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Employer branding: l’importanza della risposta alle candidature – VIDEO

La mancata risposta alle candidature da parte delle aziende è una delle maggiori e frequenti critiche da parte dei candidati nei confronti dei recruiter e delle aziende.  Vediamo i consigli di Marco Fattizzo a questo riguardo.

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La mancata risposta alle candidature da parte delle aziende è una delle maggiori e frequenti critiche da parte dei candidati nei confronti dei recruiter e delle aziende.  Marco Fattizzo, CEO & Founder del portale Euspert dedicato alle offerte di lavoro e del blog Bianco Lavoro, ci fornisce dei consigli utili a questo riguardo.

Mancata risposta alle candidature: le opinioni dei candidati

Moltissime volte si leggono nei Forum dedicati, nei gruppi facebook, nelle email che arrivano ai recruiter, le lamentele dei candidati rispetto alla mancata risposta da parte delle aziende all’invio delle candidature le cui frasi vanno dal “Ho risposto all’annuncio e nemmeno un feedback” fino a “Ho mandato 1000 CV e nessun contatto” o peggio ancora  “Ho fatto un colloquio e nessun feedback”.

 

Le giustificazioni delle aziende che reclutano personale

Gli addetti ai lavori conoscono bene i motivi delle mancate risposte alla candidature e, il pensiero delle aziende a questo proposito, è quasi sempre lo stesso: “Il tempo è prezioso e lo devo sfruttare per i candidati che valuto, per quelli che possono darmi un valore aggiunto. Non posso perdere tempo per coloro che scarto”. Ma allora perchè le aziende inglesi o svizzere, piuttosto che quelle tedesche, danno sempre una risposta a seguito di una candidatura? Da parte di aziende e recruiter appartenenti a questi Stati è molto difficile non ottenere una risposta, non avere un feedback a questo riguardo.

Perché le aziende estere rispondono ai candidati scartati

Ci si potrebbe chiedere il motivo per cui queste aziende rispondo anche ai candidati che non sono stati selezionati:

  • Ci lavorano persone più educate rispetto alle aziende italiane?
  • Hanno più tempo?
  • Lavorano di più?
  • Hanno più rispetto per i candidati?

No, le risposte non sono queste. Molto più concretamente lo fanno ai fini del branding e dell’employer branding della loro struttura. Hanno capito che, per una questione culturale e per delle più approfondite analisi lato marketing, l’interazione e la risposta ai candidati è parte integrante del proprio lavoro, in quanto fa parte del core business.

La mancata risposta, l’ignorare il candidato è dannoso al proprio employer branding in quanto i candidati tra loro parlano, scrivono nei gruppi facebook, si confrontano . Di conseguenza ne deriva che, un’azienda la quale risponde ad un candidato scartato che lo terranno in considerazione per future esigenze e magari gli danno alcuni consigli utili alla carriera,  è un’impresa che farà sempre meno fatica ad attrarre nuovi e validi candidati.

L’importanza dell’employer branding

Questo è l’aspetto fondamentale dell’employer branding, ed è valido sia per le aziende che selezionano per conto proprio, sia per gli intermediari che per le agenzie di somministrazione lavoro. Il consiglio è quindi quello di strutturarsi in modo tale da dare sempre una risposta, un feedback al candidato scartato anche attraverso una email “standard” che non entri nel merito dei motivi per i quali non è stato selezionato, ma  che abbia due elementi:

  • specifichi che la candidatura è stata analizzata (il candidato non si sente ignorato)
  • potrà essere tenuta in considerazione per ricerche future

Se poi la risposta contiene anche un minimo di copywriting, con link a consigli di carriera e candidatura, approfondimenti e quant’altro, questo è un valore aggiunto.

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