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Lavorare da casa: lo smart working sarà il nostro futuro?

L’azienda farmaceutica Sanofi ha scelto di andare incontro alle difficoltà di alcuni dipendenti puntando al loro benessere e alla loro soddisfazione. Potranno lavorare da casa una volta a settimana, per sempre.

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La questione welfare in Italia è da sempre al centro dell’attenzione, vuoi per un motivo, vuoi per un altro. Quando si parla di welfare aziendale in ambito privato il rischio è quello che i datori di lavoro più “oltranzisti” finiscano per derubricare a inutili perdite di tempo le agevolazioni, che “dovrebbero” essere concesse ai loro dipendenti, come ad esempio quella di poter lavorare da casa. Non è però solo così, fortunatamente. Lo smart working infatti esiste anche nel Bel Paese. Ci sono diverse aziende che portano avanti progetti da anni, o ne sviluppano di nuovi, segnando un non piccolo passo avanti rispetto all’impostazione tradizionale che non sempre è orientata a rendere meno faticosa la vita dei subordinati.

welfare
image by Pixelbliss

Per fare un esempio, l’azienda farmaceutica Sanofi, (come spiegato dalla versione online di Repubblica) da un paio di anni ha avviato un progetto di flessibilità logistica che sembra essere piuttosto apprezzato dai dipendenti. Prevede la possibilità, per chi abita lontano dalla sede di lavoro, di svolgere la propria mansione da casa una volta a settimana. Per sempre. Al progetto hanno aderito 150 dipendenti (60% donne e 40% uomini) sfruttando la possibilità di conciliare, in maniera più serena, gli impegni lavorativi con la vita privata. In questo senso si è espressa anche Laura Bruno, responsabile Risorse Umane di Sanofi Italia:  “Le persone sono per la nostra azienda la risorsa principale e per questo dedichiamo particolari energie nel sostenere e favorire il benessere e la soddisfazione dei nostri collaboratori”, ha spiegato

Come è ormai è ampiamente dimostrato, un lavoratore più felice è un lavoratore più motivato e dunque più produttivo. E mettere quest’ultimo in una  posizione più “agevole”, senza ovviamente esonerarlo dal compiere regolarmente il lavoro che è tenuta a fare, può aiutare anche i profitti aziendali a crescere. Un altro caso positivo, che già abbiamo trattato tempo fa in un paio di occasioni, è quello della Virgin dell’eclettico Richard Branson, il quale  ha concesso ai suoi dipendenti di disporre a loro piacimento delle ferie e dell’orario di lavoro,  purché centrino gli obiettivi prefissati.

E mentre in Svezia si discute da tempo dell’opportunità di ridurre a sole sei ore i turni di lavoro full time, in Italia siamo un ancora un po’ indietro ma, va sottlineato,  esiste comunque un osservatorio sullo smart working curato da quell’eccellenza che è il Politecnico di Milano e pare che, finalmente stia pure arrivando una legge ad hoc. Che sia la volta buona?

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