obbligatorio, e quindi aver conseguito il diploma di scuola media superiore;
- superare i test di ammissione, che solitamente consistono nello svolgimento di prove vertenti su matematica, fisica e inglese.
La fase di ammissione serve per verificare le conoscenze di base del candidato e, se superati, daranno diritto di accesso al corso. La formazione precedente al rilascio del brevetto si divide in due fasi, ovvero: una parte teorica (in aula) e una pratica (che implica l’utilizzo di un simulatore di volo prima del volo vero e proprio).
Attenzione però che se si vuole lavorare come piloti, oggi, portare a termine questo corso non basta. Per poter lavorare a tutti gli effetti come pilota, infatti, bisogna ottenere il brevetto commerciale, il cosiddetto certificato CPL (Commercial Pilot Licence). Questa licenza, successiva all’ottenimento del certificato PPL(A), permetterà – a chi la ottiene – di:
- esercitare tutte le attività consentite al titolare di una licenza PPL(A);
- operare come pilota responsabile o copilota in operazioni diverse dal Trasporto Aereo Commerciale;
- operare come pilota responsabile in voli commerciali di trasporto aereo su qualsiasi velivolo certificato ed impiegabile per pilota singolo;
- operare come copilota nel Trasporto aereo commerciale.
Per essere ammessi ai corsi che rilasciano il certificato CPL bisogna essere in possesso di determinati requisiti e titoli come, per esempio, la licenza di pilota privato (ovvero il certificato PPLA), avere una buona conoscenza della lingua inglese e almeno un tot di ore di volo come pilota. La verifica di queste qualità e competenze avverrà tramite dei colloqui preliminari all’ammissione, finalizzati appunto alla conoscenza del candidato e alla determinazione delle sue capacità.
Conseguito il certificato CPL l’ultimo step da superare è quello dell’ottenimento della licenza ATPL, ovvero il brevetto che permette al pilota di effettuare voli di linea con passeggeri (e quindi di essere a capo di un equipaggio). Il brevetto ATPL è necessario per poter lavorare per tutte le compagnie aeree che effettuano voli di linea, di lunga tratta, nazionali, internazionali e intercontinentali.
Tutti questi corsi, e l’ottenimento stesso delle licenze, sono a pagamento e possono richiedere un investimento non indifferente di denaro. Il superamento di tutti gli esami, inoltre, non garantisce l’accesso alla posizione, perché sarà poi il neo-pilota a doversi rimboccare le maniche per trovare lavoro.
A chi sogna di fare questo mestiere, inoltre, potrebbe ritornare utile il conseguimento di altre certificazioni, come per esempio:
- l’abilitazione strumentale di volo (Abilitazione IR);
- l’abilitazione per gli aerei dotati di più motori.
È molto importante che un aspirante pilota continui a migliorarsi e formarsi per avere maggiori possibilità di impiego. Come accade in qualsiasi altro settore, anche in questo – ovviamente – un curriculum ricco e un profilo altamente qualificato sono in grado di garantire sempre maggiori possibilità di successo.
Requisiti e competenze
Per poter lavorare come pilota è necessario possedere una serie di requisiti e competenze fondamentali per il ruolo. Prima di tutto, a livello di competenze professionali, un aspirante pilota deve studiare per perfezionare e acquisire tutte quelle conoscenze basilari per l’accesso ai corsi di rilascio dei brevetti.
Una buona conoscenza dell’inglese (e/o di più lingue straniere), familiarità con i principi di matematica e fisica e una certa predisposizione all’apprendimento di materie tecnico – scientifiche. A queste qualità, poi, si aggiungono tutti quei requisiti personali come:
- idoneità psico – fisica;
- sangue freddo;
- capacità di leadership;
- abilità nel gestire situazioni di pericolo e di prendere decisioni sotto stress;
- flessibilità e disponibilità a lavorare su turni (compresi giorni festivi).
Un pilota sarà spesso chiamato a lavorare lontano da casa, affronterò viaggi di lunga tratta e sarà responsabile della sua vita e di quella dei suoi passeggeri. Non vi è preparazione teorica che tenga se non si è prima di tutto in grado di reggere queste responsabilità.
Opportunità di lavoro e guadagni
Le compagnie che assumono piloti d’aereo sono diverse e, di fatto, sparse in tutto il mondo. Le opportunità di carriera, quindi, non mancano. Tanto per iniziare, dunque, una buona idea potrebbe essere quella di fare una lista di tutte le compagnie operanti nel settore (di linea e private), consultare i loro siti aziendali, prendere visione delle posizione aperte come pilota e inviare la propria candidatura. Ovviamente le compagnie hanno anche molte posizioni aperte per il lavoro di assistenti di volo, hostess e steward (ben più abbordabile come occupazione)
Un pilota può essere assunto come professionista junior o come senior. Da questo inquadramento, ovviamente, dipenderà anche la sua retribuzione mensile/annua. Il reddito di un pilota, inoltre, varierà anche in proporzione alle ore passate in volo (che altro non sono che le ore di lavoro), alle reperibilità, ai giorni festivi passati in servizio e agli anni di esperienza. In linea generale, comunque, lo stipendio di un pilota professionista si aggira intorno ai 20 mila euro annui per i profili junior (cioè alle prime esperienze) fino ad arrivare a 250/300 mila euro all’anno per i quanto riguarda i profili più esperti.
Solitamente ai piloti alle prime armi viene proposto un contratto (a tempo determinato) dalla durata di un anno, una sorta di periodo di prova dopo il quale la compagnia decide se tenere o meno il lavoratore al proprio servizio. Ad influenzare la decisione finale, ovvero la conferma o meno della posizione, possono entrare in gioco diversi fattori come le performance stesse del pilota o eventuali crisi aziendali. Si sente spesso, infatti, di compagnie costrette a dichiarare fallimento, che per far fronte alla crisi effettuano tagli sul personale, rivedono i contratti dei propri dipendenti e non rinnovano quelli dei nuovi assunti.
Supponiamo però che il neo pilota, dopo il periodo di prova, venga assunto da una compagnia aerea che non abbia problemi economici o finanziari. Il rinnovo del contratto, nella maggior parte dei casi, comporta anche un avanzamento di ruolo (e quindi un aumento dello stipendio). Adesso il pilota ha maggiore esperienza e, quindi, può pretendere un trattamento retributivo diverso e commisurato alle sue capacità. Lo stipendio iniziale di 2 mila euro mensili, quindi, aumenterà gradualmente, salendo a 4 mila dopo il periodo di addestramento. Col passare degli anni, inoltre, il pilota può essere promosso a Comandante. A questo punto il suo stipendio, come il suo inquadramento, aumenterà di livello. Un pilota comandante, in linea di massima, arriva a guadagnare fino a 8 mila euro al mese.
Le cifre appena citate, ovviamente, sono indicative. Ad influire molto sugli importi delle buste paga, infatti, entreranno in gioco le politiche aziendali di ogni compagnia aerea e il paese in cui la stessa opera (e quindi la normativa vigente in materia di salari, retribuzioni, previdenza etc.). È ovvio che una compagnia specializzata in viaggi di lusso pagherà tendenzialmente di più rispetto ad una compagnia low cost, proprio perché gli standard di riferimento sono diversi.
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