Sono sempre di più gli italiani che decidono di trasferirsi in Cina per lavoro. Un Paese che sembra offrire ottime opportunità. Il rapporto della Fondazione Migrantes ha ultimamente fotografato la nuova tendenza. È la Cina ad offrire concrete possibilità di studio e lavoro, creando così una vera e propria migrazione verso l’Oriente, la quale delinea …
Sono sempre di più gli italiani che decidono di trasferirsi in Cina per lavoro. Un Paese che sembra offrire ottime opportunità. Il rapporto della Fondazione Migrantes ha ultimamente fotografato la nuova tendenza. È la Cina ad offrire concrete possibilità di studio e lavoro, creando così una vera e propria migrazione verso l’Oriente, la quale delinea una certa controtendenza se si pensa ai Paesi dove tradizionalmente, in passato, gli italiani sono approdati in cerca di fortuna.
I risultati dell’indagine, realizzata nel 2013, sono stati racchiusi nel volume Sulle orme di Marco Polo: italiani in Cina, redatto grazie agli studi effettuati per il progetto A.M.I.C.O, ovvero l’analisi della migrazione degli italiani in Cina Oggi. Si è potuto così analizzare il flusso di migranti italiani verso la Cina, un flusso di persone, che sicuramente rappresenta un’esperienza nuova, diversa e profondamente ricca, da inserire con orgoglio in un cv a qualsiasi età in caso di ritorno in patria, per dirla tutta.
In cerca di un nuovo stimolo e di un vero e proprio impiego o semplicemente desiderosi di ampliare i propri orizzonti e le proprie conoscenze studiando qualcosa di nuovo, almeno in 7000 (il dato si riferisce ai soli italiani che hanno spostato la propria residenza da un comune italiano a una località cinese. Resta fuori la migrazione sommersa, ovvero restano fuori tutti quei connazionali che vivono in Cina ma hanno la residenza in Italia) si sono spinti dall’altra parte del Mondo per riscattarsi dalla crisi che attanaglia l’Italia e che ha creato una sempre crescente disoccupazione.
In quali settori lavorano i nuovi migranti? In generale le cariche che ricoprono sono le più disparate. Non c’è un settore privilegiato; si passa dalla ristorazione, cercando di “invadere” la Cina con pasta, pizza, ragù e prelibatezze varie, alla finanza, dalla moda all’arte. Gli italiani cioè possono puntare sulla loro genialità oltre che sul loro spirito imprenditoriale, tanto che i ricercatori della Fondazione hanno potuto incontrare molti connazionali che svolgono attività che esulano dal quelle strettamente collegate al lavoro dipendente, e sembrano tentare di diffondere nel mondo le loro tradizioni e la loro cultura, quella stessa cultura che li porta ad essere in aumento fra il numero di professori universitari e architetti che si buttano nella realizzazione di opere di grande importanza.
Chi sono gli italiani che si spostano in Cina per una esperienza formativa o lavorativa? A quanto pare sono in prevalenza persone che abitano nel Nord d’Italia: 26% in Lombardia, 15% nel Veneto, 11% Piemonte, 10% Lazio. Sempre secondo i dati Aire i connazionali che emigrano hanno una età compresa tra i 35 e i 44 anni nel 29% dei casi e fra i 25 e i 34 anni nel 16%.
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