Questa foto rappresenta gli stati d’animo che hanno caratterizzato il mondo del lavoro negli ultimi 12 mesi: frustrazione, ansia, depressione.
Indice
Evitare la negatività
Il sentirsi continuamente in un loop negativo è dettato dalla paura della perdita di una sicurezza economica, per evitare che tale status ci travolga occorre fissar gli obiettivi giornalieri che vogliamo raggiungere:
- Condivisione delle nostre conoscenze/ competenze;
- Indagine sulle aziende che rappresentano I nostri valori;
- Social branding.
Questo contributo fa luce sul processo di ricerca lavoro con il focus sul piano psicologico, d’altronde cercare lavoro è un lavoro: giornate intere ad inviare curriculum, il telefono che non squilla attiva nel cervello un mindset negativo peggiorando la situazione. Una delle conseguenze della errata gestione della frustrazione è rovesciare il mix di ansia e frustrazione sui social, distruggendo la nostra immagine. La ricerca del lavoro sta coinvolgendo tantissimo i social quali Facebook, Linkedin, Instagram ma occorre l’educazione al digital, dove trovare impiego richiede tecniche di employer branding.
Se da una parte cercar lavoro è un lavoro, dall’altra parte I social sono uno strumento per crear network. Passare tutta la giornata al PC è errato, affiancare la coltivazione delle proprie passioni permette di conquistare il mindset positivo che come una dopamina aiuta il nostro cervello.
Gli Stati d’animo
Pensare positivo aiuta nella ricerca del lavoro? La risposta è si, quando parliamo di essere ottimisti facciamo riferimento agli stati d’animo, ossia i tratti emotivi che appartengono alla nostra struttura di personalità. Gli stati d’animo caratterizzano il nostro umore giornaliero, in cui a seconda del momento possiamo essere euforici o tristi, tutto comunque nasce dall’attivazione psicofisica del nostro cervello. Pertanto se adottiamo uno status negativo, la nostra psiche attiverà l’energia negativa conducendoci al pessimismo imperante. In questo contributo mi soffermo sulla frustrazione, la quale si inserisce nella famiglia degli stati d’animo negativo.
Da cosa nasce il pensiero negativo
Tendenzialmente dal non appagamento della nostra sfera personale, in quanto ognuno di noi ha un piano progettuale composto da obiettivi/ desideri che si vogliono raggiungere. Affinché venga gestita/superata occorre attuare la resilienza, concetto puramente psicologico, indicante la modalità positiva di reagire ad eventi/ fatti accaduti.
Rispetto ad altre emozioni negative, la frustrazione unita ad ansia e preoccupazione è quella più diffusa, soprattutto negli ultimi mesi, a causa l’isolamento sociale che abbiamo vissuto. Quando non riusciamo a controllarli, la nostra parte inconscia come reazione avversa trasmigra queste reazioni sul nostro network offline, ma anche online, soprattutto sui social, arma a doppio taglio quando stiamo cercando il nostro impiego. Mostrare ottimismo, saggezza ed un mindset propositivo rappresentano la nostra salvezza di fronte alla situazione di stallo dunque.
I social rappresentano un ottimo mezzo per trovare lavoro, ma come tutti gli strumenti rappresentano un’arma a doppio taglio.
Il corretto utilizzo va a giovare sia la nostra identità digitale che la professionalità, perché il digital corre molto velocemente, diffondendo di noi una determinata fotografia.
Le azioni per far sì che la nostra immagine non venga distrutta, sono fondamentali, tra queste le più salienti sono:
- Postare foto e/o contenuti diversificati in base alla tipologia di social: le foto che rappresentano paesaggi ad es si possono condividere su Facebook ma non su Linkedin;
- Curare i contenuti che si pubblicano;
- Commenti negativi su precedenti datori di lavoro e/o aziende, questo perché ci farebbe apparire come persone di cui non ci si può fidare;
- Affermazioni contornate da negatività o critiche dirette verso il mondo aziendale o una determinata realtà;
- Sentimenti negativi quali rabbia, frustrazione o lamentele generali.
Le azioni invece che ci fanno acquistar fiducia e professionalità sono:
- Condivisione di contenuti o post;
- Attività in cui dimostriamo creatività/passione.
In questo contributo mi soffermo sui sentimenti negativi o lamentele che spesso i candidati si ritrovano a compiere, questo causato dal senso d’impeto interno che non è governato da azioni di coping. La ricerca di un lavoro è un lavoro che coinvolge non solo la preparazione degli strumenti, ma anche la strutturazione dei nostri atteggiamenti mentali ed emotivi dettati dalla non visione della luce in fondo al tunnel, ma se “costruiamo” un buon piano mentale/emotivo la nostra professionalità non vivrà nessuna incertezza di essere intaccata. L’adattamento al cambiamento di cui si parla, richiede anche un lavoro sulla nostra psiche d’altronde, con uno sforzo quotidiano composto da obiettivi da portare a termine, come l’invio di curriculum piuttosto che trovare impiego entro un lasso di tempo.
Come muoversi nella ricerca del lavoro? Strumenti di ricerca assieme ad un mindset propositivo ed ottimista!
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