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La Buona Scuola: 200 milioni agli insegnanti

Discusso il disegno di legge La Buona Scuola, 200 milioni per gli scatti di merito, autonomia alle scuole, classi meno numerose

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Come annunciato, ha avuto luogo la riunione del Consiglio dei ministri sul piano “La Buona Scuola” del governo Renzi, in programma per il 12 marzo. Durante la conferenza stampa al termine della consultazione, avvenuta a Palazzo Chigi, il premier Matteo Renzi si è detto entusiasta, nonostante le proteste studentesche, del progetto che il disegno di legge sta per mettere in campo: “Stiamo parlando di un grandissimo lavoro sulla scuola, adesso l’appello al Parlamento è quello di fare il più veloce possibile”. L’Unione degli Studenti, sindacato studentesco molto critico nei riguardi dei provvedimenti programmati, resta intanto con le sue riserve.

la buona scuola

La Buona Scuola: il disegno di legge verso l’attuazione

 

“Siamo riusciti, dopo una lunga discussione, a trovare un buon clima. Ora la palla passa al Parlamento, è stato l’ulteriore commento a caldo del presidente del Consiglio. “La Buona Scuola mette al centro lo studente e i suoi sogni, i suoi progetti”, ha spiegato. E come abbiamo visto, pare non tutti siano d’accordo sul disegno di legge, e proprio su questo punto. Più soddisfatta la categoria degli insegnanti, ai quali sono stati promessi, salvo disapprovazione del Parlamento, 200 milioni che dovrebbero ben presto essere stanziati per gli “scatti di merito” di questa classe di lavoratori: non più semplici scatti di anzianità, ma passaggi di categoria retributiva basati anche su criteri meritocratici.

La scelta governativa riguardante gli scatti di anzianità, ha poi spiegato il premier Matteo Renzi, è stata dovuta soprattutto alle proteste messe in campo dalla classe lavorativa degli insegnanti, che temevano potessero esser tolti questi tipi di incentivi: è stata allora trovata una forma di “scatto” che, con un compromesso piaciuto alla maggioranza dei Ministri, tiene conto anche del merito e non solo degli anni di insegnamento pregresso. Saranno inoltre assunti circa 100 mila precari, ripescati dalle graduatorie già esistenti a seguito dei concorsi ministeriali degli ultimi anni. “C’è l’intenzione di sanare una ferita di 20 anni di promesse verso il corpo docente”. Altro punto clou della riforma è la diminuzione del numero di allievi per classe: lo slogan che circolava da tempo sull’argomento recitava “no alle classi porcile”, con numerose varianti. Si è pensato anche di dare particolare autonomia ad ogni singola scuola, che dovrà sì continuare a rappresentare il grado e la categoria di appartenenza, ma altresì sentirsi unica e libera di distinguersi da ogni altro istituto dello stesso tipo, attraverso proposte e attività sui generis.

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