La Commissione Europea ha deciso di intervenire sulla difficile quanto innovativa materia dei Green jobs, andando ad ipotizzare in che modo sfruttare al meglio le occasioni fornite dall’economia verde. Un ‘utile opportuna per fare il punto sull’argomento, e progettare i nuovi passi evolutivi. In effetti, se ne parla da diverso da tempo, ma poco è stato fatto. O, almeno, non quanto ritenuto sufficiente per poter realizzare una transizione ad un nuovo modello economico basato sulla ecosostenibilità e sulla compatibilità ambientale.
La Commissione Europea, dopo qualche mese di indugio, ha finalmente pubblicato la Green Employment Iniative Communication, una comunicazione dedicata al mondo del lavoro e dei c.d. Green jobs, e che dovrebbe permettere ai Paesi membri Ue di poter mettere in atto delle politiche dedicate al mercato del lavoro verde, dotandosi di competenze per sostenere attivamente tale transizione. Obiettivo della comunicazione è quello di anticipare i tempi – invero piuttosto lenti – permettendo di creare fin da subito le opportune condizioni per supportare i lavoratori nel cambiamento occupazionale in atto.
È d’altronde risaputo – ha poi dichiarato Connie Hedegaard, commissario europeo per il clima, a margine della pubblicazione della comunicazione – che “i posti di lavoro verdi sono tra quelli più dinamici e più resilienti dell’economia europea, non corrono il rischio di essere esternalizzati, ma cercano competenze locali in settori come l’efficienza energetica degli edifici, l’isolamento, il riciclaggio e le nuove tecnologie legate alle energie rinnovabili. In questi settori l’occupazione è cresciuta anche durante la crisi. In un’Europa con 26 milioni di europei disoccupati, non è sufficiente creare crescita, dobbiamo anche espanderci in settori che possano generare posti di lavoro“.
Ma in che modo la nuova comunicazione cerca di incentivare la formazione di un solido comparto occupazionale nel settore dei Green jobs?. Le linee guida dell’iniziativa sono numerose, e difficilmente sintetizzabili. Un primo ramo ipotizza infatti una migliore acquisizione delle competenze e delle conoscenze che possa favorire lo sviluppo delle politiche eco-occupazionali e dei green jobs, mentre un’altra linea punta ad anticipare i cambiamenti di settore, spingendo affinchè le autorità lavorino a più stretto contatto con i servizi pubblici per l’impiego.
Ancora, si mira a sostenere la creazione di posti di lavoro attraverso l’imposizione di tasse sull’inquinamento, aumentare la trasparenza e la qualità dei dati per migliorare il monitoraggio e l’analisi dell’impatto della green economy sul mercato del lavoro nel contesto del semestre europeo, promuovere il dialogo tra i rappresentanti dei datori di lavoro e i sindacati per la transizione verso un’economia verde, e a rafforzare la cooperazione internazionale.
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