Lo spread italiano è sceso sotto quota 100 punti, dopo 5 anni in cui lo abbiamo visto assestarsi sempre al di sopra di questa soglia. Il Pil è l’altro indice importantissimo che finalmente è in crescita, dopo tre anni e mezzo in cui è risultato in continua decrescita. Lo dicono i dati Istat, secondo i quali l’andamento di questo primo trimestre italiano è in positivo. Un po’ di numeri: “La variazione congiunturale reale del Pil prevista per il primo trimestre è pari allo +0,1%, con un intervallo di confidenza compreso tra -0,1% e +0,3%”. Nell’ambito del mercato del lavoro, invece, la fase è tuttora deflazionistica ma, secondo l’Istat e le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi, ci sono buone prospettive per l’immediato futuro. I dati, comunque, sono più positivi delle recenti previsioni che avevano riguardato il Pil.
Istat: spread in discesa e Pil in aumento
Dall’ultimo trimestre del 2014 il mercato del lavoro risulta stagnante, e l’inversione di tendenza dell’economia nazionale non sembra aver ancora influito dunque in modo significativo sui dati relativi alla disoccupazione. Vedremo come il calo dello spread, che ha anche incoraggiato provvedimenti come quello relativo alla banda ultra larga di cui dovrebbero beneficiare lavoro e scuola, riuscirà a portare “fuori della palude”, secondo le parole di Matteo Renzi, il mondo del lavoro. Secondo l’Istat, il risultato positivo registrato riguardo a spread e Pil “è la sintesi del contributo ancora negativo della domanda interna (al lordo delle scorte) e dell’apporto favorevole della domanda estera netta”.
Ancora faticosa, insomma, la ripresa del mercato interno, mentre la domanda estera contribuisce ad una crescita dello spread e del Prodotto interno lordo dell’Italia. In positivo la produzione industriale interna, che già nell’ultimo trimestre del 2014 ha registrato un aumento, e in crescita anche il settore terziario: il fatturato dei servizi ha registrato un segno + negli ultimi mesi dello scorso anno. Non si registra ancora un aumento, invece, del tasso di posti di lavoro vacanti nel settore dell’industria, che, stando a questi ultimi dati, dovrebbe crescere in favore di una riduzione del tasso di disoccupazione.
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