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Il giornalista web: chi è e cosa fa

Carta stampata o internet? Chi è e cosa fa un giornalista web? Con i giornali in grossa crisi, con le redazioni tradizionali costrette a chiudere o  dimezzare il personale, con i contratti di solidarietà sempre più all’ordine del giorno, una delle strade percorribili dai giornalisti contemporanei, giovani o meno che siano pare sia quella che …

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Carta stampata o internet? Chi è e cosa fa un giornalista web? Con i giornali in grossa crisi, con le redazioni tradizionali costrette a chiudere o  dimezzare il personale, con i contratti di solidarietà sempre più all’ordine del giorno, una delle strade percorribili dai giornalisti contemporanei, giovani o meno che siano pare sia quella che porta dritta al web, per essere più precisi,  ai giornali online. A dar prova di tale affermazione c’è anche la volontà di tutti i grandi quotidiani di implementare sempre più i propri siti, facendo in modo che certe sezioni, o anche semplicemente determinati articoli, vengano affidati solo alla rete e non più alle pagine stampate.

Si parla quindi di new journalism, web journalism, o ancora web writing, e di regole Seo. I giornalisti 2.0 infatti, oltre a dover fare i conti con la velocità della notizia e dover “combattere” con l’autenticità e la veridicità delle proprie fonti (su internet tra l’altro girano parecchie bufale) devono attrezzarsi per seguire determinate regole e far in modo che il proprio articolo sia ai primi posti sui motori di ricerca, Google in primis. Per alcuni l’aggregatore di notizie più noto e diffuso, Google news, è un vero e proprio incubo .Va detto che, almeno in teoria, seguire le regole canoniche di un articolo giornalistico aiuta a piazzarsi in buone posizioni. Non sempre però i risultati sono quelli attesi, anche perché il posizionamento dipende da una serie decisamente ampia di fattori, per giunta soggetta a continui e repentini aggiornamenti da parte di Big G. Senza entrare nei tecnicismi, si può dire che sì, la differenza con la stampa cartacea c’è e si vede, ma gli strumenti del lavoro online fanno sì che il web journalist acquisisca, per così dire, le competenze di un mestiere “in fieri”; diverso dal giornalismo tradizionale, ma comunque simile e soprattutto complementare.

Nel manuale di Marco Pratellesi, responsabile del sito dell‘Espresso, si analizza ad esempio il passaggio dalla stampa canonica ad internet e ci si interroga sul ruolo del giornalista di oggi, cercando di mettere fuoco sia le pratiche che le regole di una professione, o meglio di un lavoro, costretto a cambiare con l’avanzare dei tempi e che si è dovuto adattare alla Rete ed ai social network. Twitter, ad esempio, è ormai un’irrinunciabile fonte per gli stessi giornalisti, che diventano, per dirne una,  follower dei politici, (i quali talvolta ricambiano). Un processo che avviene al solo scopo di seguire il flusso delle notizie, essere aggiornati su cosa dicono i vari opinion leader.  A ben vedere, costruire una notizia sui 160 caratteri di un tweet del segretario di partito di turno non è cosa da poco. E di “casi” come questo, tutti uguali, ma tutti diversi, se ne potrebbero citare a centinaia. Il web journalist infatti, è su Twitter, ma anche su Facebook e Youtube (come su innumerevoli altre piattaforme). Non è però solo presente in modo passivo,tutt’altro. Sa anche dove andarsi a cercare le news. Sceglie gruppi e pagine con oculatezza, costruisce vere e proprie reti di contatti, che poi gli torneranno utili per il proprio lavoro, in un incessante scambio d’informazioni telematiche.

Ora, a scanso di equivoci, è bene sottolineare come le regole di un articolo non siano mai cambiate. Il giornalista, quando scrive un pezzo, deve sempre mettere nero su bianco ciò che ha appreso ponendosi le irrinunciabili domande caratterizzate dalle 5W, rispondendo alle quali si è in grado di fornire ai lettori un panorama completo dell’accadimento. La notizia si sceglie, oltretutto, sempre secondo i criteri di notiziabilità che ormai molti conoscono. In questo, sono in molti a sostenere che la regola infallibile sia quella delle S: sangue, sesso, soldi …. ! Ciò che cambia, o meglio che evolve, sono le fonti. Se non si rinuncia alle agenzie di stampa come Ansa o AdnKronos, ad esse, come già accennato, è ormai d’obbligo affiancare le stesse a social come  Facebook, e Twitter o, piattaforme video come YouTube, LiveLeak e YouReporter. Spesso poi cambia anche il modo di confezionare la notizia. Quest’ultima, se deve essere pubblicata su un giornale online deve “arrivare” il prima possibile, meglio ancora se prima di tutti gli altri. Essa non è per forza una notizia alla quale è stato dedicato un approfondimento. L’importante infatti, almeno all’inizio è dire cosa è successo, poi vi saranno gli aggiornamenti, gli approfondimenti e, a seconda della sua rilevanza, anche eventuali opinioni e commenti.

A cambiare, infine, è il modo di scrivere ciò di cui si è stati spettatori, o che si è scoperto. Fondamentale cercare di rispettare le regole Seo, attraverso un titolo centrato, accattivante e con tutte le parole chiave al posto giusto, quelle stesse parole attraverso le quali gli utenti di internet cercano le informazioni.  Un giornalismo“nuovo”, il quale però, va precisato, non ha certo aperto le porte a superficialità e pressapochismo, anzi. Un giornale online deve comunque costruirsi una forte credibilità. L’essere creduti, l’essere ritenuti affidabili dai lettori, può contare in certi casi più di una buona posizione in Google News. Perché? Perché un lettore, andrà a cercare proprio quel giornale ( generando il cosiddetto “traffico diretto”), o ancora più in specifico, quel giornalista. La credibilità, della testata, ma anche dell’autore, una volta approdati in Rete, se non è tutto, poco ci manca.

Come si impara? Sicuramente anche buttandosi nella mischia, provando e riprovando, costruendosi un’esperienza solida, interessante e magari anche un po’coraggiosa. Partire con un proprio blog è unottimo metodo per pubblicizzare i propri scritti e spedire quindi curriculum a destra e a manca con qualche speranza in più. Cosa serve? Tanta voglia di fare, altrettanta caparbietà e una vera e propria passione per un lavoro che, almeno ad adesso, nella stragrande maggioranza dei casi non offre certo prospettive economiche pari a quelle della carta stampata. Il tutto, dando per scontato che si conosca a “menadito” la lingua italiana e che si abbia un’idea piuttosto precisa di cosa faccia realmente un giornalista. Scrivere non significa fare giornalismo, nemmeno scrivere bene equivale ad operare come giornalisti. Anche sul web, come altrimenti non potrebbe essere, è infatti richiesto il fiuto per la notizia, la sensibilità nel trattare i casi più spinosi, precise competenze sui temi trattati. A monte di tutto ciò, deve esserci una solida base di cultura generale, indispensabile per redigere pezzi con obiettività.

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