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Lavorare al computer, le insidie per la salute e come prevenirle

Rimanere seduti per ore alla scrivania non esclude la possibilità di farsi male

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Quando pensiamo agli impiegati seduti tutto il giorno alle loro scrivanie, l’istinto ci porta a sentenziare che non si affatichino più di tanto. Ma è davvero così? Rimanere seduto di fronte a un computer per intere ore può esporre il lavoratore al rischio di gravi disturbi fisici e mentali, legati alla cattiva postura, all’affaticamento degli occhi o alla permanenza in un ambiente poco consono. Ecco perché è bene sgomberare la mente da facili pregiudizi (quelli che ci inducono a considerare “sfaticati” tutti coloro che, per mestiere, si limitano a picchiettare ripetutamente le dita su una tastiera) e non sottovalutare le insidie che possono celarsi dietro il lavoro da scrivania.

image by Ana Blazic Pavlovic

Lavorare col computer (in ufficio o da casa) significa rimanere a lungo seduti e rivolgere lo sguardo ad uno schermo posto in posizione ravvicinata. Ai più potrà sembrare una situazione di grande confort, ma non è sempre così. Anzi: il rischio di stare male (in termini di salute) è elevato. A uscirne fortemente danneggiati possono essere, infatti, gli occhi (sottoposti a un continuo affaticamento) così come i muscoli in generale. Per non parlare dello stress mentale, che può derivare dalla permanenza in un ambiente eccessivamente rumoroso. Svolgere la propria mansione rimanendo seduto a una scrivania non sarà, insomma, avvincente come domare le fiamme di un incendio, ma non esclude la possibilità di farsi male ugualmente.

Occhio alla luce!

Partiamo dalle insidie che riguardano gli occhi che, dopo una giornata di lavoro, possono bruciare, lacrimare o essere talmente stanchi da non riuscire più a mettere a fuoco. Per scongiurare la visita dall’oculista (che è bene, comunque, consultare quando si riconoscono i primi “campanelli di allarme”), occorre predisporre il tutto in modo che non si affatichino eccessivamente. Come? Innanzitutto facendo in modo che il luogo di lavoro risulti appropriatamente illuminato (è buona norma, ad esempio, ridurre o schermare le luci artificiali e optare per una lampada da tavolo) e posizionando lo schermo del computer in modo tale che le fonti di luce – anche  naturali – provengano dai lati (e non si trovino né di fronte né alle spalle del monitor). Per quanto riguarda le impostazioni del computer, invece, è fondamentale che lo schermo risulti luminoso al punto giusto e che la dimensione dei caratteri non costringa a strizzare continuamente gli occhi. Infine: più il monitor è grande, più deve essere aumentata la “distanza di sicurezza” (oculare) da esso.

Muscoli in pericolo

E veniamo agli altri “acciacchi” che possono molestare i lavoratori da scrivania. A farli penare è solitamente la postura scorretta che li espone al rischio di gravi danneggiamenti muscolari. Che possono interessare la colonna vertebrale in primis, ma anche le gambe, i piedi, le spalle, il collo, gli avambracci e le mani. Per evitare problemi (che possono diventare anche gravi), è fondamentale sedersi in maniera corretta, regolando lo schienale della sedia (che deve essere girevole) in modo da mettere in sicurezza la zona lombare. Bisogna inoltre disporre di un piano di lavoro (o scrivania) sufficientemente grande, che permetta di appoggiare completamente gli avambracci. E ricordarsi che non bisogna digitare con troppa forza sui tasti. E le gambe? A rischiare moltissimo sono anche loro: la staticità rappresenta, infatti, il nemico numero uno alla corretta fluidità del sangue. Per questo, è di fondamentale importanza ricordarsi che bisogna muoverle il più possibile, evitando di accavallarle, mentre i piedi vanno tenuti ben poggiati per terra.

Lavorare col computer non mette, insomma, al riparo da possibili problemi di salute. Ma qualche semplice suggerimento può aiutare a scongiurare il peggio. Chi lavora rimanendo seduto davanti a un computer per lunghi periodi dovrebbe:

  • cambiare spesso posizione, evitando di sottoporre i muscoli a stress  e tensioni particolari
  • fare pause di 15 minuti ogni due ore di lavoro (come previsto dalla legge 626 per la tutela della salute dei lavoratori)
  • distogliere lo sguardo dallo schermo di tanto in tanto, focalizzandolo su qualcosa di lontano, e muovere spesso le palpebre per stimolare la secrezione lacrimale

E ricordarsi, sopra ogni cosa, che una volta abbandonata la sedia, è altamente consigliabile dedicarsi a una qualsiasi attività che permetta al corpo di “sgranchirsi”. Fare due passi verso casa o andare un’oretta in palestra possono rivelarsi dei veri e propri “toccasana”. In grado di neutralizzare le insidie dell’immobilismo da scrivania.

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