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Il Coronavirus e la paura degli italiani di perdere il posto di lavoro

Il 44% degli italiani ha paura di perdere il posto di lavoro a causa del Coronavirus. Ecco i risultati dell’Osservatorio Swg

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Il dilagare da Nord a Sud dell’epidemia da Coronavirus, ha creato e continua a creare notevoli disagi su tutto il territorio nazionale. Secondo una ricerca aumentano i timori non solo dal punto di vista sanitario ma anche economico. Circa il 44% degli italiani ha paura di perdere il proprio posto di lavoro.

Il Coronavirus e la paura di perdere il lavoro

Coronavirus OMS

Ad oggi, nonostante le misure di contenimento, purtroppo i contagi da Coronavirus non si fermano. Ad essere interessate non sono solamente le Regioni del Nord, ma tutto il territorio. Le misure contenitive varate dal Governo sono indispensabili, così come è essenziale che i cittadini rispettino tutte le norme e le indicazioni date. Il periodo non è solamente di crisi sanitaria ma si sta trasformando anche in crisi economica. Tra aziende chiuse, altre che operano con fatica, personale in quarantena, la vita delle aziende, degli imprenditori e dei lavoratori oggi giorno non è semplice. Lo afferma anche una ricerca effettuata dall’Osservatorio Swg, che ha fatto luce sulle opinioni della popolazione, a circa un mese dall’arrivo del Coronavirus in Italia. Ebbene, il 44% della popolazione ha concretamente paura di perdere il proprio posto di lavoro a causa del virus. Non è tutto, in quanto la stessa percentuale arriva al 53% nel caso in cui consideriamo i soggetti convinti, che la propria azienda possa davvero subire delle conseguenze negative.

Coronavirus ed i risultati della ricerca

L’Osservatorio Swg ha realizzato un’interessante indagine, per testare le opinioni ed i timori della gente a circa un mese dalla comparsa in Italia del Coronavirus. I risultati sono davvero interessanti, e ci mostrano come oggi a preoccupare non è tanto la questione sanitaria, quanto quella economico-lavorativa. Infatti, il 44% degli intervistati ha paura di perdere il posto di lavoro, se la situazione Coronavirus non si risolve al più presto. Ed ancora, il 68% afferma che inizialmente, nella gestione dell’emergenza, c’è stato poco coordinamento tra Governo e Regioni, anche se oggi le cose sono decisamente migliorate. Il 60% del campione esaminato pensa che sono state adottate delle azioni impulsive, senza tenere in considerazione le eventuali conseguenze sull’intera economia del Paese. Insomma parei differenti che comunque ci fanno capire il modo di vedere una realtà con cui abbiamo a che fare da ormai diverse settimane.

Le tre fasi del Coronavirus

La ricerca evidenzia le tre differenti fasi legate alla nascita, diffusione e percezione del pericolo da contagio. La prima coincide con la comparsa e diffusione del Coronavirus in Cina. Gli italiani guardavano la cosa da lontano, con un certo distacco, anche se con un po’ di timore e di perplessità nei confronti di questo nuovo virus. La paura è aumentata, nel momento in cui i media italiani hanno dato peso e particolare attenzione alla questione. Ad esempio, in data 4 febbraio, il 62% degli italiani era preoccupato per il virus, il 37% dichiarò di aver cambiato alcune abitudini di vita, mentre il 49% del campione esaminato si riteneva assolutamente soddisfatto per le misure adottate dal Governo. Ovviamente, com’è normale che sia, le ansie e le preoccupazioni sono aumentate al comparire dei primi casi di contagio in Italia, così come al diffondersi del virus in tutte le Regioni. Questo si è manifestato in comportamenti dettati dal panico, come ad esempio prendere d’assalto i supermercati.

La paura per la crisi economica

Non appena i media hanno cambiato il loro approccio e modo di presentare il Coronavirus, si è osservato un cambiamento della percezione di esso nella popolazione italiana. Oggi, la gente non ha più tanta paura del virus ma è preoccupata della crisi economica che ne sta derivando. Il 33% non esclude la possibilità di essere contagiato, mentre per l’84% degli intervistati, in Italia non si arriverà ai 500 decessi per Coronavirus. Tuttavia i timori si fanno sempre più marcati in riferimento alla crisi economica e lavorativa, alle perdite registrate da tante aziende, alla possibilità di perdere il lavoro. Insomma, oggi la psicosi da contagio è diminuita mentre è aumentata quella relativa alle conseguenze economiche, che tutto questo avrà sull’economia nazionale.

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