Si chiama jobswapping ed è una delle nuove tendenze occupazionali del momento. Rivisitazione delle vecchie abitudini di rione, lo jobswapping è un sistema che permette ai lavoratori di poter ottenere nuove opportunità e scambi di lavoro sulla base della propria residenza e sulla base delle proprie competenze. Una tendenza spinta ed accolta da diversi portali …
Si chiama jobswapping ed è una delle nuove tendenze occupazionali del momento. Rivisitazione delle vecchie abitudini di rione, lo jobswapping è un sistema che permette ai lavoratori di poter ottenere nuove opportunità e scambi di lavoro sulla base della propria residenza e sulla base delle proprie competenze. Una tendenza spinta ed accolta da diversi portali del settore, pronti a sfruttare le possibilità concesse da questo trend anti-crisi. Ma come funziona il jobswapping? E in che modo i jobswapper cercano di fare la loro piccola, grande fortuna?
Come funziona il jobswapping?
Il jobswapping ha un funzionamento molto semplice. Si tratta di una sorta di “mercato” nel quale i lavoratori (siano essi liberi professionisti o imprese) possono individuare nuovi clienti sulla base del proprio territorio di riferimento, o possono ancora stringere partnership e collaborazioni con altri lavoratori, al fine di scambiarsi parte o quote di lavoro. Uno scambio di lavoro (o di luogo di lavoro) che permette di soddisfare le esigenze sempre più diffuse dei lavoratori autonomi italiani, alle prese con la necessità di abbattere (o ridurre) gli ostacoli derivanti dalle lunghe distanze.
A spiegare bene quali siano i valori aggiunti del jobswapping e delle piattaforme relative è stato, qualche giorno fa, Alessandro Zanet, che sulle pagine de La Stampa ha parlato del suo JobSwapper.it. “Partendo da esigenze reali, e purtroppo molto diffuse tra consulenti informatici che come noi abitano e lavorano in luoghi spesso distanti fra di loro, ci siamo chiesti: perché non creare uno strumento che ci aiuti a ridurre queste distanze cercando opportunità di scambio di luogo di lavoro?”.
Un progetto che, rispetto ad altri marketplace, ha tuttavia qualche valore aggiunto non trascurabile. “In realtà abbiamo elaborato un algoritmo apposito che permette di scandagliare come un sonar il territorio e scoprire non solo annunci di lavoro, ma anche aziende, realtà imprenditoriali e associative affini al proprio settore e il tutto calibrato sulle proprie specifiche competenze (…)Mi è capitato di scambiare dei clienti con quelli di un mio collega, solo perché il mio viveva più vicino al mio collega e viceversa”.
I benefici del jobswapping
Stando a quanto rivelato da una ricerca sul lavoro flessibile predisposta dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, la delocalizzazione dei propri dipendenti mediante le innovative tecnologie oggi a disposizione dovrebbe condurre a un benefit monetario di 27 miliardi di euro sui bilanci delle imprese italiane, oltre a risparmi per 10 miliardi di euro. Non a caso il governo sta pensando a una iniziativa che possa agevolare la fruizione del lavoro al di fuori dalle sedi aziendali, ipotizzando delle forme di agevolazione di natura fiscale per quei datori di lavoro che incentivino i lavoratori a impiegarsi per almeno il 50% del tempo fuori dall’azienda.
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