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Il lavoro dei sogni: conviene inseguirlo?

Alcuni tendono a “idealizzare” una professione che non conoscono bene, altri devono rinunciarci per urgenze di vario tipo. Cosa fare quando non è possibile inseguire il lavoro dei sogni? Vediamolo insieme!

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“Cosa voglio fare nella vita?”

È una domanda che ci siamo posti spesso, sin da piccoli.

Molti di noi crescono con il sogno di diventare astronauti, attori, scrittori o musicisti, finendo poi per mettere bruscamente i piedi per terra quando, completati gli studi, veniamo a contatto con una dura realtà: quella delle limitanti condizioni materiali che ci impediscono di inseguire tali ideali. Altre volte, è la difficoltà percepita di tali percorsi che ci dissuade dall’inseguirli in principio.

Essere pagati per fare quello che ci piace di più è indiscutibilmente un privilegio. Lo sanno bene gli artisti (di varia natura), i quali scelgono di dedicare la loro intera esistenza a coltivare un estro creativo, sebbene questo il più delle volte non garantisca alcuna stabilità economica. Lo chiamano lavoro dei sogni ed è quello che ognuno di noi ha immaginato e sperato di fare, almeno una volta, nella propria vita. Ma il lavoro dei sogni esiste davvero? E va inseguito e cercato sempre? Andiamo dritti al dunque: in molti casi, la nostra più profonda aspirazione fa a pugni con la necessità di trovare velocemente un impiego e con l’urgenza di procurarci un salario che ci permetta di andare avanti. I bisogni più impellenti rischiano, insomma, di soffocare le nostre più autentiche velleità professionali, spingendoci a fare scelte che ci entusiasmano poco. Ma non c’è da disperarsi: per sentirci gratificati possiamo percorrere altre strade.

Il lavoro dei sogni: cos’è?

Cos’è il lavoro dei sogni? Quello che ci piacerebbe svolgere, se non fossimo costretti a fare i conti con le bollette da pagare. Il mestiere che potrebbe renderci persone più soddisfatte e gratificate e, dunque, più produttive. Individuarlo è già un successo: molti giovani faticano, infatti, a riconoscere la strada che vorrebbero intraprendere da grandi e temporeggiano in attesa di un'”illuminazione” fulminante. Per arrivarci più celermente, dovrebbero analizzarsi a fondo e scovare le ambizioni che li spingono a preferire un ambito e a scartare tutti gli altri. Dopo di che? Dovrebbero informarsi per bene e fare i conti con le loro potenzialità e inclinazioni.

Prendiamo il caso di un diplomato orientato a iscriversi in Medicina, convinto com’è che quello del dottore sia il lavoro dei suoi sogni. Una chiacchierata con un professionista potrebbe fargli comprendere molte cose, portandolo a concludere che si tratti di un mestiere che non fa al caso suo. Il consiglio è quello di documentarsi per bene sul presunto lavoro dei sogni perché spesso si tende a “idealizzare” una professione che – alla prova dei fatti – richiede sforzi e sacrifici che non siamo disposti a fare. O che, più semplicemente, necessita di competenze e attitudini che non ci appartengono e non vogliamo coltivare.

Cosa fare quando siamo costretti a rinunciare

E se la chiacchierata col medico avesse, invece, confermato i suoi orientamenti? Allora non resterà che fare i conti con la realtà: il corso di studi in Medicina è lungo e faticoso e non tutti possono permettersi di intraprenderlo. Chi ne ha la facoltà, dovrà impegnarsi fino in fondo, facendo leva su una motivazione che lo aiuterà a superare anche i momenti più difficili. Tutti gli altri (quelli che devono procurarsi un impiego che garantisca, entro tempi stretti, una qualche stabilità economica) dovranno, invece, ripiegare su qualcos’altro. La contingenza dei fatti può costringerci a rinunciare al nostro lavoro dei sogni e portarci a fare scelte diverse da quelle che avevamo vagheggiato nella nostra mente.

Ma non disperiamo: la gratificazione che potrebbe “latitare” al lavoro (soprattutto se ci siamo ritrovati a fare un mestiere che ci appassiona e ci coinvolge davvero poco), può essere coltivata e raggiunta in altri modi. Una buona idea potrebbe rivelarsi, ad esempio, quella di dedicare del tempo libero a un’attività che presenta una qualche connessione col lavoro dei sogni che abbiamo dovuto “riporre nel cassetto”. Qualche ora di volontariato come assistente sanitario in un ospedale pubblico o in una struttura privata potrebbe permettere al mancato medico di ottenere robuste gratificazioni personali e portarlo ad affrontare più serenamente anche la sua vita lavorativa. Le aspirazioni e i progetti professionali a cui non abbiamo potuto dare seguito possono trasformarsi, insomma, in “hobby” di straordinario valore.

Un’altra via è quella di cercare un lavoro che: 1) sia concretamente ottenibile; 2) sia sufficientemente conforme ai nostri interessi e adeguato alle nostre inclinazioni personali e caratteriali, tale da essere in grado di gratificarci pur non essendo il nostro “lavoro dei sogni”; In tal senso è utile stilare una lista delle caratteristiche che cerchiamo in un lavoro, includendo per esempio aspetti come: “quali stimoli mentali vorremmo che ci fornisse”, “preferiamo orari flessibili o fissi”; o ancora: “siamo più propensi a lavorare da soli o in un team”; “dove vorremmo lavorare? (qui, in un’altra città o in un’altra nazione?)” ecc.

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