Erasmus e lavoro giovanile; a quanto pare una relazione perfetta. Secondo un recente studio della Commissione Europea sull‘impatto dell’Erasmus ai fini lavorativi, i giovani che durante il loro percorso universitario hanno fatto un’esperienza di studio all’estero hanno migliori possibilità di occupazione. O meglio, la loro possibilità di restare disoccupati sembra dimezzarsi. Il programma Erasmus dal 1987 consente agli studenti europei di trascorrere un periodo di studio in uno dei Paesi dell’Unione. E’ una vera e propria esperienza di vita che pare implementare quelle caratteristiche che poi aiuteranno ad essere più intraprendenti ed efficaci nel mondo del lavoro. Lo studio è firmato da esperti indipendenti del CHE Consult di Berlino assieme al Brussels Education Service, il Compostela Group of Universities e l’Erasmus Student Network ed è stato effettuato su un campione di circa circa 80 mila persone.
L’Erasmus e quel qualcosa in più
Dalle maggiori capacità di problem solving, a quelle di adattamento, da una curiosità più accentuata ad una maggiore duttilità. E ancora, fiducia in se stessi, consapevolezza dei propri pregi e dei propri limiti. Insomma secondo Androulla Vassiliou, commissaria cipriota uscente per istruzione, cultura, multilinguismo e gioventù, “chi studia o si forma all’estero migliora le proprie prospettive lavorative” e ciò, in un momento come questo, è sicuramente una carta vincente. La stessa Vassiliu ha commentato la scelta di svolgere tale ricerca sottolineandole l’importanza ed il grande valore dicendo: “In un contesto europeo segnato da livelli inaccettabili di disoccupazione giovanile i risultati dello studio d’impatto su Erasmus sono estremamente significativi”.
Erasmus: dati incoraggianti
A quanto pare i giovani che sono stati in Erasmus hanno un tasso di disoccupazione del 23 %, ovvero un tasso che è uguale a circa la metà di quello dei loro coetanei che hanno deciso di formarsi rimanendo nel loro paese di origine e non hanno affrontato un’esperienza culturale di questo tipo. Secondo la ricerca, oltretutto, il 92% dei datori di lavoro cerca nei candidati proprio le competenze sopradescritte, che appunto appaiono essere più sviluppate negli studenti che hanno affrontato un Erasmus. C’è di più: il 64% degli intervistati operanti nelle risorse umane hanno affermato di dare maggiore risalto a chi si presenta, o presenta il proprio curriculum, segnalando di aver effettuato un’esperienza internazionale.
Relazioni sentimentali o amorose a parte, nell’ambito della sola sfera professionale i giovani che hanno fatto un’esperienza all’estero molto spesso hanno anche maggiori opportunità di lavoro in quanto, dopo aver studiato nel paese ospitante, e magari fatto qualche tirocinio, finiscono per rimanervi o per tornarvi in tempi brevi grazie ad un contratto di lavoro. Negli ultimi anni o meglio fra il 2012 e il 2013 ben 270 mila studenti hanno scelto di fare un’esperienza professionale fra Spagna, Germania e Francia. In Italia sono stati accolti circa 20 mila studenti mentre dal Bel Paese all’estero si sono spostati oltre 25 mila studenti. Partendo da questi dati, piuttoso incoraggianti, va sottolineato che il progetto della Commissione Europa per il prossimo futuro sembra essere quello di portare “a spasso” per l’Europa, anche grazie al nuovo progetto Erasmus plus, circa quattro milioni di studenti.
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