Per la Posta dei lettori, ci ha scritto un lettore che come tanti ha deciso di passare il weekend prima di Ferragosto in vacanza con il suo camper, al quale però è capitato un guasto nel momento peggiore immaginabile. Eppure il proprietario se l’è cavata con un sapiente utilizzo dei molti servizi di trasporto a disposizione. Ne ha approfittato per raccontarci la sua avventura e spiegare che, secondo lui, imporre una sorta di “scelta” tra mezzi di trasporto è una cosa completamente sbagliata. Ecco cosa ci ha raccontato della sua sfortunata vicenda, che però, costi non trascurabili a parte, alla fine si è conclusa abbastanza bene.
Guai al camper: un problema risolto in fretta
Gentile redazione di Bianco Lavoro, vorrei raccontare la mia vicenda pre-ferragostana, approfittandone per dire la mia sul fatto se sia meglio utilizzare l’auto, il treno, il bus e via dicendo. Se sia davvero necessario insomma, che i decisori politici orientino le loro scelte imponendo di utilizzare più determinati mezzi o servizi di trasporto che altri, cosa che, secondo la mia modesta opinione, è abbastanza una cavolata. Il 9 agosto scorso sono partito con il mio camper piuttosto vecchiotto ma ancora splendido per un hotel in Veneto, zona Colli euganei, l’idea era quella di tornare lunedì mattina per poi rientrare al lavoro. L’hotel in questione, uno di quelli con all’interno le terme, aveva anche una piccola area sosta per camper. Un servizio che tra l’altro non sapevo nemmeno esistesse dentro gli hotel. A dirmelo è stato l’ufficio turistico del comune di Montegrotto Terme (PD), al quale sono stato indirizzato proprio da una dipendente comunale. Delle terme a dire il vero a me interessava ben poco, ero lì perché c’erano degli amici.
Le prime due notti tutto ok e a parte un pesante caldo diurno, che ci ha tormentato durante la visita di un carinissimo borgo, non c’era assolutamente nulla di cui lamentarsi. Domenica pomeriggio invece la tragedia: io e una mia amica abbiamo deciso di andare a mangiare in un ristorante tanto bello quanto sperduto su uno dei colli della zona. Nonostante il mezzo fosse appena stato tagliandato, è successo l’imprevisto fatale: un componente impossibile da verificare e priori si è rotto. Uscendo dal parcheggio del ristorante infatti, le marce del camper hanno deciso che non dovevano entrare più. Erano circa le 14.30 di domenica 11 agosto, in un parcheggio isolato in collina, con più o meno 35 gradi di temperatura esterna, tanto per chiarire l’infausta situazione.
A questo punto ho capito subito che nelle 24-36 ore successive avrei dovuto affrontare e risolvere una serie molto lunga di problemi complessi e devo dire che fortunatamente la zona offre una gamma praticamente illimitata di servizi di trasporto, i quali hanno letteralmente funzionato alla perfezione, venendo incontro ad ogni mia anche piuttosto complicata esigenza, Essendo con un’amica, la prima cosa da fare è stato risolvere il suo problema. Abbiamo quindi provato a chiamare un taxi che la riportasse in hotel (diverso dal mio). Quest’ultimo sarebbe anche venuto a prenderla, ma poi la cosa si è risolta grazie alla gentilezza tutta italiana del ristoratore dal quale avevamo appena pranzato, che si è offerto di accompagnare la mia amica in hotel con la sua auto.
La seconda cosa da fare è stata trovare il carro attrezzi. Fortunatamente nella mia assicurazione era compreso il soccorso stradale. Quest’ultima, impegnatissima dato il weekend di partenze, ha attivato l’Aci che in poco tempo ha mandato un carro attrezzi il quale ha portato il mio mezzo in un’officina autorizzata, dalla quale sarebbe poi dovuto andare in un’altra officina, quella che lo avrebbe aggiustato. Chiaramente non ho potuto fare altro che salire sul mezzo di soccorso assieme al “carrista”. Una volta giunti al deposito Aci e preso lo stretto necessario per la sopravvivenza dal camper, mi si sono presentati altri due problemi: 1) Tornare indietro 2) Tornare indietro? Ok, ma dove?
La mia casa era il camper. Ho iniziato richiamando il taxi di prima che però era impegnato, allora attraverso il cellulare, mezzo scarico, ho trovato altri servizi di taxi, un po’ più lontani, ma uno di loro contattato via Whatsapp è arrivato lo stesso in 20 minuti. Tempo durante il quale, seduto in un anfratto d’ombra, su un marciapiede di una zona industriale deserta (chi avrebbe dovuto esserci in una frazione di un paesino alle 5 di pomeriggio domenica 11 agosto?), ho chiamato anche il mio hotel, sperando avesse una stanza per me, che fortunatamente aveva. Il taxi mi ha portato in hotel, ma c’era comunque un altro problema da risolvere, non esattamente piccolo.
Un po’ brutto da dire, il camper ha una cassettina delle acque nere sostanzialmente è un piccolo water asportabile (diviso in due, la parte sotto è il serbatoio delle acque nere), che non avevo ancora vuotato perché non ce n’era bisogno data la breve permanenza prevista, lo avrei fatto a casa. Ora, il fatto è che le acque nere sarebbero rimaste lì a tempo indefinito (fino a camper aggiustato insomma, e non era possibile prevedere i tempi della riparazione). Il serbatoio ovviamente è a tenuta stagna, ma non potevano essere lasciate lì per tutto quel tempo. La mattina seguente quindi sono stato obbligato a risolvere la questione, che riguarda anche l’igiene e quindi la salute. Nel frattempo ero anche riuscito a trovare, dopo circa 20 telefonate, l’officina dove portare il camper a riparare, a Monselice, un comune lì vicino.
Ma dovevo andare al deposito Aci a svuotare la cassettina ed ero a piedi. A questo punto mi è venuta in soccorso una vera e propria istituzione italiana dal 1980. La Fiat Panda. Trovato un servizio di noleggio, a poco prezzo sono riuscito a noleggiare la piccola e versatile utilitaria, così da essere completamente autonomo. L’autonoleggio, molto professionale, ha offerto anche il servizio di venirmi a prendere in hotel, cosa fondamentale visto che la sua sede era in un altro paese. A questo punto al pomeriggio ho preso l’auto e sono andato al deposito Aci a prelevare la cassettina, che ho svuotato in un’area sosta attrezzata trovata nello stesso paese dell’officina in cui sarebbe andato il camper per essere aggiustato. Ma il camper non era ancora lì e quindi ho dovuto fare avanti indietro. Un viaggio di circa 60 km circa.
In tutto questo è da dire che avevo abbastanza fretta di fare tutto, per il banale fatto che sarei dovuto tornare al lavoro il lunedì sera. Cosa che purtroppo non sono riuscito a fare. Ma essendo riuscito a risolvere praticamente ogni problema grazie alla grande disponibilità di servizi di trasporto e alla versatilità dei loro gestori, martedì 13 sono potuto partire, progettando un viaggio in treno di circa 250 km, due cambi da fare (quindi tre treni), ma ad un prezzo quasi irrisorio, più o meno 18 euro tra tutto usando l’interregionale.
Del treno ha funzionato tutto: posti a sedere, aria condizionata, coincidenze in orario e con un congruo tempo per cambiare. E’ un viaggio più lento e un po’ meno “libero” per uno che è abituato a viaggiare in camper e quest’ultimo è esattamente il simbolo della libertà totale. Ma è fuori discussione che il servizio abbia funzionato perfettamente e ad un costo decisamente affrontabile. Ora mi manca solo di tornare a prendere il mio camper quando sarà stato riparato. Andrò ancora in treno. Avrei chi mi accompagna e potrei anche noleggiare un’auto da una sede vicino a casa mia per lasciarla in un’altra vicina all’officina e fare quindi tutto da solo. Però in questo specifico caso non ritengo sia necessario muovere due auto (o due mie, o una a noleggio più il camper per il ritorno). Grazie all’utilizzo di tutte questi servizi (e mezzi) di trasporto, anche se ho perso un giorno di lavoro, non ne ho persi altri cinque o sei.
Non bisogna imporre i mezzi di trasporto
Se posso esprimere un’opinione basandomi sulla mia appena raccontata esperienza, vorrei sottolineare che da tempo sento parlare di ridurre l’utilizzo dell’auto privata. In molti casi ritengo che questa cosa sia letteralmente impossibile, però da camperista superautonomo non posso far altro che apprezzare l’utilità del taxi, del noleggio auto e del treno. Sono servizi che secondo me devono esistere sempre e comunque, in quanto non è possibile prevedere di cosa si potrebbe aver bisogno. L’imposizione di un mezzo o di un servizio di trasporto piuttosto che un altro secondo me è completamente sbagliata. Piuttosto andrebbero fatte campagne informative profonde su quando sia necessaria l’auto privata o quella a noleggio e quando invece sia preferibile per una serie di ragioni investire un po’ più di tempo (ma certamente meno soldi) utilizzando il treno o il pullman (che in questo caso non ho avuto occasione di usare).
L’auto, che sia privata o a noleggio o anche un taxi/ncc è in moltissimi casi insostituibile (non avrei potuto svuotare la cassetta delle acque nere senza un qualche tipo di auto e quindi non sarei potuto partire e rientrare al lavoro), ma questo non significa che non si possano formare le persone ad utilizzare mezzi o servizi di trasporto differenti quando la situazione lo permette (o anche lo richiede, come nel mio caso). Ovviamente senza spingerle in quella direzione, tantomeno obbligarle.
E’ necessaria una buona flessibilità mentale ed una certa capacità di prevedere i problemi e gli orari utili ad arrivare a destinazione in tempo, saper “incastrare” le coincidenze dovute all’utilizzo dei vari mezzi/servizi, ma certamente conoscere tutto questo può risultare molto utile in condizioni discretamente avverse come quelle in cui mi sono trovato io. Insomma, i servizi di trasporto sono tutti utili, perché le esigenze soggettive sono le più diversificate e non è possibile prevederle tutte per legge. Quindi lasciatemi sostenere che più il tutto viene lasciato alla libera scelta di un cittadino correttamente formato ed informato, tanto minori saranno gli inconvenienti che si potranno verificare alla generalità della popolazione.
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